“Tutto accade per un motivo.”

“Tutto accade per un motivo.”

“Se vuoi qualcosa, chiedilo alla vita. Lei te lo darà.”

Che ne dite? Ci credete?

Per me questi sono due assiomi di vita. Due salvagenti che mi tengono a galla. Sono due teorie vere a prescindere, basta crederci e fare attenzione a ciò che accade per trovare un po’ di loro in ogni piccola o grande esperienza quotidiana, in ogni coincidenza, in ogni delusione o situazione inspiegabile. Basta affidarsi. Avvenimenti assurdi o poco rilevanti, contengono sempre, e dico sempre, un significato nascosto. Sta a noi andarlo a conoscere, a decifrare.

Per credere che tutto accada per un motivo, bisogna però lasciarsi trasportare dal destino e dalle sensazioni. Andare in un posto quando si sente di dover andare, chiamare una persona quando la vocina dice “Chiamala!”, ascoltare il saggio consiglio di qualcuno in un momento di debolezza, seguire i discorsi di due sconosciuti incontrati in coda alla cassa, riprovare una seconda volta se la prima è andata male.

Insomma. Mollare mai e prestare attenzione sempre.

In questo ho sempre seguito l’istinto e devo dire che in momenti di disorientamento o perdizione, il mio sesto senso è stato sempre una guida, una luce da seguire. Giusto pochi giorni fa, mia cugina Ambra mi ha mandato un messaggio da Londra. Mi diceva che a Sydney vive un suo caro amico, un incontro con lui mi sarebbe stato di aiuto e sarebbe potuto essere positivo.

Io NON sono la tipica persona che coglie occasioni del genere. Di solito.

Sono quella del “Faccio di testa mia!”, “Non ho bisogno di voi!”, “Non voglio appuntamenti organizzati, grazie.”

Questa volta però ho detto:

“Vediamo! Sono curiosa di scoprire chi è questa persona.”

Non ero in un momento di perdizione ma di fatica, non mi sentivo a terra ma nemmeno energica.

Beh, la chiacchierata con Antonio, è stata come una spinta per me. Mi ha raccontato la sua storia, mi ha fatto domande sulla mia. Abbiamo affrontato discorsi interessanti ed altri più leggeri. Ho riso, mi sono divertita e mi ha fatto davvero bene. Sono andata a dormire con qualche tacca di carica positiva in più nella mia batteria, con un semi-programma per il giorno seguente. Volevo esplorare zone nuove dallo stile più semplice e meno impostato e così ho ascoltato il suo consiglio e sono andata in gita a Surry Hills.

In Crown Street, la via principale, una serie di locali alla mano, proprio come li volevo io. Fino a quel momento non avevo azzardato in ristoranti troppo eleganti per i miei gusti e così, ho capito che avevo fatto bene ad aspettare, temporeggiare.

Molte volte, l’attesa e la pazienza, mi mandano ai matti. Si trasformano in insofferenza e nel senso di colpa della nullafacenza. E invece no. Sono proprio quei momenti che devono essere lasciati liberi, è in quelle occasioni che il destino sta facendo un ricalcolo, sta rielaborando il percorso. Bisogna dargli tempo.

Camminando per la via, ho adocchiato un ristorante. Mi piaceva l’arredamento, il clima, ragazzi giovani servivano grandi piatti indossando un sorriso invece che un’elegante uniforme. Mi piaceva.

Sono così entrata senza nemmeno cercare coraggio. Mi sono sentita attirata. Il manager mi ha accolto con un grande sorriso e senza nemmeno chiedermi troppo, mi ha detto:

“Vuoi lavorare? Ok, vieni lunedì alle 16.”

Uscendo, ho letto il nome del locale.

Entrando non lo avevo notato.

PIZZERIA VIA NAPOLI.

Avevo bisogno di Italia.

Ho bisogno di Italia.

Il mio cuore mi ha portato lì e sono sicura che un motivo c’è. Sto chiedendo alla vita una situazione calda e accogliente che faccia uscire la mia frizzantezza, la mia freschezza, la mia leggerezza, il sole che c’è in me e la mia risata.

Lo sto chiedendo ogni giorno.


Il lavoro nel piccolo baretto di cui vi ho parlato pochi giorni fa, è al momento in stand-by. Per le vacanze di Pasqua è chiuso per una settimana quindi ogni discorso è rimandato.

