…e di volare!

Visto che in questa città le scosse di assestamento sembrano non avere fine, ho altre novità per voi.

La manager del “The Cutting Board” al momento non si è fatta viva. Pensi di avere un lavoro PIÙ o MENO stabile e invece il giorno dopo tutto si capovolge, tutto va a zero e si evolvono altre situazioni.

Ieri ho fatto la prova (TRIAL – pronunciato “TRAIAL”) da Fast Eddy’s. Durante queste due piacevolissime ore, sono stata seguita dalla manager Cynthia (CINZIA), una deliziosa ragazza francese. Mi ha spiegato per filo e per segno l’impossibile ma con molta calma approfittando del fatto che il locale non fosse pieno. Abbiamo guardato insieme il menù, la disposizione dei tavoli, le voci che compaiono sulla cassa per inserire gli ordini, l’accoglienza dei clienti e molto altro.

Spiegandomi che il mio ruolo lì sarebbe quello della “runner” (colei che porta i piatti), mi ha indicato le tre campanelle che suonano quando questi sono pronti da servire. Avrebbe testato la mia reattività e la mia prontezza nel sentire il segnale e servire, facendo aspettare ai clienti il minor tempo possibile.

Mi ha rassicurata dicendomi che inizialmente è normale sbagliare, che non serve portare 3 piatti rischiando di non farne arrivare mezzo a destinazione. Mi ha detto che in ogni caso il sorriso vince su tutto e che il posizionamento dei tavoli lo imparerò presto, è solo questione di tempo.

C’era molta intesa tra me e lei e mi sentivo davvero a mio agio.

A un certo punto mi ha chiesto quale fosse secondo me il mio livello di inglese. Le ho risposto che mi considero di medio livello. Capisco tutto, so esprimere qualsiasi concetto ma a volte magari ho bisogno del mio tempo per trovare le parole giuste.

Con grande stupore mi ha ingaggiata per prendere l’ordinazione al tavolo dei clienti appena accomodati rassicurandomi che tutto sarebbe andato bene e che potrei quindi lavorare come cameriera invece che come runner.

Ero emozionata, le avevo fatto sicuramente una buona impressione e se mi ha detto così, amici, vuol dire che il mio inglese non è niente male 🙂 .

E ANDIAAAMOO

Mi sono attrezzata di blocchetto e penna e via, sono andata al tavolo dei clienti con un bel sorriso. Lei mi guardava da lontano, cercando di leggere il mio labiale e assicurandosi che capissi tutte le esigenze dei clienti.

Tornata al banco, mi ha fatto inserire le comande nel computer, facendomi portare a termine l’ordine.

Una volta schiacciato il pulsante “SEND TABLE” (invia tavolo), si è complimentata con me. Tutto era andato bene.

Alla fine delle due ore, mi ha fatto compilare un foglio dove ho dovuto scrivere i miei dati, Tax File Number, IBAN e la mia disponibilità. È un posto aperto 24h/24 e tutti i giorni della settimana. Per dare una buona impressione ho dato una disponibilità piena con la consapevolezza che gli orari lavorativi non saranno il massimo, almeno per i primi tempi.

Bene quindi..

Oggi sono stata convocata per un “drink bar training session” alle ore 15 e venerdì invece, lavorerò dalle ore 17.

Che gioia!!

Questo susseguirsi di eventi non mi da tregua!


Ricordatevi di osare, sempre.

Se non avrete il coraggio di bussare a una porta, non potrete mai sapere chi c’è dietro. Se non andrete correndo per la strada, non potrete mai conoscere la potenza del vento. Se non vi lascerete travolgere dall’oceano, non sentirete mai la sua forza.

Se non avrete il coraggio di volare, non scoprirete mai la vostra grandezza.

Erica, anzi Atmosferica.

Ps: ti voglio bene PAPÀ.

Buone Nuove!

