Il blocco dello scrittore.

Oggi sono totalmente bloccata.

La mia mente ripensa ad un simpatico aneddoto, accaduto circa un mese fa quando ancora lavoravo in Farm a Pemberton.

Matteo in uno dei nostri discorsi, ricordo che mi parlò di quanto fosse stupito dal fatto che io avessi qualcosa da dire ogni giorno. Questa sua riflessione, lo portò a rivolgermi una domanda:

“Ma se un giorno ti capiterà di avere il “blocco dello scrittore” che farai? Di che parlerai? Non scriverai?”

In maniera disinvolta e simpatica risposi:

“Beh, parlerò del “blocco dello scrittore” e cercherò di capire cosa mi lascia senza parole…”

🙂

Credo sia arrivato il giorno.

Non che non abbia nulla da raccontare, anzi avrei molto da dire, ma credo che i miei pensieri siano così fitti e nervosi da non farsi prendere, analizzare, selezionare. Sento un forte baccano nella mia testa, accentuato dal vento che mi sbatte in faccia entrando dal finestrino di sinistra.

Potrei provare insieme a voi, a capire il motivo di questo intasamento. Voglio provare a gettare l’amo e, se un po’ di fortuna mi assisterà, pescherò i pesci più grossi e sostanziosi… In questo mare agitato che non si dà pace. Mi sono resa conto di questa difficoltà quando, dopo aver scritto qualche riga, cancellavo e riscrivevo. Cancellavo e riscrivevo di nuovo. E poi ancora…

Vorrei parlare a voi Donne che mi leggete, vorrei scrivere del nostro viaggio che da Adelaide sta proseguendo verso sud e vorrei, attraverso la scrittura, spegnere questa forte insofferenza che mi chiede insistentemente un letto, una stanza, un armadio.

Procedendo con ordine, vorrei dire a tutte voi Donne che siete una potenza incredibile. Non dimenticate mai, e dico mai, quanto siete speciali per voi stesse, per le altre Donne e per gli Uomini della vostra vita. Se non ci fosse questa forte forza che mi tira verso il basso, oggi, riuscirei a trasmettervi più energia e motivazione ma vi chiedo di cogliere questa mia vicinanza espressa in poche righe e senza troppi giri di parole.

Tanti auguri a tutte voi e se per caso oggi non riceverete gialle mimose, fregatevene perché non sono dei banali fiori a determinare il vostro grado di importanza nel mondo e nella vita. Voi siete vita. Voi date la vita.

I fiori colorano una stanza di profumo, voi rendete il mondo migliore.

Vi dedico il tramonto di Adelaide, con i suoi colori e la sua atmosfera. Condivido con voi questa palla infuocata che illuminava i miei vestiti e l’acqua del mare, diffondendo una luce dorata nel buio della sera.

Il secondo argomento da affrontare è il nostro viaggio. Stiamo scendendo verso la città di Melbourne ma prima di toccare la meta, faremo delle soste lungo la strada. Ovviamente. Potete geolocalizzarci a Mount Gambier, a sud di Adelaide di circa 400 chilometri. Nonostante sia iniziata da qualche giorno la stagione autunnale, qui il caldo non si è ancora placato e finché lì da voi non smette di nevicare, penso che per la storia dei contrari, qui continuerà a persistere un caldo direttamente proporzionale al vostro freddo.

Il terzo argomento è quello della sofferente insofferenza che mi colpisce sempre senza preavviso. Sto ascoltando il mio corpo e i miei bisogni, sto parlando tanto nel mio silenzio e sto andando a fondo di parecchie questioni. Mi sto analizzando. Ormai è dal 28 Dicembre che vivo una vita nomade, dormendo in un Van Mitsubishi, caro e insostituibile Vando. Gli sarò per sempre grata dei meravigliosi posti che mi ha fatto vedere sfidando temperature ardenti e tempeste impetuose, ma il mio fisico inizia a cedere. Ultimamente sento il bisogno di sprofondare in un letto, di ripiegare ordinatamente i miei vestiti in un armadio e di avere un bagno tutto mio, senza doverlo condividere con le signorotte che sto incontrando nei campeggi di tutta Australia. Credo di aver bisogno di stabilità e di spazi solo miei dove potermi ritrovare e riordinare, rilassare e ascoltare. Dall’altro lato però, questo mio bisogno deve essere placato ancora per qualche giorno. Devo fare pace con corpo, anima e cervello perché non è ancora il momento…

Non posso fermarmi, non ora.

Erica, anzi Atmosferica.