L’incontro tanto atteso.

Il binomio famoso in tutto il mondo che affianca la parola “Australia” a quella di “Canguro”, non lo identificavo come veritiero fino ad oggi quando finalmente l’ho verificato con i miei occhi, con grande emozione.

Il fatto che in questa Grande Isola viva anche un cospicuo numero di marsupiali saltellanti, è risaputo ma diciamo che non è così scontato vederli e non è così facile creare un contatto con loro, avvicinarli e rendere il più lungo possibile quel momento tanto atteso e sognato.

Ci troviamo in visita a Cape Le Grand National Park, una distesa di chilometri quadrati di cespugli e alberi che si prolunga fino ad incontrare spiagge bianche o scogliere rosso mattone. È situato ad una cinquantina di chilometri dal centro della cittadella di Esperance e la giornata è ventosa, a tratti soleggiata ma non piovosa.

L’ingresso non è gratuito, 12 dollari per ogni veicolo. Successivamente al pagamento, la strada prosegue ancora per una decina di chilometri diramandosi in vie secondarie che terminano nel punto di osservazione, nella baia dotata sicuramente di nome proprio come ogni particolare ammasso di rocce rosse.

Abbiamo seguito inizialmente per Lucky Bay, la spiaggia fortunata. Sarà il nome, sarà che oggi era il giorno giusto, ma ancor prima di mettere piede nella baia ho allungato lo sguardo, ho superato il parcheggio, i cespugli… E li ho visti.

Saltellavano per pochi metri e si fermavano. Riprendevano a muoversi e poi si immobilizzavano di nuovo.

Non riuscivo a contornare la loro sagoma vista la lontananza di un centinaio di metri, ma li vedevo.

Mi sarei messa a correre per raggiungerli nel minor tempo possibile ma poi la mia parte razionale è intervenuta, suggerendomi di muovermi con cautela per non rischiare di vederli scappare via.

Erano tre. Uno di loro stava sdraiato sul fianco sulla spiaggia bagnata e bianca. Rimaneva impassibile ad ogni carezza e fotografia, trasmetteva calma e relax senza accennare il minimo fastidio. Era sicuramente abituato alla curiosità dei turisti, non era meravigliato nel vedere esseri umani. Il senso di meraviglia e stupore stava tutto dalla mia parte.
Alghe insabbiate e secche rendevano morbida la superficie su cui si riposava e non capivo se davvero fosse stanco o se stava lì con atteggiamento vanitoso ed esibizionista.

Vabbè, mi sono sdraiata con lui giusto per assumere un atteggiamento alla pari. Come per dire…

“Sono tua amica, non temere!”

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Altri due venivano nella mia direzione. Mi sentivo impacciata e non sapevo se fermarmi, se camminare verso di loro. Quando mi hanno raggiunta hanno allungato il muso verso l’alto, hanno annusato le mie mani e sono rimasti immobili per una fotografia.

La tanto sognata fotografia.

Forse cercavano cibo, forse volevano una carezza, oppure volevano solo farmi capire che non avevano paura di me e che quindi non dovevo averne di loro.
Non sapevo come toccarli, se toccarli, mi veniva da abbracciarli, e più che…

“Ciao bello!!!”

Non riuscivo a dire.

Di solito riesco a comunicare con gli animali. Soprattutto ultimamente i gabbiani e i pappagalli non mi intimoriscono più, sono figure famigliari con cui riesco a interagire tranquillamente.

I canguri erano una sorpresa, non ero pronta.

Questo magico incontro, è avvenuto dopo più di tre mesi dal mio arrivo in Australia e mi ha arricchita ma anche svuotata. Ora capisco il senso di quel famoso binomio e credo sia un perfetto abbinamento. Proprio oggi ho percepito questa terra come l’habitat naturale di questi vanitosi marsupiali. I canguri di Australia sanno di essere speciali e sono favorevoli a condividere la loro simpatia solo con chi non si dimostra troppo invadente.

Questa è la loro terra, la loro spiaggia, la loro baia.

Loro qui ci rimangono e ci vivono.

Tu, turista, vai e vieni. Sei di passaggio. Sei curioso. Entri una sola volta senza chiedere permesso pretendendo da loro immobilità e magari anche un sorriso. Vuoi parlare con loro e avere risposte.

Vuoi sapere di più senza renderti conto che il di più è lì, davanti a te.

AUSTRALIA – CANGURO

Da oggi, approvo.

Erica, anzi Atmosferica.

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6 commenti su “L’incontro tanto atteso.”

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