Sei mesi.

Quel giorno di sei mesi fa, ero seduta sul sedile posteriore della macchina. 12 Novembre 2015. Era mattina presto e respiravo intensamente il profumo della pelle delle mie sorelle più piccole, quella più grande non era potuta venire.
Sembrava dovessimo partire tutti, clima generale di agitazione e adrenalina, una valigia nel bagagliaio e il cuore ancor più vuoto dello stomaco.

Ti lascio immaginare.

Una sensazione assurda che solo chi parte può conoscere.

Nascondevo una leggera paura. Leggera per modo di dire. Prevaleva la gioia e il senso di libertà, finalmente potevo spiccare il volo. Potevo volare cazzo e potevo farlo serenamente. Finalmente. Avevo l’approvazione della mia famiglia e vedevo la gioia negli occhi lucidi ma pieni di domande dei miei genitori.

Ricordo poco di quel viaggio in macchina. Era mattina presto e avevo dormito poco ma comunque avevo dormito. Sentivo un leggero dolore agli occhi come quando mi capita di essere stanca ed ero struccata, libera anche da quello. Via tutto. Una volta arrivati nel parcheggio dell’aeroporto di Malpensa, l’alba iniziava a colorare il cielo di rosa e arancione. Il sole nasceva in tutta la sua grandezza. Una magia, un richiamo dall’alto come a dire: “Io sono pronto a farti volare!”.

Ricordo che ero abbastanza insofferente. Avrei voluto scappare. Avrei salutato tutti velocemente per superare il prima possibile il momento del distacco. Mi destabilizzava molto di più della partenza. Ho sempre odiato questo genere di scene o comunque situazioni in cui è inevitabile dover dimostrare Amore alla propria famiglia. In questo devo aver preso da mio padre però alla fine dei conti ci sforziamo sempre. Se riusciamo a prendere lo slancio giusto siamo più dolci di una rossa mela caramellata.

BBBBONA.

Ora non vedo l’ora di tornare anche per superare questo blocco. Non vedo l’ora di mettermi alla prova. Ci proverò.

Dopo il check-in e una veloce colazione, arrivò il momento dell’arrivederci. Chissà a quando, ma comunque arrivederci. L’ho reso il più veloce possibile, simpatico e non troppo affettuoso. È stato forte.

Prima dei metal-detector, una vetrata trasparente mi separava da loro. Mio papà piangeva, mia mamma quasi. Mia sorella Elena ha appoggiato la mano al vetro, voleva toccarmi per l’ultima volta. Non ci siamo realmente toccate ma attraverso quel gesto ci siamo scambiate un sacco di amore, quello che avevo paura di dimostrare nel momento del CIAO cinque metri prima, giusto due passi più indietro. Quelli decisivi.

Ero ormai già sola, ero già partita. In una mano tenevo ancora la sua e nell’altra la carta d’imbarco e il passaporto.

Quando mia sorella ha toccato quel vetro che ci rendeva già così lontane, mi si è chiuso lo stomaco ma ho comunque risposto con un bel sorriso. L’ho dovuta incoraggiare per l’ultima volta, ho dovuto rassicurarla con una risposta, prima della partenza verso le mille domande. Volevo dirle “A presto amore!” ma non potevo. Non sapevo se sarei tornata e quando, non conoscevo nulla del posto e dell’esperienza che mi aspettava, la mia testa viaggiava curiosa verso mondi lontani e l’idea di non poter toccare più quella manina, mi lacerava il cuore.

Quando l’aereo stava per partire quella è l’ultima foto che ho guardato prima di spiccare il volo.

Il decollo.

Non potevo parlare e mi veniva da piangere. In un secondo ho ripensato a tutti i saluti prima della partenza. Cene, aperitivi, sorprese e regali. Ero soddisfatta, avevo abbracciato tutti. Con fatica ma l’avevo fatto.

Ho letto “Ciao amore, buon viaggio!❤️“, ho sentito in me l’energia di un vulcano e in lei una donna già in grado di capire. Una piccola donna già matura e capace di chiudere silenziosamente in un piccolo cassetto la sofferenza del vedermi partire, augurandomi un buon viaggio con un cuore rosso. Che bellezza.

