Il richiamo.

Mi trovo di nuovo in un campeggio, questa volta dormo in una roulotte. Guardandole dal fuori, mi hanno sempre attirata, avrei sempre voluto dormirci almeno una volta. Mi sono sempre sentita come una bambina che volesse provare un gioco nuovo, un’esperienza in roulotte.

Che figata!
Chissà come sarebbe stato.

Senza nemmeno accorgermene, mi trovo in una delle zone più wild e selvagge della Sardegna e dormire in una piccola casetta con le ruote. All’esterno una veranda di plastica arancione crea una cappa di caldo nelle ore di punta, ma la sera diventa molto accogliente e fresca. Santa Lucia e La Caletta, realtà piccole e strettamente paesane che si affacciano sul mare. Tra loro, una lunga spiaggia fa da unione e oggi l’ho percorsa tutta. Cinque chilometri a bordo piscina.
Sabbia bianca, mare cristallino, ombrelloni colorati e forti folate di vento. Niente di commerciale, niente che avevo già visto in Sardegna. Questa nuova faccia, mi stupisce.

Tutto nuovo.

Ecco che questa vita da campeggio mi ricorda quella Australiana, quella fatta di niente e di tutto, quella del lungo viaggio e dei mille campeggi lungo la strada. Una vita fatta di rumori naturali e bagno comune, la resina degli alberi e piccoli vialetti piastrellati che fanno strada tra tende e bungalow. Sento che questo habitat sia parte di me e mi piace ritrovare queste sensazioni in un posto vicino a Casa, in Italia.

Chi l’avrebbe mai detto che avrei preferito la vita da campeggio, a tutte le altre vite.

Varie vicessitudini tra bed&breakfast e piccoli appartamenti, mi hanno fatto optare per la soluzione più essenziale, la meno dispendiosa, la mia. Devo ancora accettare di rivedermi tra quattro mura di legno di una roulotte senza cucina, devo accettare che sono anche questa e che dopo pochi giorni di ritorno, sono venuta a ritrovarmi e ricercarmi, qui.

Ad ascoltarmi.

Sto seguendo i miei impulsi, chiamalo istinto o sesto senso, sto agendo e viaggiando di pancia ora che ho ancora tempo per farlo.
Questa vita mi riporta al contatto con il vero, alla base e al primario. Appena ho sentito il minimo rischio di perdere tutto questo, sono scappata. Non sono riuscita ad integrarmi subito con la realtà di sempre. Quella di città, quella di persone e tante domande, quella di caffè al bar e treni senza aria condizionata.

Mi dovrò impegnare ma non voglio soffrire.

Mi sono rifugiata tra aghi di pino e una spiaggia bianca, i grilli non fermano mai i loro strani canti e la notte si dorme bene, è fresco e silenzioso.

Questo è il posto giusto in cui stare.

Adesso.

Amo lo Yoga sulla spiaggia, le musiche verso sera e la pace che regna come un accordo comune. Tramonti assurdi e giochi di colore, alberelli selvaggi e cielo aperto. Non voglio niente di ricco, niente di sofisticato o comodo.
Voglio solo questo. Un letto che in fin dei conti è in un bosco senza tetto.

Ancora qualche giorno qui, sarà la cura.
La Sardegna ha sempre disinfettato le mie ferite e ascoltato le mie richieste. È sempre stata impeccabile nella sua bellezza e comprensione, mi ha sempre chiamata a sé quando non ci sarebbe stato altro posto in cui andare.

Erica, anzi Atmosferica.

La vita da campeggio.

Eccomi oggi con un articolo abbastanza tecnico con cui voglio parlarvi dell’essenziale, divertente, rilassante ma stancante, vita da campeggio.

Metto in conto il fatto che qualcuno di voi possa essere alla ricerca di informazioni, e stia navigando sul web per reperirne il più possibile in modo da organizzare il proprio viaggio.

Stiamo risalendo la costa ovest dell’Australia, siamo partiti il 28 dicembre da Perth, unica vera città del Western Australia e la nostra ultima tappa sarà Exmouth, un migliaio di chilometri più a nord.

Dormiamo in un Van, non mi piace dargli poca importanza tanto che ha acquisito sin da subito un suo nome proprio: Vando.

Ogni giorno risaliamo di circa 200 chilometri in modo da godere di ogni spettacolo lungo la strada con tutta calma e senza accumulare troppa stanchezza.

Attraverso i miei articoli di ogni giorno potete leggere i nomi delle tappe meritevoli, ora però, vi voglio dare informazioni dettagliate per affrontare al meglio le vostre soste in campeggio.

