La parte sinistra di Coral Bay.

La parte sinistra era profonda. Dalla fascia trasparente si passava direttamente a quella di un blu intenso, come se ci fosse un gradino. Da quel lato c’era più vento e nessuno faceva il bagno.

Se buttavo l’occhio a pochi metri dalla riva, potevo vedere due razze che nuotavano in coppia e un grande pesce colorato di un azzurro brillante.

I gabbiani stavano a pucciare le minuscole zampine, fragili. Mi veniva da pensare che una piccola onda avrebbe potuto spezzarle.

In quel caso volavano via. Planavano per una decina di metri e poi di nuovo, si piazzavano con le zampe al fresco.

I gabbiani bianchi li potevo osservare da vicino. Erano proprio bianchi come li immaginavo, quelli erano i classici gabbiani che già volavano nella mia mente.

Ad un certo punto, una grande scogliera rossa ha interrotto la mia camminata. Avrei potuto fare qualche metro con l’acqua fino alle ginocchia e arrivare dall’altra parte. Vedevo delle persone…

Non me la sono sentita!

🙂

Sono così tornata indietro e ad ogni passo pensavo alle sensazioni e ai colori assorbiti all’andata.

Mi sono trovata davanti una grandissima tartaruga di sabbia che prima non avevo notato. Ero troppo concentrata su altro.

Ho capito che fosse una tartaruga solo quando ho deciso di salire sul grande morbido guscio. I miei piedi sprofondavano. Da quella prospettiva potevo identificare la grande testa tonda e le quattro zampe.

È stato bello, siete mai saliti con due piedi sul guscio di una tartaruga?

Posso ammettere di aver rovinato la fantastica costruzione ma mi rincuora il fatto che un’onda aveva appena sciolto un pezzo della sua testa.

Ho fatto giusto in tempo.


Partiamo oggi per l’ultima tappa. 150 chilometri ci separano da Exmouth.
La meta.
Ci aspettano una bella spiaggia e un grande parco nazionale.

Ah, comunque, Coral Bay è un paradiso vero. Una vera baia rigeneratrice.

Erica, anzi Atmosferica.

La parte destra di Coral Bay.

Una baia delimitata da una sottile lingua di terra, e all’orizzonte dalla barriera corallina.

Nonostante sia l’unica spiaggia chiusa, è quella che fino ad ora mi ha donato il maggior senso di apertura.

Ho visto i colori e la superficie limpida e calma, il venticello soffiava leggero e la sabbia era bianca. Un posto molto tranquillo e pieno di buona energia. Il sole non era troppo caldo, stavo bene.

Quella di fermarci un giorno in più, è stata una decisione unanime. Nonostante sia l’unico paesaggio confinato, è quello che ci ha regalato il maggior senso di libertà. Apertura mentale e libero flusso di sensazioni positive.

Te ne rendi conto quando una strana magia ti apre la mente, i pensieri si trasformano e ti viene voglia di alzarti e camminare.

Così ho fatto. Mi sono incamminata senza niente e senza dire niente. Non avevo niente tra le mani, non avevo niente ai piedi… Mi muovevo libera. Zero vincoli, zero barriere se non quella colorata dei coralli.

Mi è venuto naturale decidere di andare verso destra dove la spiaggia si trasformava in una scogliera dalle rocce piatte e poi di nuovo in spiaggia… E poi di nuovo in scogliera. La lingua di terra si allungava per 5 chilometri.

Mi piaceva sentire la roccia sotto ai piedi, le conchiglie incastonate mi sembravano piccole lumache in vita, i granchietti giocavano a nascondino e piccoli spazi insabbiati mi permettevano di fare qualche morbido passo.

Dopo la prima parte di roccia, una piccola spiaggia. Mi sono fermata. Guardavo il punto da cui ero partita da un’altra prospettiva, lo vedevo là, alla mia sinistra. Era lontano ma non troppo. Non avevo fatto fatica ad allontanarmi e sarei tornata indietro volentieri. Guardando l’orizzonte, le onde formavano una schiuma bianca sbattendo sulla barriera corallina. La baia e i suoi fondali creavano tre tonalità: trasparente, verde smeraldo e blu. Erano come tre fasce distinte.

Non so perché ma non sarei mai andata oltre la fascia trasparente.

Forse avevo paura degli animali. Vedere una razza sgusciare fuori dalla sabbia, è stato assurdo. Quasi mi sono spaventata! Era di un grigio metallizzato e di media grandezza. Non era grande e nera come la immaginavo.

Oggi magari deciderò di camminare verso sinistra. Mi libererò da quella parte. Il fatto di aver esplorato solo quella di destra, stamattina mi rende instabile, quasi sbilanciata.

Obbiettivo della giornata:

ritrovare l’equilibrio.

Erica, anzi Atmosferica.