Sono passati sei mesi da quel giorno. Non ho più toccato quella piccola mano ma è anche grazie a lei se ne ho potute toccare tante altre.

Mese sei finisce.

Mese sette inizia.

Erica, anzi Atmosferica.

Happy Birthday My Darling.

Festeggiare il tuo compleanno da qui, non è per niente semplice. Sento una tristezza che mi appiattisce in questa giornata di pioggia e sole. Non voglio trasmetterti brutti pensieri, semplicemente voglio farti i miei auguri più sinceri scrivendoti anche del mio stato d’animo.

Diciassette anni di conquiste.

Sei una potenza e molte volte te l’ho ripetuto. Credo che dirti quanto sia orgogliosa di te e dei tuoi traguardi, sia importante e non scontato. Quando ripenso ai miei diciassette anni, rivedo in una ragazzina ancora incosciente e inconsapevole di tante cose. Non avevo cognizione di me ed ero piuttosto avventata nel prendere decisioni. In questo sei avanti anni luce e mi chiedo come sia possibile sentirti dire certe cose che per me erano impensabili alla tua età. Mi ammonisci, mi fai ragionare, mi guidi e sai essere di grande supporto.

Hai una tenacia e una determinazione che spaccano il mondo e quando ti prefiggi obiettivi, sei la numero uno nel raggiungerli senza troppi sforzi. Sai organizzare e organizzarti e sai distinguere le priorità da tutto il resto.

Vuoi una cosa? Vai e te la prendi.

Fai fatica? Sopporti e resisti.

Hai le idee chiare, forse non sai ancora chi sei, ma su questo non devi avere fretta perché sei sulla strada giusta per scoprirlo. La tua danza, i voti positivi a scuola e la luce nei tuoi occhi, sono tutte prove del tuo valore e della tua crescita continua e inarrestabile.

Quando ti lasci prendere dagli attacchi di nervosismo, ti capisco. Voglio dirti che quelli sono normali e faranno sempre parte della tua quotidianità fino a quando deciderai di condurre una vita impegnata e piena di grandi sfide, come stai facendo. Sei anche altruista, ti piace aiutare e metterti al servizio di chi ha bisogno. Questo ti rende ancora più speciale e sappi che aumenta esponenzialmente il tuo valore di piccola donna dal grande cuore.

Sei energia e carica, sei musica e simpatia, sei espressione e determinazione, sei magia e matematica, sei solare e rassicurante, sei grande!

Porca miseria, mi sembra ieri…

…ripenso a quando cercavi di imitare il mio modo di parlare, di gesticolare e di vestire. Amo questa foto proprio per questo. Mi seguivi in ogni espressione, mi amavi, mi ami. Sempre. Reclamavi un giro con me per negozi o una cena a tu per tu con la tua sorellona. Mi vengono in mente numerose scene in cui mi mostravi ai tuoi amici piena di soddisfazione.

Mentre dicevi “Lei è mia sorella!”, i tuoi occhi si riempivano di gioia e mi facevi sentire l’amore che provavi per me. Mi mostravi come se fossi il tuo trofeo, la tua medaglia d’oro, una vittoria, una fortuna.

Oggi sento un legame molto forte, ci unisce la famiglia e l’amicizia, la confidenza e il nostro sguardo. La fortunata sono io perché so di avere la certezza che sarai mia per sempre e farò il possibile per renderti felice quando tutto il mondo sembrerà crollare.

Quando sono partita, la più grande tristezza era la consapevolezza di perdermi un periodo sostanziale e trasformante della tua crescita, sapevo di andare dove non avrei potuto sostenerti nelle tue battaglie quotidiane e capirti nelle tue crisi esistenziali e adolescenziali.

Quante ne ho superate! Tranquilla è tutto normale!

Spero di riuscire a trasmetterti anche da qui il grande amore che provo per te. Un giorno speciale come questo, deve regalarti la felicità di essere un anno più grande, ma anche la razionale calma. Non avere fretta di crescere perché ogni cosa avrà il suo tempo.

Io ti mando un abbraccio oceanico. Aspetto impaziente il giorno dell’abbraccio vero in cui realizzerò quanto tu sia cresciuta ma non quanto tu sia grande.

Questo già lo so.

Happy Birthday My Darling.

I love you.

❤️

Erica, la tua sorellona.