Avete ragione amici, dobbiamo assolutamente riprendere le fila del discorso LAVORO.

(Vi piacciono le statue dei businessmen che camminano spediti con tanto di cravatte e cappotti svolazzanti?)

Due giorni fa, mi sveglio di soprassalto alle ore 10:00, non avevo sentito la sveglia, ero confusa, guardo il telefono.

Jason – Chiamata persa

Messaggio di Jason: “Chiamami!”

Oh santo cielo, Erica ripigliati, alzati, lavati, svegliati! Sono le 10, non puoi perdere le ore mattutine in questo modo! Sono le più produttive, le più fresche, le più lucide!

OK.

Chiamo Jason.

Con modo agitato e veloce, mi dice che Senad (pronunciato SCINEID 🙂 ), la manager del “The Cutting Board” presso l’edificio in cui lavora in Pier St, sta cercando una ragazza per la sede di St Georges Terrace.

Mi dice di presentarmi quindi al secondo indirizzo e di chiedere della manager del posto.

Volete ridere? Anche lei si chiama Senad.

Due “The Cutting Board”

Due manager

Due Senad, pronunciato SCINEID.

Jason, è uno scherzo? Stai mettendo alla prova il mio self-control?

Mi sono lavata, mi sono vestita e sono andata.

Su Google maps, il “The Cutting Board” di St Georges Terrace, risultava essere ubicato al numero 200. Otto minuti a piedi. Perfetto!

Arrivata al posto, chiedo di Senad a una cameriera molto disponibile che mi chiede con quale delle due Senad volessi parlare. Le dico che sto cercando la manager del “The Cutting Board” di St Georges Terrace e che so che l’altra omonima sta nel locale di Northbridge in Pier St.

Questa dolce ragazza, fa un sorriso e mi dice: non lavora qui. Devi andare all’altro “The Cutting Board” a pochi metri da qui.

Quando ha detto A POCHI METRI, ho tirato un sospiro di sollievo.

Per farmi capire bene dove fosse QUESTO TERZO “THE CUTTING BOARD, NELLA STESSA VIA, mi ha pure disegnato una piccola mappa su un foglietto. Davvero gentilissima.

Sì Erica, sembra uno scherzo ma non ti curar di loro, ma guarda e passa.

🙂

Sono uscita, ho attraversato la strada, ho camminato fino all’incrocio e ho svoltato a destra. Sono entrata nel megagigante palazzo, ed ECCOLO….

Mi sono presentata a Senad, la quale con un grande sorriso mi ha detto semplicemente: “Oh ciao! Molto piacere! Sì, Senad (l’altra) mi ha parlato di te! Ti va di venire domani mattina alle 10.30?”

Mi sentivo gongolare. La mia testa è partita per un viaggio senza fine. Davvero era stato così facile? Davvero la fortuna era di nuovo dalla mia? Avevo il mio Curriculum super colorato in mano, pronta a presentarmi più energica che mai, ma non mi ha chiesto nulla.

Lei è stata molto più scoppiettante di me! Una bomba!

L’indomani, cioè ieri, mi sono presentata per le 10:15 (Ovviamente), dopo avermi detto velocemente di posare la borsa e prendere un grembiule, Senad mi ha spiegato un miliardo di cose in mezz’ora. La mia testa era una macchina da scrivere, non dovevo perdermi una parola e se anche non capivo esattamente ogni vocabolo che usciva dalla sua bocca, riuscivo a stare al passo guardando i suoi gesti e leggendo qualsiasi parola vedessi, ovunque!

I miei occhi rubavano, catturavano.

Fortuna che avevo fatto una bella colazione. Energie sotto controllo!

Il lavoro che dovevo fare era: accogliere il cliente che si sarebbe avvicinato al di là della vetrina, servirlo mettendo il suo pasto in un piatto o in un contenitore per il take-away, chiedergli se volesse qualcosa da bere, farlo pagare e salutarlo augurandogli una buona giornata.

