La casa dov’è?

Ti scrivo dal prato e dalla piscina, dalla città di Brisbane e da un cielo a pecorelle. No, niente acqua a catinelle!
La pioggia non la vedo da molto.

Un ultimo giro per le vie del capoluogo del Queensland ci ha fatto scoprire una piscina pubblica a South Bank. Qui puoi venire a farti un tuffo quando vuoi e decidere se farti coccolare dalla sabbia artificiale, dal prato o dal cemento.
Una figata pazzesca questa pozza di acqua azzurra. Un’idea geniale più che altro.

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Il sole è ancora caldo e l’ultimo giro sul traghetto è stato suggestivo. Vedere la città dal fiume è emozionante con la luce e con il buio. Vedi due volti, due atmosfere entrambe magiche.

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Quanto mi piace scriverti da Brisbane! Mi sento super ispirata e voglio fermare ogni sensazione che la città mi sta regalando. È calma ma possente ed è un mix di grattacieli e chiese improvvise come sorprese. Forse Brisbane è l’unione di tutte le città australiane.

Sì.

La cattedrale in mezzo ai grattacieli fa la sua scena. Particolare. È moderna come loro, pulita, nuova. Non stona tra tutta questa altezza, è suggestivo notare l’accostamento. È un po’ come quando ti vesti a casaccio ma guardandoti allo specchio scopri di essere pieno di stile. Un abbinamento azzardato ma che rappresenta al meglio la tua personalità.

Brisbane è un po’ così. Abbina piscine a fiumi, chiese a palazzi, colori a tinte unite e negozi eleganti ad altri alternativi. Puoi in ogni caso ritrovare la tua dimensione. Dove vuoi. Puoi viverla a tua immagine e somiglianza.

Tra qualche ora un treno ci riporterà al Domestic Airport da dove voleremo di nuovo a Sydney.
Parlo di lei come se fosse casa, e in fin dei conti non è un errore.
Ho la mia casa, la conosco, ho il mio cuscino profumato dell’Ikea e il mio piumone rosso.
Torno al freddo e a Kent Street, al piano 22 e alla meravigliosa vista su Darling Harbour.

Ritorno nella città che mi ha fatta crescere rapidamente e che rappresenta la MIA città australiana. Quella più importante.
Quella a cui ho avuto tempo e modo di affezionarmi.
Cara Sydney.

Continuo a sentirmi scombussolata ma non perdo la bussola. So da dove vengo, dove sono e dove sono diretta. Mi aspettano montagne russe emozionali che mi terranno a testa in giù e mi faranno mancare il fiato. Non ho paura.

Nel frattempo ringrazio Brisbane per questa piacevole seppur breve conoscenza. Mi ha mostrato un altro lato dell’Australia, è stata una piacevole scoperta in tutta la sua particolarità.

Proseguo ora il mio cammino, prendo ora un altro volo. Torno ancora lì, dove un tempo mi sentivo persa ma ora mi sento a casa.

Erica, anzi Atmosferica.

Autunno in Gold.

Quando pensavo di lasciare l’Australia senza vedere Brisbane e la Gold Coast, stavo facendo lo sbaglio più grande.
Stavo per fare un errore madornale.

La sveglia presto stamattina ci ha catapultati direttamente sui sedili scomodi ma puliti del treno che partiva alle 7.29 per la Costa Oro. Un nome che ci sta alla grande e si intona perfettamente con l’infinita spiaggia paradisiaca che si stende lunga lunga ai piedi di grattacieli moderni. Un’immagine da film.
Dovevi vedere!

Mentre camminavo sul lungomare mi sono sentita per un attimo a Miami, anche se non ci sono mai stata. Lo sai che mi piace viaggiare in posti sconosciuti, ormai dovresti averci fatto l’abitudine.
Eddai.

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Personaggi super fisicati correvano pieni di energia, ragazzetti viaggiavano sullo skate puntando lo sguardo verso l’infinito e belle donne in forma camminavano veloci con la musica nelle orecchie e i capelli raccolti in una coda di cavallo.
Io osservavo tutto come al mio solito, ero dentro ma guardavo dall’esterno. Lo sai che mi piace calarmi nella parte della reporter.

Devo portarti con me o no?

Dalla fermata del bus, cinque minuti a piedi ci hanno portato davanti alla famosa scritta “SURFERS PARADISE”. Non sai che strano trovarmi lì sotto. Guardavo anche i grattacieli fino alla cima e mi girava la testa. Forse sono i più alti che abbia mai visto.

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Erano le dieci di mattina e il cielo era di un azzurro intenso.
Grazie cielo.

