Ti presento Beatrice.

Ti vorrei parlare di lei anche se non sarà facile. Per scrivere di Beatrice devo fare uno sforzo notevole perché per me lei è un qualcosa di difficile da descrivere a parole. È una scatola piena di fotografie, uno stereo a tutto volume, una luce accecante, una notte insonne e un pianto isterico, è un gioco di colori, uno stile, un’arte e una personalità, una passione e la voglia di stare bene. Una semplice voglia di stare bene. È un segreto. Un piccolo tesoro.

Mi lega a lei una crescita e un amore profondo, siamo romantiche e stronze allo stesso modo e quando non riesco a guardarmi dentro, ci pensa lei. Io faccio un po’ lo stesso, sempre con grande impegno e affetto.
Due giorni fa ho visto la sua faccia, le sue espressioni e il suo sorriso, il suo viso mi mancava da matti. Vederla dietro ad uno schermo è stato bello ma allo stesso tempo brutto. Avrei voluto esserle più vicina. Questa evoluta tecnologia accorcia le distanze ma ti fa sentire sempre e comunque terribilmente impotente. Mannaggia.

È micidiale come la lontananza stia rafforzando empatia e connessione tra noi, anche dopo periodi di lungo silenzio. Frastuoni muti, lunghi e pesanti come mattoni sulle spalle, ci hanno separato nel corso degli anni ma il filo non si è mai spezzato. Un’amicizia unica e vitale che con una parola la definirei Complicità.
Non sai quante volte ci siamo trovate a ridere in mezzo ad altre persone che ci guardavano allibite, che non capivano il motivo della nostra irrefrenabile risata. La classica che ti fa venire male alla pancia e lacrime agli occhi, hai presente?
Ecco.

Uh, quante che ne abbiamo passate.

Qualcuno direbbe…
“Ma che ne sanno l’altri!”

Siamo cresciute insieme tra le scuole elementari e le scuole medie, eravamo piccole ma avevamo già grandi sogni.
Il principale era quello di amare ed essere amate  ma siamo consapevoli che non basterà una vita per realizzarlo del tutto. Siamo sempre piene e vuote. Sempre.
Alle scuole superiori i primi fidanzatini si sono intromessi tra noi ma ci bastava guardarci per tornare al punto dell’ultimo incontro, o forse del primo.

Ricordo ancora quando alla scuola elementare, le parlavo all’uscita sotto al portico. Ricordo come volevo tanto diventare sua amica ma soprattutto la più importante.

Quando suonava la campana ci davamo appuntamento e qualche volta passavamo il pomeriggio insieme condividendo la faticaccia dei compiti a casa. Non eravamo in classe insieme, lei era una classe dopo la mia.
Il suo prato era verde e immenso, la sua mamma aveva i capelli ricci e rossi e ci piaceva un sacco mangiare Nutella e scrivere le famose dediche sul diario. Quanti ricordi, se ci penso si apre un ventaglio di immagini e aneddoti.
Chissà che ricordi ha lei.
Sicuramente diversi. Sicuramente uguali.

È stato quello il periodo cruciale della nostra crescita. Ne sono sicura. Proprio lì abbiamo costruito ed escogitato un nodo da marinaio, il nostro segreto. Sicuro e incomprensibile agli altri.
È per questo che sono legata a lei come a nessun altro. Senza di lei, non sarei quella che sono.
Se non ci fosse stata lei, avrei avuto un’altra amica, un altro giardino, un altro sorriso e un altro tavolo dei compiti. Avrei avuto altre dediche sul diario, altre fotografie e altri gusti nel mangiare e nel vestire. Avrei avuto un’altra vita e molto probabilmente non sarei qui. Sì perché se anche in molte cose siamo diverse, ci siamo comunque ispirate a vicenda, consigliate e suggerite.
Ci siamo sempre aiutate e stimolate.

Ora le vorrei dire che sono grata a lei e alla nostra amicizia. Sono grata alla vita. In questi giorni vuoti di amore e carezze, di abbracci e baci…ma pieni di altro, sto apprezzando e coltivando legami lontani che l’esistenza mi ha regalato.
Lei è uno di questi.

Mi permetto di dirti di pensare sempre che tutte le attenzioni che ricevi e tutte le persone che hanno un pensiero per te, non sono scontate. Sono un regalo delicato e fragile che devi trattare con cura. Non lanciarle al muro, non fare finta di non vedere, non pensare sia tutto dovuto, non ferirle.
Quello è oro, tesoro. Prima capirai il vero valore, prima scoprirai la magia dell’amore. In tutte le forme.

Quando tornerò da Beatrice le prenderò la mano e le dirò che non vedevo l’ora di sentire il suo profumo. Mi ha detto che l’ha cambiato. Chissà che buono!
Le starò vicino sempre ma se sarà il caso, la guarderò da lontano.

Ma un po’ più vicino.

Beatrice si sta evolvendo in tutta la sua bellezza e passione. Lei ama la moda, il mondo fashion ed è molto brava a fare il suo lavoro. Dovresti vederla!
È brava a vestire le persone spaesate e senza gusto, sa consigliare e essere d’aiuto.
Per questo avrà molto successo e io glielo auguro un sacco.

Ora ti racconto una cosa:

Una collega di Beatrice, sta per lasciare Milano per tornare in Sicilia dove ha una buona opportunità lavorativa.
Elisabeth, appassionata di arte, mi ha colpita perché ha avuto la creativa idea di descrivere Beatrice con un quadro. Che spettacolo. L’ha voluta salutare così, con un’emozione che segna una partenza e un arrivederci.
Una descrizione riflessa, una verità, una conoscenza.
Ti lascio con le parole di Elisabeth e ti faccio vedere il quadro scelto per lei (“Con la rosa tra le labbra” di Ettore Tito).

È tanto orgogliosa Beatrice di quel pensiero e mi sono emozionata un po’ anche io.

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“Guardala…lei scapigliata, spensierata e allo stesso tempo piena di pensieri, con la sua rosa in bocca come quella tua sul braccio. Il suo profilo fresco e quel suo fare quasi infantile da bimba, quel gesto di mettere la rosa in bocca come a dire “Me ne frego!”
A chi secondo te doveva essere assegnato quel quadro?”

Cara Elisabeth, secondo me proprio a Beatrice.
Basta poco per renderla felice…
Ed è per questo che mi piace.

Erica, anzi Atmosferica.