Dopo un monologo esplicativo sembrato infinito, mi ha chiesto:

“Hai domande?”

La mia testa era un frullatore, ma la mia risposta è stata:

“No, tutto chiaro. Devo solo fare pratica e tutto andrà bene!”

(Il trucco è sempre quello di farsi vedere svegli e veloci. Sempre!)

Dietro al banco con me c’erano altre 6 ragazze, alle 12 in punto i lavoratori sono usciti dagli uffici, i giochi hanno avuto inizio! Ero carica e mi sentivo all’altezza. Il fatto che ci fosse una vetrina, mi permetteva di avere anche una comunicazione visiva con il cliente. Se non captavo ogni sua singola richiesta, riuscivo comunque a farmi capire.

Ho imparato in 10 minuti una cinquantina di nomi e vocaboli. Verdure, salse di ogni genere, pollo, insalata, patate, pesce, purè, prosciutto, riso, condimenti, take-away, piatti, forchette, pagamenti con carta o con contanti, coltelli, tovaglioli, Pepsi Cola, Pepsi Cola Max, PayPass, chicken, fish, chips, rise, greek salad, mayo, spicy mayo, knives, tomato, bye-bye, have a good day!!!

AIUTO!

È stato divertente quando, in un momento di calma, le mie colleghe cercavano di invitare i passanti a consumare il pasto da noi.

Lo facevano salutando tutti con un grande sorriso.

“Haloooo, how are youu!?”

“Hi, can I help you??!”

Le guardavo inizialmente stranita ma poi mi sono buttata. Avevo la fortuna di essere la più alta, quindi riuscivo a cercare il contatto con le persone al di sopra della vetrina.

Mi sono lanciata! Il mio inglese era ottimo ragazzi!

Non vi ho detto che il locale si trova al piano terra di un grattacielo di uffici. Nella stessa area ci sono almeno altri 15/20 posti dove i lavoratori possono decidere di pranzare. Tutto avviene molto velocemente e quindi l’obiettivo è essere molto convincenti quando le persone passano perché, da lì a due metri, trovano ristoranti e fast-food di ogni genere..cinesi, giapponesi, vietnamiti e di tutto e di più.

Mi veniva bene!

Mi immaginate all’opera?

HALOOO, HOW ARE YOUUU?!?

🙂

Fantastico.

Bene, alle ore 13.30 è terminata la mia prova.

Senad mi ha chiesto:

“Come ti sei trovata? Com’è andata?”

Con un bel sorrisone le ho risposto:

“Molto bene! È andata molto bene!”

AHAHAHAHA

“Ok! Ritorni lunedì mattina alle 10.30?”

“Certo!”

“La paga è di 17 dollari all’ora e generalmente paghiamo di mercoledì o di venerdì, Ok?”

(E me lo chiedi pure se va bene?)

“OK!!”

Sorriso.

Sorriso.

“Ci vediamo lunedì allora!”

“Ok, ciao!”


Sono uscita da quel posto che volevo urlare, saltare e cantare. Era ancora troppo presto per poter chiamare qualcuno in Italia.

HO UN LAVORO!

I HAVE A JOB.

LAVORO!

MONEY!

Sono venuta a casa, non c’era nessuno. Volevo abbracciare qualcuno con cui condividere e trasmettere la mia gioia. Raccontare! Parlare!

Ce l’ho fatta!

Ho fatto due salti sul letto, ho cacciato un mezzo urlo e mi sono finalmente affacciata al balcone guardando la città con occhi nuovi.

Erica, anzi Atmosferica.

Fremantle on the Westcoast Jet.

Prima di perdermi in lunghi racconti sulla giornata di ieri, voglio parlarvi, come promesso, della mia gita a Fremantle (Freo per gli amici). È una cittadella di porto situata più a sud di Perth e più spostata verso il mare in corrispondenza della foce del fiume Swan.