Il Paradiso Dei Surfisti a quell’ora era ancora abbastanza deserto, e prendere posto sulla sabbia ancora fresca è stata la decisione migliore. È difficile decidere dove piazzare il telo mare quando c’è troppo spazio libero, ti è mai successo?
Ho fatto dieci passi e poi altri dieci. Mi sono guardata attorno ma ho proseguito ancora un po’.
Forse dovevo fermarmi lì.
Non so perché proprio lì.
Ma andava bene.

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Il sole si specchiava nelle vetrate dell’Hilton e dell’albergo giusto di fianco, si creavano giochi di luce, sabbia, mare e film.

Ad un certo punto credo anche di essermi addormentata. Il sole era caldo ma non fastidioso o soffocante. Ci saranno stati 25/26 gradi.
Si stava da dio.

Più tardi, la fame iniziava a farsi sentire e il sole stava per cadere dietro ai grattacieli formando giganti parallelepipedi ombrosi sulla spiaggia. Era il momento di andare ringraziando comunque questo caldo autunno.
Giornate brevi ma intense.

Come nella più classica località di mare, dalla spiaggia partiva la via di negozi e fast food. Per il resto non c’era nulla di classico e banale, provavo ad alzare più volte la testa e ancora, giramenti di testa.
Un po’ di zapping tra i più disparati punti vendita, un caffè da Sturbacks e altri giretti. Un pomeriggio di vacanza piena insomma.

L’atmosfera che si respira sulla Gold Coast è unica. La magia dell’estate la renderà sicuramente ancor più luminosa ed elettrizzante. Ora siamo nel periodo meno affollato, i backpackers scappano al nord dove il caldo è tropicale ma sono sempre felice di sentirmi una viaggiatrice atipica.

È giusto anche andare al mare d’inverno, in montagna d’estate e sulla Gold Cost in autunno.

Why not?

Erica, anzi Atmosferica.

Brisbane ieri e oggi.

Sto scoprendo una Brisbane imbarazzante.
Intendo dire che con la sua bellezza è in grado di farmi arrossire, mi lascia di stucco e senza parole. Neanche il più affascinante uomo ci riesce ultimamente, invece lei mi ha spiazzata continuamente, più volte.

La giornata di ieri è stata pazzesca.
Greta è riuscita ad organizzare una gita memorabile al Noosa National Park. Due ore di macchina verso nord, un gruppo tosto di simpatici ragazzi e tanta voglia di assaporare l’inizio del fine settimana e arancioni sfumature nel cielo.
Un sogno ad occhi aperti quel posto, una passeggiata sulla striscia di cemento che attraversava il bosco ci ha portati alla spiaggia. Si respirava una potente energia naturale condita da profumo di pollo allo spiedo comprato per il pic-nic in riva al mare. Qualche croccante chicco d’uva, una banana non troppo matura ed avocado spalmato sul pane fresco.
Il mare era abbastanza calmo, la compagnia era italiana e il sole caldo.
Qui è ancora caldo.
Ho fatto il bagno.
Di nuovo.

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Vedevo la voglia di scattare fotografie combattendo con la memoria piena del telefono, voglia di ridere e ascoltare storie. Sentivo risate fragorose e mi è piaciuto raccontare, cantare e riposare. Tutti eravamo lì ma tutti avevamo la nostra avventura, ognuno la sua. La vita ci aveva uniti per un momento ed era giusto condividerlo a pieno. Amicizie in comune, avventure australiane e Brisbane, Sydney, Perth, Melbourne e il deserto, l’arrivo e il ritorno, ostelli ed esperienze in famiglia, la voglia di Italia o quella persistente di Australia.

Belle storie, ognuna ovviamente singolare.


Perché il viaggio è sinonimo anche di incontri e non solo di nuovi paesaggi. Come mi ha detto Matteo, un ragazzo conosciuto a Bondi Beach in un pomeriggio spensierato, viaggiare non è bello solo perché vedi posti nuovi ma soprattutto perché lungo la via si incontrano volti mai visti. A volte speciali. A volte banali.
Persone che potrebbero cambiarti la vita o comunque il corso delle cose.
Succede, quindi, che in quel caso il viaggio diventa una storia e non importa lo sfondo del racconto.
Non importa in che posto sei del mondo ma solo l’anima che ha incrociato il tuo cammino per quel breve ma lungo secondo.


Verso l’ora del tramonto, una tappa alle piscine naturali era d’obbligo. Toccavo il cielo con un dito, ero stanca e asciutta di sole, ma ero felice.