Nel frattempo non sto con le mani in mano.

Vado dove sento di dover andare.

Chiedo alla vita quello che vorrei, porto pazienza.

“Tutto accade per un motivo.”

Presto o tardi, quel motivo si paleserà.

Erica, anzi Atmosferica.

Fato e Libero Arbitrio.

Buongiorno lettori e nuovi amici!

Mi sono appena ritagliata il mio angolo arieggiato per scrivervi. Sono le undici di mattina e il sole è abbastanza caldo come non lo era da qualche giorno. Mi trovo in campeggio, la mia attuale casa a Pemberton, seduta sulla famosa sedia in plastica bianca, all’ombra di un albero. Qualcuno di voi, che mi segue con constanza, si starà chiedendo:

“Ma non dovevi andare a Perth?”

🙂

Esatto! Sarei dovuta andare in città ieri dopo il lavoro ma, dopo dieci ore e mezza ad imballare Avocados, ci ho rinunciato. La vocina interiore, con la quale sto instaurando un’amicizia profonda, mi ha chiesto di non andare e di evitare un viaggio di quasi quattro ore quando ormai stava calando la sera. Me l’ha chiesto gentilmente e non ha dovuto nemmeno insistere. L’ho ascoltata senza fare storie e senza indecisione.

Sono quindi rimasta con Mattia nella frazione Little Italy del campeggio dove, una decina di tende vuote, si godono la quiete. I nostri compagni di quartiere sono partiti ieri nel pomeriggio, lasciando le loro abitazioni incustodite.

“Tranquilli, è tutto sotto controllo!”

Oggi, un senso di insofferenza mi schiaccia il petto e sto cercando di comprenderlo ed assecondarlo. Avevo il desiderio di rivedere Jason, Paolo e Gianpi. Dovreste ricordare i tanti aneddoti che li hanno visti protagonisti nelle mia permanenza a Perth. Beh, sto forse rendendomi conto che non li rivedrò più per davvero e che quest’occasione che il destino mi aveva servito su un piatto d’argento, è ormai persa. Il Fato ha fatto una proposta, il Libero Arbitrio l’ha rifiutata.

Ecco, forse la causa della mia insofferenza l’abbiamo scoperta insieme.

Che ne dite?

Cascasse il mondo, domani andrò a tuffarmi nell’oceano. Ho bisogno di bagnarmi con acqua salata e liberarmi nell’infinito dell’orizzonte. Caspita è diventato difficile stare lontano dal mare. Voglio vedere pesci, barche e gabbiani. Sarà bello.

Vi riscrivo qui di seguito le parole di Elisabeth Gilbert che ho letto ieri sera. Tutto torna ed è impressionante come il suo libro mi stia accompagnando in ogni stato d’animo. Mi propone la riflessione che sto cercando, mi spiega tutto con bellissime metafore e risponde a tante domande.

Buona lettura e buona domenica!

Erica, anzi Atmosferica.


“Anche il destino per me, va considerato come un rapporto tra due parti – un gioco di equilibrio fra grazia divina e forza di volontà. Ciascuno ha il controllo di una metà del proprio destino; quella metà è nelle sue mani, e le sue azioni avranno conseguenze misurabili. L’essere umano non è una marionetta in mano agli dei, né è completamente artefice del proprio destino; è un po’ le due cose insieme. Siamo come acrobati in bilico tra due cavalli che corrono fianco a fianco – un piede sul cavallo chiamato Fato, l’altro sul cavallo chiamato Libero Arbitrio. E la domanda che dobbiamo porci ogni giorno è: qual è l’uno e qual è l’altro? Di quale cavallo devo smettere di preoccuparmi, perchè comunque non è controllabile, e su quale devo concentrarmi, per dirigermi verso la meta?

Quello che voglio dire è che, mentre molte cose del mio destino sono imperscrutabili, ce ne sono altre sotto la mia giurisdizione. Ci sono biglietti della lotteria che posso comprare per aumentare le possibilità di vittoria. Posso decidere come passare il tempo, con chi interagire, con chi condividere il mio corpo, la mia vita, i miei soldi e la mia energia. Posso scegliere le parole e il tono di voce con cui parlo con gli altri. Posso decidere come valutare le circostanze sfortunate della mia vita – se vederle come maledizioni o come opportunità. E, soprattutto, posso scegliere i miei pensieri.”

“Mangia, prega, ama” – Elisabeth Gilbert