Tempo di percorrenza in treno: 25 minuti – Linea Blu.

I pensieri e varie impressioni mi assalgono sin dal viaggio in treno costato 4.50 AUD (circa 3 euro), mezzo di trasporto che sembra più una metropolitana. Due file di sedili, una in fronte all’altra, e grandi vetrate. Pulito, tutto molto pulito. Silenzioso, nuovo e sedili molto comodi e accoglienti.

Ciò che mi ha affascinata di più nel viaggio è stato forse vedere l’oceano. Lo vedevo laggiù mentre il treno scorreva veloce. Il mio pensiero è stato: ” Che strano vedere l’oceano da qui. Io dal finestrino sono abituata a vedere il lago di Lecco, o meglio ancora, il lago di Oggiono”.

Foto??

E foto sia 🙂

Image (2)

Scusate la pessima qualità della foto, ma questo è quello che offre la casa.

Arrivata a Fremantle, ho percorso con molta calma la via centrale che prende il nome di Market St perché porta all’unico supermercato della cittadina. Ho camminato guardando le persone, captando il più possibile e ho cercato di immaginare per alcuni minuti di vivere lì. Tanti decidono di spostarsi a Fremantle e credo che il motivo sia il fatto che è un luogo più raccolto, più intimo dove puoi ambientarti in poco tempo e hai l’oceano a due passi.

Tanti Coffee Bar, shops di ogni genere, ristoranti e molti negozietti asiatici.

MMM.. No, credo che io non ci vivrei. Mille volte Perth.

Decido poi di spostarmi verso il mare, percorro una traversa di Market St e mi trovo davanti un parco. Era domenica, c’era in corso una bella festona con tanto di gazebo e profumo di salamella. Sentivo la musica e vedevo una ruota panoramica.

È proprio vero e strano come… Posto che vai, ruota che trovi. 🙂

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La mia amica Marta può ricordare la ruota al concerto di Ligabue a Campovolo. Chiara e Sissi possono ripensare a quella di Saint Raphael in Costa Azzurra, Alessandra starà guardando quella di Londra, Alice starà solo ripetendo nella sua testa: ” Prima o poi, la ruota gira per tutti”.

AHAHAHA. Giusto?

Bene, spostandomi verso il mare, vedo il porto e un grande cantiere navale. Sto passeggiando sotto al sole a picco ma non ho caldo perché il vento è sempre presente.

Vedo un gommone supergigante e supercolorato parcheggiato davanti alla banchina di legno. Un cartello diceva ‘WESTCOAST JET, One of Australia’s BIGGEST & MOST POWERFUL. Open ocean jet boats right here in Freo!”

Mi sono fermata a guardare. Una quindicina di persone a bordo, un signorotto sulla cinquantina mi chiede se voglio salire, io gli rispondo con un “Non lo so, forse salgo al prossimo giro!”

Ero incuriosita, a tratti terrorizzata.

Niente da fare. Tempo 30 secondi ero seduta. Passa il ragazzo a verificare che tutti avessero le cinture, proprio come sugli aerei.

.. “Ma perché mai devo mettere la cintura?”..

Il gommone parte, il signore baffuto alla guida mi sorride come dire..”Adesso ti faccio vedere io!!!”

OH SANTO CIELO.

Velocità lenta, musica di sottofondo. Panorama, sole, oceano, happy people. Cosa vuoi di più.

Tempo due minuti, uscito dal porto, ha iniziato a sgasare come un matto! La musica Rock’n Roll a tutto volume. Mi sono girata verso di lui e sono esplosa in una risata delle mie…
Ero troppo gasata!
È stato strano perché l’unica compagna di avventura che avevo e sentivo era la mia risata…
eppure, mi stavo divertendo un sacco.
Tra curve a 360° e frenate improvvise, per far spettacolo davanti a galeoni in sosta, vestiti, capelli e scarpe erano totalmente inzuppati di acqua salata.
WOW, AMAZING.