Direi che potrei procedere con un elenco puntato dal quale estrapolerete le informazioni a voi utili e potrete fare tesoro dei miei consigli:

  • Scaricate sul vostro smartphone l’applicazione: WIKI CAMPS AUSTRALIA. Indipendentemente da quale sia il vostro itinerario, sulla mappa dell’intera Australia potete vedere dove sono situate le aree camping e a quale distanza rispetto alla vostra posizione. Attraverso icone colorate, è semplice capire se il campeggio sia più o meno fornito (barbeque, acqua potabile, corrente, lavatrici, cucina, Wi-Fi e così via). Il numero di telefono non manca e nemmeno l’indirizzo. L’applicazione è a pagamento, costa circa 4 euro ma vi assicuro che è un ottimo investimento. Voto 10 a Wiki Camps Australia.
  • La cosa migliore da fare, una volta ripartiti verso la meta successiva, è quella di chiamare e verificare che ci sia disponibilità. Ci è successo di non chiedere in tempo e, una volta arrivati in loco, di non trovare posto. In quel caso siamo stati costretti a proseguire per altri 60 chilometri, dove l’applicazione identificava altri due campeggi.
  • La prenotazione telefonica è molto semplice e veloce. Alcuni campeggi chiedono il numero della carta per la conferma, altri vogliono solo sapere il numero delle persone, quante notti intendente fermarvi e se volete la presa della corrente. Bisogna ovviamente lasciare Nome e Cognome, dopodiché è fatta. Il consiglio è quello di chiamare prima di allontanarsi troppo dai centri abitati perché poi si rischia di non avere rete per qualche centinaio di chilometri.
  • Voglio assolutamente parlare della pulizia. Bagni spaziosi tenuti alla perfezione e mai maleodoranti. Cucine funzionanti e molto grandi attrezzate con fornelli, piastre, tostapane e forni a microonde. Il consiglio è quello di avere sempre con voi un piccolo fornello a gas, ma vi assicuro che lo userete in poche circostanze.
  • Le lavatrici funzionano con una moneta da uno/due dollari ma eventualmente c’è la possibilità di lavare i panni a mano in grandi lavandini e poi di stenderli in aree comuni. Procuratevi delle mollette! Il vento è sempre presente.
  • Il costo di uno spiazzo varia dai 30 ai 50 dollari di media. Dipende dal numero di persone e dalla posizione del campeggio. Se volete l’attacco esterno per la corrente, il costo aumenta di 4/5 dollari.
  • Sull’applicazione, vi dicevo che potete sapere sin da subito se è disponibile una rete Wi-Fi. Ecco su questo punto sarò severa visto che per me è essenziale per poter comunicare con voi 🙂 . Il servizio non è mai troppo efficiente e non copre tutta l’area del campeggio. Per questo motivo occorre posizionarsi in punti precisi per avere una connessione decente. A parte ciò, la rete 3G non manca mai.
  • Fate in modo di arrivare a destinazione entro e non oltre le 17. Con il buio non è semplice gestire cena e doccia, soprattutto se siete un gruppo formato da più di due persone. In campeggio il vostro bioritmo inizierà a seguire la notte e il giorno, la luce e il buio. Vi abituerete ad andare a dormire presto e a svegliarvi con la natura.
  • Un altro consiglio importantissimo: non risparmiate MAI sull’acqua. Spesso non è potabile o comunque il sapore e l’odore non sono invitanti. Se riuscite usate la vostra acqua anche per cucinare, per farvi il caffè o il thè.
  • Se campeggiate per più di una notte nella stessa area, potete sfruttare il frigorifero e il surgelatore. Due giorni fa finalmente mi sono potuta permettere un gelatino dopo cena o una tazza di latte a colazione.
  • Un’altra nota negativa è per l’attacco della corrente. Molto spesso è in posizioni che non permettono di inserire l’adattatore. Ad ogni modo potete usare le prese in cucina o nei bagni.

Mi sembra di avervi dato molte informazioni utili.

Cosa ne pensate?

Non avevo mai avuto esperienze in campeggio prima d’ora e devo dire che mi sta piacendo. Le risate nel mezzo della notte, le botte contro gli spigoli nel buio, la luce negli occhi la mattina e le chiacchierate davanti alla luce di una candela. È una vita essenziale, tre paia di pantaloni e tre magliette che girano, una trousse con shampo, bagnoschiuma e spazzolino, asciugamano, spazzola e infradito. Non serve molto altro.

Le temperature la notte si abbassano ma una felpa e un sacco a pelo, sono più che sufficienti. Le risate sono assicurate. Fate scorta di zucchero, sale, olio e aceto. Vi suggerisco piatti e posate di plastica, una pentola e un pacco di sorrisi.

Se qualcuno russa, cercate di farvi cullare dal dolce suono per prendere sonno. Abituatevi a dormire stretti e se la mattina la schiena chiede aiuto, stiracchiatevi per bene. Qui sulla costa ovest non ci sono troppe zanzare ma armatevi di zanzariera in modo da non dover interrompere il vostro sonno e trovarvi a parlare di ufo e alieni per un’ora aspettando di riprendere il sonno.

Dovrete viverla così, lo spirito deve esser questo.

Mi raccomando 🙂

Per chi volesse altre informazioni dettagliate, sono qui!

Oggi direzione Coral Bay! Ciao amici, ci sentiamo domani!

Erica, anzi l’Inviata Speciale.


Ps: nella foto potete vedere Vando pronto per la sua prima notte all’aria aperta. Era emozionato!