Take your time.

Non avere fretta.

Abbi sempre la fermezza di goderti ogni momento anche quello apparentemente più noioso. Dalla noia nasce creatività, nascono nuovi sogni e ispirazione. Abbi la forza di fermarti e di tenerti immobile, non pensare che ci sia qualcuno o qualcosa ad aspettarti. Niente aspetta ed ognuno va per la propria via. La cosa che devi fare è vivere lentamente, passo dopo passo ogni scoperta sarà meravigliosa se priva di aspettative.

Impara a vivere il presente. Non proiettarti nel futuro, tu sei Adesso e Ora.

Gli imprevisti faranno parte del gioco, ma tu GIOCA! Non prenderti mai sul serio, take your time e non avere fretta.

Tanti episodi ti guideranno in strade del tutto nuove, sconosciute ed inaspettate. Finirai con il fare sempre ciò che non ti eri prefissato e la vita sarà una continua piacevole scoperta.

Non pensare agli altri, pensa a te stesso. Prima di tutto esisti Tu.

Ho proposto ai miei compagni di viaggio di leggere insieme “Il monaco che vendette la sua Ferrari”, quel libro di cui vi avevo già parlato. Fino ad ora rimane il migliore che io abbia mai letto.

Quando abbiamo tempo, voglia e la giusta connessione, ne leggo un capitolo a voce alta. Cerco di dare l’intonazione giusta e di rendere l’ascolto piacevole.

Ieri, al calare della sera, ho letto qualche pagina e loro ascoltavano in silenzio, appassionati. Eravamo sdraiati, uno di fianco all’altro e Vando ci coccolava. Franci teneva gli occhi chiusi, Mattia era talmente attento che non sentivo nemmeno il suo respiro. L’idea di offrire loro la lettura mi gratifica, sono certa che non lo dimenticheranno e che darà a loro interessanti spunti di riflessione come li ha dati a me.

Poi in mezzo a tutta questa meraviglia ha un altro sapore.

È tutta un’altra storia.

Nonostante io l’abbia già letto pochi mesi prima della mia partenza, rileggerlo ora mi sta regalando tutt’altre sensazioni. In alcuni passaggi mi sembra di non averlo mai nemmeno sfogliato, rimango colpita da frasi che prima erano scrosciate via, senza fermarsi. Mi sembra nuovo.

Durante la lettura serale di ieri, mi ha colpito questa parte:

“Ad un tratto Julian mostrò una certa inquietudine, come se si sentisse a disagio: ‘John, prima d’ora non avevo mai aperto il cuore a nessuno. Ti chiedo scusa… è solo che tra quelle montagne ho provato un tale senso di purificazione, un così travolgente risveglio dello spirito nei confronti delle forze universali, che non posso fare a meno di far partecipi gli altri di quello che so.”

“Il monaco che vendette la sua Ferrari” – Robin S. Sharma

Questa citazione  mi ha rapita e riempita. Ho rivisto nelle “montagne” le Dune di Lancelin, ogni parola ha dato voce alla mia anima e stavo leggendo a loro, sto scrivendo a voi e “non posso fare a meno di far partecipi gli altri di quello che so”.

Mi sono un attimo inceppata con la lettura. Mi rendevo conto di essere distratta perché faticavo a dare l’intonazione giusta. Mi sono fermata e scusandomi ho detto ai ragazzi che dovevo prendere nota di qualche riga appena letta.

È proprio vero che ogni libro ha un diverso messaggio per te in ogni momento della tua vita. Anche a distanza di pochi mesi può regalarti altro.

Ancora una volta, prendetevi del tempo.

Take your time.

Questo libro vi regalerà bei silenzi.

Erica, anzi Atmosferica.

Lancelin.

Solo questa prima giornata di viaggio on the road, mi ha riempita talmente tanto che non oso immaginare quanto sarò piena alla fine di questa magica esperienza. Di tutto, assolutamente sazia di tutto.

Siamo partiti dalla città con molta calma verso l’ora di pranzo, il caldo era afoso e tra l’agitazione e l’adrenalina, si respirava tra noi un clima inspiegabile! Davvero non ve lo riesco a spiegare! Non vedevamo l’ora di accendere i motori e partire ma non volevamo farlo senza prima esserci assicurati di avere tutto l’indispensabile, senza prima aver posizionato al posto giusto oggetti, scatole e arredi che avrebbero potuto prendere il volo alla prima frenata di Vando.

Dopo pochi chilometri già si aprivano spazi verdi, spazi deserti e lunghe strade senza fine. Ho attivato al massimo i miei sensi, catturavo immagini, sensazioni e suoni. Stavo seduta sul sedile posteriore, arrivava poca aria e bevevo molta acqua. Sudavo ma stavo bene. Franci e Mattia davanti a me erano felici, lei canticchiava sorridendo, lui muoveva la testa a ritmo di musica.