Una volta riapprodati, ho salutato il signore e dopo averlo ringraziato con un grande sorrisone, mi sono spiaggiata ad asciugarmi. In quelle condizioni non potevo di certo circolare, ne tantomeno tornare alla stazione dei treni.
🙂

Davanti a me avevo questo spettacolo.

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Una goduria per i miei sensi.


VOLETE SAPERE DI IERI?

Vi parlo della giornata di ieri brevemente. Vi ho lasciato dicendovi che avrei dato il CV alla manager del Gordon St Garage.

Così ho fatto. Mi ha detto che al momento non cercano personale ma che non esiterà a contattarmi nel caso di bisogno.

Ok, perfetto! Io continuerò a venire qui a bere il mio cappuccino. Sapete, ho bisogno di crearmi una sorta di routine per non sentirmi troppo persa. È giusto crearsi delle piccole abitudini e degli appuntamenti in modo da mantenere uno schema mentale, una linea da seguire quando tutto il resto manca.

Città nuova, lingua nuova, persone mai viste. È giusto crearsi dei momenti in cui si sta bene e ci si sente a proprio agio. Questo posto è a soli 600 mt da casa quindi 8 minuti di camminata e sono qui.

La musica di sottofondo mi regala concentrazione e…oggi ho pure fatto la foto al cappuccino prima di mescolarlo. Volete vedere?

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Una volta uscita da qui, ieri, sono andata in giro per la città a consegnare CV. Non ne ho distribuiti tanti ma solo 4/5. Ho osato solo dove le energie positive mi dicevano: “Yes, questo posto merita!”

Ho scrutato attentamente ogni negozio, Coffee Bar e ristorante sotto casa e ho lasciato un paio di resume in due ristoranti, ho chiesto della manager in una boutique di vestiti che mi ha subito attratta e ho consegnato il CV anche al Coffee Bar sotto casa.

Dopo due ore circa, ero sul fiume a passeggiare e ricevo una telefonata. Il numero non era salvato, quindi..alta probabilità che fosse una telefonata di lavoro.

Il manager di Gramercy Bar & Kitchen mi voleva vedere per un colloquio. A causa dell’agitazione della prima telefonata non ho capito molto bene dove dovevo andare. Sapete cos’ho fatto?

Ho copiato su Google il numero di telefono con il quale mi aveva chiamato e..TA TAAANN..Mi è comparso l’indirizzo preciso del ristorante.

Hay street, 777 – Central Park.

WOW! ERICA SEI UN GENIO.

Mi sono presentata con un big smile 🙂 e dopo alcune domande mi ha chiesto di presentarmi dopo altre due ore per una prova. AHAHAH

Ma quante cose inaspettate mi sta regalando questa vita??

Bene. Prova fatta amici. Mi sono impegnata, ero arruolata al banco, ho imparato un sacco di cose in pochissimo tempo. Il modo di lavorare australiano è totalmente diverso dal nostro. Persino il modo di spillare la birra è differente!

Mi hanno detto che mi faranno sapere in una settimana.

No Problem!

Questo test per me è stato uno stimolo. Ho visto che se mi faccio avanti, qualcosa succede. È ovvio che se stai fermo, il lavoro non ti viene a bussare alla porta e le occasioni non entrano dalla finestra.

Sono carica.
Inizia ora la mia giornata.
Vediamo di rendere anche questo giorno unico e pieno di sorprese come i giorni passati!

Ci sentiamo domani, Spero!

Erica, anzi Atmosferica.

Mentre tutto tace.

Mentre da voi tutto tace, per me la giornata è cominciata. Sono seduta al grande tavolo in legno del Gordon St Garage e ho appena bevuto un cappuccino, sono le 10 di mattina e finito di scrivere consegnerò il mio CV.

