Napul’è

Bello vivere e visitare una città, sempre stata sulla bocca di tutti ma mai gustata di persona. Finalmente anche io ho potuto assaporare i suoi gusti, annusare i suoi profumi.

Che buona. Era ora.

Napoli mi ha sempre incuriosita, a partire dal suo nome, mi ha sempre dato l’idea di buono, bello, arioso, italiano e saporito.
I detti e le citazioni, le canzoni, i pareri e le dicerie, il caffè, l’accoglienza, la magia, la pizza e la pazzia, la sfogliatella, il mare e il Vesuvio, il cielo, il dialetto e le polpette al ragù.

Ho camminato tanto, assaggiato, ascoltato e finalmente capito. Qualcosa, non tutto. Per il tutto non basterebbe una vita.
Il caffè è buono soprattutto amaro, è cremoso e costa 90 centesimi, non c’è la presunzione ma la consapevolezza, quella vera, quella che tace ma è evidente e ti spiazza.

La città è grande ma non ho ben capito quanto, le persone sono accomodanti, gentili e accoglienti. Dopo qualche minuto di conversazione si è già amici, c’è la voglia di andare a fondo e di conoscersi con naturalezza. Che bellezza. Ci si guarda sorridendo e si canta per la strada. Si ride, si gode.
Mi sento un po’ come loro e la mia origine lo testimonia. Sì, sono terrona e anche con orgoglio, con foga.

Quel dialetto spaccato e stretto, rigido ma quasi melodico, ti arriva a volte dritto in faccia come uno schiaffo, ma nelle canzoni tocca prima il cuore, dolcemente, senza far rumore.

Scrivo di Napoli e sono felice, quanta gioia in questo posto e quanta semplicità tra le persone, libertà di espressione, la moda, lo stile in comunione.
Mi sono aperta al nuovo, mi sono chiusa al vecchio, ho cercato di non perdermi niente, per sbaglio, per giusto, per fortuna, con gusto.

Napoli vive tra le canzoni romantiche e le chitarre degli artisti di strada, galleggia sul mare con maestosità ed è talmente fitta da dare forma alle colline. Case antiche e nuove, ammassate tra panni stesi e signore affacciate ad osservare, a fumare sigarette inquinate da una povera vita, da una tristezza infinita.

La pizza fritta ha sconvolto il mio palato, la compagnia napoletana ha reso il tutto ancor più gustoso, leggero e sicuro, potenziando l’intensità del viaggio. Mi pareva di stare con un Cicerone saggio, ed ero con amiche grintose, curiose, giocose.

Divertente.

Era buona, intendo la pizza.
Ne avrei mangiate fino a scoppiare e aveva un buon gusto d’Italia. Quel gusto verde, rosso e bianco, quello del basilico e del pomodoro, quello della ricotta servita fresca, la mozzarella.

Napoli, quanto sei bella.

La sfogliatella croccante di sfoglia o di frolla, con quel velo di zucchero che ti imbratta la faccia, ti fa tornare bambina. Come quando mangiavi il gelato al cioccolato, con gusto, senza prendere fiato.

Era carnevale, domenica.
I bambini qui ci credono, non hanno messo via i sogni e girano per le strade con le bolle di sapone e le spade nella roccia, corrono in riva al mare tra i palloncini, gli alberghi ed un tramonto sul finale. Senza sosta.

C’è impegno e cura, sporcizia e disordine, c’è caos tra un vento fresco e sottile, tagliente, pungente. Quanta gente.
Napoli la sera sembra estate tutto l’anno, bevi un drink sul muretto, davanti al baretto. Il locale è chiamato così, questa è la dicerìa del ghetto.
Stai in compagnia in maniera naturale, di lavoro non si parla, si vive la vita che passa una volta. Il napoletano ti mostra con orgoglio, ti guida, istruisce. Ti fa cantare, mangiare e ti porta a ballare.

Il napoletano alleggerisce.

Per parlare di scultura e cultura, il Cristo Velato mi ha lasciato a bocca asciutta. Lo guardavo con occhi increduli, Lui, sdraiato e morente, sembrava ancora vivo e non fatto di pietra. Un velo sopra al corpo che sembra di tessuto, s’intravede in trasparenza il viso che soffre, la mano non mente.

Un ultimo giro nella piazza, un negozio vintage di gente squisita, una foto alla pizza e la Coca-Cola Fresca.
C’era il sole caldo che baciava il mio viso e poi quella strana voglia di caffè, all’improvviso.

Erica, anzi Atmosferica.

Voglio vivere così.

L’isola di Koh Samui è gelosa del mio tempo e della mia energia. Non so come dire, vuole tutto per sé, mi vuole tutta per lei.