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Dovevi vedere che spettacolo.
Non riuscivo a distogliere gli occhi dal cielo come ad aspettare un esplicito messaggio, non potevo perdermelo e nessuno doveva impedirmelo.
Una strana quiete, un’aria libera, ossigeno fresco e scogliera rossa.

Pace vera.


Oggi invece la magia della città.
In poche ore abbiamo camminato per chilometri e anche osservato Brisbane dal fiume all’ora del tramonto. Ho sentito subito un’atmosfera diversa da quella di Sydney, qui la città è più accomodante, ti coccola senza ancora conoscerti e senza farti sentire persa.
Un fiume ti accompagna attraverso formando leggere curve, i grattacieli sono tanti e pieni ma ben distribuiti lungo le rive del corso d’acqua.
Sydney è più compatta, sì.
Brisbane è rilassata.
Le luci sono ovunque colorate e sono rimasta piacevolmente stupita da piccole sorprese nascoste qua e là. La ruota illuminata, un piccolo tempio Nepalese ai suoi piedi e la scritta BRISBANE che avevo visto solo in fotografia. La cattedrale è suggestiva e i nomi delle vie inaspettati. Roma Street.
Che strano.

Ho sentito un po’ di arte. Ho guardato una città pensata e non solo riempita e poi innalzata. Da South Bank stasera era straordinaria, davvero. È bella e forse l’avrei scelta se l’avessi vista prima. L’avrei scelta per me e per la mia scrittura, per la mia ricerca e scoperta. Forse mi avrebbe dato altri messaggi ma sto comunque cercando di ascoltarli tutti, anche in poche ore, anche in pochi giorni.

Erica, anzi Atmosferica.

Buongiorno Brisbane.

Proprio nel momento in cui ho sentito l’aereo staccarsi da terra, ho realizzato di essere ancora in viaggio.

L’ennesima partenza ma la prima da quando mi sento nuova. Inizia oggi un periodo di decollo e atterraggio, di andata e ritorno. Un aereo pieno di volti, alcuni dormivano già prima di spiccare il volo. Mi chiedo come abbiano potuto perdersi quel momento ogni volta per me emozionante e ancor più bello se vissuto con la mente rilassata. Abbandono.

Ti lasci schiacciare dalla forza, senti il petto a contatto con il cuore e ogni pensiero spicca il volo insieme a te. È uno strano momento di saluto, in cui in due minuti ti trovi a vedere mille luci che formano una città. La tua fino a qualche momento prima. Dove c’è nero c’è mare e riesci a unire i puntini sulla cartina geografica. La Terra. La luna o il sole.

Sei nelle mani di un pilota, sei sulle ali di un aereo e devi fidarti del cielo. Lui ti sosterrà e ti porterà dove stai chiedendo di andare. Una magia direi.

È stato un viaggio breve che dalle nostre parti può portarti in una vicina città Europea.
Parigi, Barcellona, Berlino.
Non so le durate e le distanze precise ma so che con un volo del genere potresti trovarti tra altre lingue, altre culture, tra la storia di un antico luogo e tra il cemento di muri scrostati dal tempo. Chiese ricche di atmosfera e spirito, viottoli stanchi di passi, piazze bagnate da fontane piene di monete e desideri.

Qui è sempre tutto nuovo e un volo di un’ora e mezza ti porta nella più vicina grande città.
In una delle…due.
Principali.

Puntando verso nord, Brisbane.

È così che mi ci sono portata. Una gita programmata all’ultimo e decisa così, su due piedi.
Quanto mi piacciono le idee improvvise, le partenze che non avresti pensato di cavalcare mai. Le pazzie.

Avevo abbandonato l’idea di Brisbane. Dopo migliaia di chilometri non riuscivo più a pensare di spostarmi da Sydney, mi sentivo bloccata e asciutta. Piena e satura.

E invece no.

È servito un sorriso di un amico. Uno stimolo che aspettavo da qualche tempo che mi desse una nuova spinta. Nuova come me.

Vorrei dirti anche che mi sento in movimento ma comunque ferma. Come ho pensato quando al gate è comparsa la scritta “Open”.
Stavo per partire ma mi sentivo salda e solida, tutta d’un pezzo. Questo volo non mi ha fatto l’effetto di altri, non ho sentito perdizione o quel filo di agitazione. Ero solo contenta.

Di Brisbane ho già visto l’alba e ho camminato sotto ad un cielo rosa delle sei di mattina. La prima impressione è stata bella e fresca, un benvenuto niente male.

Cercherò tra le vie un po’ di diversità, cercherò il particolare che la rende unica. Sono già in cammino e in scoperta, da oggi ricomincio.

Da oggi sono di nuovo aperta, di nuovo nuova.

Erica, anzi Atmosferica.