Chiederò della manager, mi presenterò con grande sorriso, le dirò che sto cercando lavoro e che è già la terza volta che vengo qui. Lo trovo un posto particolare e alla mano, per questo lavorare qui sarebbe bello.

(Mi sto esercitando insieme a voi 🙂 , sto facendo un lavoro di traduzione simultanea nella mia tasta e sto sperando che andrà tutto bene).

Se anche non andrà, di posti in cui mi vedrei bene ce ne sono parecchi ma a patto che… NON SIANO POSTI ITALIANI.

A volte, camminando davanti a ristoranti italiani, sento le voci dei camerieri che parlano la mia lingua. Lì inizia una lotta tra il mio conscio e il mio inconscio.

Il mio conscio dice: ” Erica! Continua a camminare! Non devi parlare italiano e non devi cercare lavoro in locali gestiti da italiani! Erica, procedi grazie.”

L’inconscio?

Siete curiosi di sapere come scalpita il mio inconscio?

Bene.. Il mio inconscio inizia a urlare e a dimenarsi: “Ericaaaa! Che figata!! Una voce amica!! Vai a scambiare due chiacchiere, cosa aspetti?? Wooow! Un posto gestito da italiani!! Pensa che figata!! Sarebbe troppo semplice!! Sarebbe troppo facile!! Nuovi amici, soldi, casa, gioia, serenità, comprensione!!”

AHAHAHA 🙂

Che ridere.

No amici. Forza e coraggio. Non devo cedere. Non adesso.

Volete vedere il mio cappuccino??

Mi sono ricordata di fotografarlo solo dopo averlo mescolato. Ma giuro che aveva un’aria italianissima e buonissima.

Vi starete chiedendo cosa penso ora..dopo averlo bevuto..

Penso che era buono davvero!! Attimi italiani gustosi!!

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Passiamo a un altro tema: LA STANZA.

Dopo aver condiviso le mie riflessioni sull’arte dello scrivere, ieri sono tornata a casa con l’intenzione di riposarmi un po’ per poi uscire di nuovo.

Ero distesa sul letto e, facendo zapping tra annunci di camere in affitto, vedo delle fotografie che ritraggono il palazzo in cui sto ora. Lewis, stava annunciando che da sabato, la stanza sarà libera.

Non vi dico la mia testa.

Un momento di pausa.

Erica rifletti.

Ok. Avevo appena letto che.. al 13° piano del mio stesso palazzo, questo ragazzo avrebbe messo in affitto una stanza a partire da sabato.

Ok.

Erica, scrivigli! Tu sei al primo piano, lui al tredicesimo. Prendi l’ascensore, schiacci il numero 13 e vai a vedere di che si tratta! Forza.

Ok, così ho fatto. Gli ho scritto privatamente, lui mi ha detto..Vieni pure a vedere!

Tempo 3 ore e ho confermato ma non prima di aver avuto l’approvazione di Jason il quale ha voluto vedere con i suoi occhi la stanza e ha voluto conoscere il ragazzo. Oh Jason! Il mio angelo custode! L’affitto costa meno di un ostello, conosco la via e la zona, sono super centrale e sembra davvero un’ altra botta di fortuna!! Da domenica mi sposterò quindi al 13° piano. Non vedo l’ora di farvi vedere che razza di panorama si vede dal balcone della camera!

Unica nota: Condividerò la stanza con un’altra ragazza, al momento ignota.

Vediamo!! Sono molto curiosa.

Ora vi saluto perché è giunto il momento di chiedere del manager. Che la fortuna sia con me..anzi, che continui a stare con me!

Ps. Grazie per tutti i messaggi che mi state lasciando qui o privatamente! È davvero emozionante sentirvi così vicini. Siete tanti, tantissimi!

Ps.1: Devo raccontarvi della mia gita a Fremantle! Non posso rimanere indietro adesso! Non adesso! 🙂

Torno presto!

Erica, anzi Atmosferica.