Quando sono arrivata qui, qualche giorno fa, l’ho trovata diversa rispetto ai primi di giugno, quando l’ho incontrata per poche ore. Ero di passaggio. Mi aveva trasmesso buona energia ma non era così bella e ben agghindata. In una telefonata raccontavo al papà che è come se, durante la mia permanenza a Koh Phangan, si sia fatta elegante per il periodo di alta stagione. Un po’ come quando ci si veste bene per andare a cena, perche quella è l’occasione per sfoggiare il più bel vestito, un trucco leggero ma che valorizzi occhi e sorriso e un giusto accessorio che renda il tutto personale e particolare.

Beh, l’isola di Koh Samui, a distanza di venti giorni, l’ho trovata così. Pronta per una cena importante anzi, galante.

Le strade non sono messe così male, le luci delle insegne funzionano, ho visto che hanno aperto un nuovo supermercato e la spazzatura è stata ripulita. Forse questo accade una volta all’anno, giusto giusto per i mesi di Luglio e Agosto. Il resort in cui alloggio ha sfoggiato le tovaglie più belle e ha aggiustato i due ventilatori all’ingresso, le bancarelle sono ben fornite e più ordinate. Tutto è molto più invitante.
Beh, sono felice di averla conosciuta anche sotto queste vesti perché vedo in lei grandi potenzialità, una grande bellezza semplice e naturale.

Beh, di natura stiamo parlando.

Ma non solo.

Le persone sono accomodanti e gentili, qualsiasi cosa di cui tu possa avere bisogno, è sempre possibile, fattibile, immediatamente e senza esitazione. Prestano tanta attenzione ai turisti e alle loro necessità anche se, come ti ho già detto, io non mi sento per niente turista.
Sono parte integrante del tutto.
Sono qui.
Arrivo dall’Australia, proseguirò verso un’amata Italia, ma ora sono qui.
Anima, corpo e cuore.
Nulla di turistico.

Io voglio parlare con la Thailandia, interpretare i suoi versi e capire le sue smorfie. Gli isolani, qui, recitano una parte. Gli piace giocare al gioco dei poveri che si rapportano ai turisti.
Sempre e comunque ricchi.
È lì che calcano la mano sui prezzi, cercano di guadagnare il più possibile e puntano sul fatto che la loro moneta vale poco.
Tieni presente che 1000 Bath, corrispondono a 25 Euro.
Bene.
Pensa che un bel vestito, di un buon tessuto e qualità, costa circa 1200 Bath.
Appurato questo, ti dico anche che giusto stasera ho scambiato due chiacchiere con Soe, un ragazzo thailandese che lavora qui di fronte al mio albergo, nel ristorante del fratello, da ormai 5 anni.
Perfetto.
Il suo stipendio mensile è di 8000 Bath e l’affitto gli viene a costare 500 Bath al mese.
Posso venirti incontro, ti traduco il tutto in Euro così facciamo prima.
Guadagna 200 Euro al mese e paga 12,5 euro di affitto.

Questo deve farti capire come qui, il turismo sia tutto e per due/tre mesi all’anno, ognuno punta al massimo guadagno perché questa è l’occasione.
La volta buona per fare i soldi, la cena galante, il momento giusto per indossare il vestito migliore e decorare il viso con un filo di trucco.

Un mondo di contrasti, ricchi resort confinanti con angoli sporchi e catapecchie puzzolenti, persone povere ma piene di colori, strafottenti turisti che “Cosa vuoi che siano 1000 Bath…”, ammaliatori thailandesi che cercano di invitarti a cenare in lussuosi ristoranti sul mare e altri locali affacciati sulla strada che fanno da mangiare per il pubblico ma più che ristoranti sembrano piccole realtà famigliari dove la cucina del locale è la stessa di quella di casa.
Assurdo.

Ho capito che i thailandesi ricchi tengono l’unghia del mignolo molto lunga.

Ma quanto saranno ricchi i ricchi?

Io so di essere ricca almeno quanto loro ma sto facendo di tutto per sentirmi povera, per respirare la loro aria, per sguazzare nella loro acqua, per mangiare la loro gustosa e salutare cucina.
Io sto nella realtà thailandese, non in quella che attrae i turisti.
Voglio capire come si vive con il salario di quel ragazzo che per un turista, è il budget giornaliero.

Sì, magari perché sceglie di spenderli per una costosa bottiglia di vino a bordo piscina, nel più bel resort della Thailandia, senza capire niente di cosa la Thailandia sia.

Pensaci.

Voglio vivere così.

Erica, anzi Atmosferica.