Direzione Lancelin. Le Dune di Lancelin sono famose per lo spettacolo mozzafiato di sabbia fina e bianca che, grazie al vento, va a dare lineamenti delicati e morbidi al paesaggio.

Giunti a destinazione dopo un’ora e trenta circa, eravamo euforici. Avvicinati alla costa, abbiamo ritenuto opportuno goderci la spiaggia e il mare per il pomeriggio e poi, quando il sole sarebbe diventato meno caldo, saremmo andati a scoprire le dune, situate a poche centinaia di metri da noi.

Sono rimasta piacevolmente sorpresa dal mare. Le onde erano praticamente inesistenti, non c’era troppo vento e l’acqua era cristallina. Ho subito pensato che avevo bisogno di fare un bagno di quelli giusti e rifocillarmi dal caldo viaggio. Mi lasciavo cullare, galleggiavo in posizione stellare. Franci la vedevo, faceva lo stesso.

🙂

Eravamo estasiati da quello che vedevano i nostri occhi. Parecchie barchette erano ormeggiate nella baia e sulla destra un isolotto dava quel tocco in più.
Buttando l’occhio a sinistra, invece, le vele colorate dei surfisti mi hanno fatto subito pensare che il vento, da quella parte, fosse bello potente. Noi eravamo al riparo, da quella parte volavano.

Tra noi oggi è stata una giornata abbastanza silenziosa. Penso che ognuno sia in viaggio prima di tutto con la propria anima, le emozioni sono forti e metabolizzarle è impegnativo. Sono tanti i pensieri che mi frullano in testa e penso sia lo stesso per loro. Elencandone qualcuno posso dirvi che mi sento fortunata, libera e finalmente lontana dalla città. Mi manca la mamma, la mia famiglia e le mie amiche e vorrei che tutti potessero essere qui con me anche solo per un secondo. Sono curiosa, non vedo l’ora di andare alla scoperta del nuovo e tenerlo poi stretto stretto tra i miei ricordi di quando sarò più grande. Mi sento a contatto con la natura, con il vero. Poche cose sono necessarie e mi accorgo di quante piccolezze e stupidate sempre considerate di prima importanza, siano diventate secondarie.

Dopo una breve siesta in compagnia di Vando parcheggiato all’ombra di un grande albero, abbiamo deciso di passare la notte a Lancelin. Un campeggio distava 500 metri da noi.

Il tempo di chiedere all’ingresso se ci fosse disponibilità e via…abbiamo pagato 40 dollari per lo spiazzo alla signorotta ed era fatta. Avevamo una casa!

I cinque minuti a piedi per raggiungere le dune, sono stati suggestivi. In lontananza vedevo queste colline dai lineamenti morbidi e non capivo quanto fossero distanti. Potevano essere mille metri come cento. Non ne capivo la grandezza e non avevo metri di paragone.

Credo di avere difficoltà ad esprimere a parole quello che vedevo e sentivo. Un mix di brividi e batticuore. Non vedevo l’ora di essere lì, ai piedi di quello spettacolo e salire su! Salire su fino al punto più alto. Sentire la sabbia sotto ai piedi e giocare tra i dislivelli.

Eravamo distanti l’uno dall’altro almeno una cinquantina di metri. Ognuno se la godeva in solitaria e in silenzio.

Vedevo Franci seduta sulla sabbia lassù, non capivo quanto distante fosse. Mattia, invece, correva verso un punto per lui fantastico per scattare una foto.

Io stavo lì, ho appoggiato lo zaino, mi sono levata le infradito e guardavo l’orizzonte. Lontano vedevo il mare, queste colline di sabbia fina erano davvero incredibili! Sembrava un pezzo di deserto, una fetta di paradiso, non ve lo so spiegare!

Rientrando in campeggio, di nuovo silenzio. Eravamo scossi, senza parole. Penso che questo posto sia stato magico per tutti e tre. Si sentiva solo il rumore dei nostri passi e del tallone che sbatteva sulla suola delle infradito.

Vando ci aspettava a braccia aperte. Quando lo vedo parcheggiato da lontano, mi emoziono e penso:

“Sto davvero per fare il giro dell’Australia su un Van. Lo sto già facendo!”.

Abbiamo fatto una doccia, ci siamo cucinati la pasta e abbiamo apparecchiato con tovagliette a righe nere e bianche il nostro tavolino rosso. La nostra candela, anch’essa rossa, riscaldava l’Atmosfera e tra noi continuavano i momenti di silenzio. Una musica di sottofondo ci coccolava e alle sette e trenta è calato il sole.

La giornata ci ha salutato con un tramonto rosa, arancione e giallo. Le nuvole bianche erano contornate da un rosa più intenso e si sentiva l’odore del mare.

Ciao Lancelin, grazie dei tuoi silenzi.

Erica, anzi Atmosferica.


Tutte le foto le carico quanto prima sulla pagina Facebook.