Paesaggio in viaggio.

Prima di parlarvi del paesaggio che si attraversa seguendo la costa occidentale, ho voluto aspettare di arrivare alla meta.

Siamo qui, Exmouth è stata conquistata.

Guardando alla strada fatta, posso distinguere ora con chiarezza, tanti colori, atmosfere e animali, secchezze e strade sempre lunghe ma mai uguali.

Dopo qualche centinaio di chilometri, mi sono accorta che piano piano tutto cambiava, dopo altri chilometri, tutto si trasformava di nuovo.

Procedendo verso nord, la sabbia che costeggia la via diventa rossa, di un rosso fuoco. L’oceano inizia a calmarsi fino a dimenticarsi le onde regalando pace. Il sole è da sempre molto caldo, ma salendo non si sta peggio come ci avevano detto. Qui le temperature sono spesso più piacevoli della città. A Perth ricordo di aver avuto parecchie volte la sensazione del troppo vento o del troppo caldo. Infine, le distese sempreverdi di cespugli, diventano pianura secca.

La vegetazione è costituita da una prateria arida composta da erbe e arbusti. Qua e là mucche e pecore al pascolo, dimenticate da Dio.

Le vedi che brucano l’erba al lato della strada, oppure a centinaia di metri nell’entroterra. Hanno un pelo lucido e sano. Le mucche marroni dell’Australia. Ho visto che stanno bene ma vorrei che qualcuno si prendesse cura di loro.

Le pecore invece, mi sembravano troppo magre. Avevano bisogno di acqua e coccole. Per chilometri e chilometri nessun centro abitato, nessuno che potesse aiutarle. Qualche trattore parcheggiato nel niente, mi faceva sperare ci fosse qualcuno.

Quel qualcuno che le aveva portate lì.

Se l’avessi incontrato giuro che gliene avrei dette quattro.

Le capre, attraversano la strada molto lentamente. Sei costretto a frenare e a procedere con cautela. Una di loro era grigia, era sicuramente la mamma. Stava in coda ed era la più grande. Vigilava e con i suoi movimenti le guidava verso il lato opposto della strada.

Mi chiedo come ci possa essere arrivato un cavallo, marrone anch’esso. Era lì da solo, sotto al sole cocente e senza nessuno che gli spazzolasse coda e criniera. Che ingiustizia. Si mimetizzava e non mi andava giù il fatto che fosse da solo.


Quanta solitudine.


Poi ho pensato che quegli animali, forse, stanno bene così. Hanno sempre vissuto in natura. Nella steppa australiana. Sanno come vivere e come sopravvivere. Avranno le loro fonti da cui attingere cibo e acqua e chissà che bei posti vedono.

Magari verso sera fanno lunghe passeggiate.

Dopo questa parentesi, ritorno al paesaggio. È davvero affascinante e coinvolgente. Appunto perché ogni due/tre ore di viaggio cambia drasticamente, nella sua monotonia è molto vario. Ti viene voglia di non smettere mai di guardare fuori dal vetro. Una sorpresa può arrivare all’improvviso.

Colori sorprendenti sempre in corsa, il cielo che cambia, le nuvole che non coprono mai il sole e leggere colline che creano dune sulla strada. Pochi cartelli indicano quale sia la prossima città o la successiva area di sosta. Tanti chilometri tra una e l’altra. Ad una curva può aprirsi il mare, dopo una salita o durate una discesa. Generalmente lo vedi a sinistra ma poi, te lo trovi a destra.

Che strano.

Come vi dicevo nelle prime righe, cantando canzoni e macinando distanze, la meta di Exmouth è stata conquistata. Vando è talmente felice e soddisfatto di averci portato fino a qui che ha deciso di prendersi un paio di giorni di riposo.

Abbiamo un problema alla pompa della benzina che sistemeremo lunedì mattina. Fino a quel momento ci godiamo il relax di un fantastico campeggio, forse il migliore tra quelli conosciuti. Abbiamo la piscina, una grande cucina e mille specie di pappagalli e gabbiani che ci deliziano con i loro versi più assurdi.

Ciao amici.

Erica, anzi Atmosferica.