Sydney e i suoi colori.

Mentre sgranocchio croccanti cereali integrali al miele, torno a casa. Sono andata a Coogee a godermi un’intensa lezione di Yoga all’ora del tramonto. Tra le 16.30 e le 18.00 la luce ha cambiato mille colori fino a scomparire lasciando il posto a quella di tondi e bianchi lampioni. Il mare dalla vetrata non si vedeva più, rimaneva solo il rumore delle onde.

Respiro ogni secondo come fosse l’ultimo cosciente del fatto che il tempo che mi rimane qui non è poco ma nemmeno infinito.

Torno con un pullman rosso, l’M50. Per i miei gusti fa un po’ troppi stop ma mi accompagna fin sotto casa quindi…COMODITÀ. Stasera la città è abbastanza trafficata, vedo troppe luci rosse tra macchine e semafori, vedo il rosso nei sedili riservati agli anziani e ai disabili, lo vedo nella scritta “BUS STOPPING” e sul tasto per chiamare la fermata. Vedo il rosso nel rossetto della ragazza seduta qui vicina e lo vedo anche sulla scritta “EMERGENCY EXIT”.
Se mi concentro sul rosso ne vedo troppo. Com’è questa storia?
Vedo il rosso nelle insegne di negozi e ristoranti, luminose o spente, grandi o meno appariscenti. Vedo rosso in un bacio e nell’Amore, nel mio cuore e nella passione.
Sydney è anche rossa.

Sydney in realtà è di tutti i colori. Dipende da come sei tu, da cosa noti e da quello che vuoi vedere. Sydney varia in base al tuo umore, al tuo slancio verso la scoperta, alla tua voglia di perdizione e alla tua predisposizione ad accoglierla, a stare al suo ritmo, al suo passo.
È tutto un ballo. Varia in base al tuo carattere e alla tua personalità, varia a seconda della compagnia e dei pensieri. Sydney può essere per tutti ma anche per nessuno.
Può essere di tanti colori, come di uno.

Può diventare anche tutta nera se non ti impegni, può appiattirti e schiacciarti, sa essere egoista, monotona e, in questi giorni, anche fredda. Può chiuderti in casa e non farti alzare dal letto, può farti fare incubi la notte e assalirti di ansie quando c’è il sole. Può tirarti giù, appesantirti con le sue storie sulla lontananza e la nostalgia. Se vuole, sa essere stronza.

Cattiva.

Eccome!

Direi che potrebbe essere anche blu. Un colore dalle mille sfumature, misterioso e affascinante. Quando penso al blu, non penso mai a un colore solo. Il blu sono tanti colori ma comunque tutti profondi e introspettivi. Riflessivi. Scuri ma non soffocanti. Il cielo danza azzurro tra i gabbiani, il mare riflette il suo colore e quando a riva l’acqua è bassa, è anche turchese, smeraldo. Il blu cobalto lo vedo anche nella mia sciarpa preferita, noto il blu corallo nella tazza che uso per la colazione. Che sballo!

Sydney quando c’è nebbia è grigia, triste e glaciale. Il cielo coperto di nuvole non parla, sta muto. I senzatetto in ginocchio sui marciapiedi trasmettono dolore, e i rumori dei lavori in corso diventano assordanti.
Che torpore. Le monete, le banconote, quanti soldi. Quanta gente!
Viene voglia di gridare e di soffiare via il grigiore, un assassino colore.

Quando vedo la città bianca penso mi voglia accecare. Le vetrate dei grattacieli riflettono i raggi del sole con potenza e insistenza. Gli specchi di Sydney ti colpiscono in faccia con luci taglienti, ma ugualmente illuminanti.
Viva la luce.
La vita.
Il bianco che lascia la scia.

La vedo anche anche verde quando mi coccola in un morbido prato e mi permette di attraversare la strada. L’omino che lampeggia da il “via libera”. Verde.
La vedo verde nei broccoli che faccio bollire a fuoco lento per cena e nell’insalata sempre troppo piena di oliosi e saporiti dressing. Che pena!
La vedo verde nel Brasile e nell’Italia, nelle bandiere, nelle culture, nelle chiacchiere e nella danza.

Come in tutte le città, come in tutto il mondo, la cosa più giusta da fare è cercare di essere camaleontici e assaporare con gusto ogni colore, capirlo, interpretarlo ed imitarlo. È giusto mimetizzarsi, è bene farlo per lei e per rendere tutto più facile.
È un esercizio e un allenamento, una scuola e un insegnamento.

I colori di Sydney sono tanti, non sono solo questi. Forse è anche gialla e arancione, è rosa e pure marrone.
A me piace vedere i miei colori in lei e in fin dei conti, mi piace rifletterli negli occhi suoi.

Erica, anzi Atmosferica.

Respira e ascolta.

Fermerei il tempo per avere la calma di spiegarti come mi sento. Ora.
Tra dieci minuti già mi sentirò diversa perché il tempo passa, l’energia fluisce e nulla si può fermare.

Voglio descriverti cosa sento quando esco da una lezione di Yoga. Sento la pancia vuota, la testa libera, mi sento leggera e aperta. Capisco solo ora quelli che dicevano che trovavano la loro dimensione in questa disciplina, quelli che ne parlavano coinvolti e motivati, quelli che io guardavo con aria titubante.
Parevano su un altro pianeta.

Sì perché ho sempre reputato lo Yoga una pratica stupida e statica. Anche io l’ho sempre visto come uno sport che più che stimolare i muscoli, stimolasse il sonno.
Ho scoperto, invece, che i protagonisti sono proprio i muscoli che lavorando cercano equilibrio tra energia e forza.
L’equilibrio devi cercarlo tu in realtà, devi mettere il tuo corpo nella condizione di adagiarsi, di fermarsi, nonostante le posizioni siano tutt’altro che semplici e la gravità ti tira costantemente verso il basso. Lì poi, con il respiro e la concentrazione devi restare in quel punto. Dipende tutto da te.

Una nuova passione?
Può darsi.

Sicuramente la vita mi ha offerto la possibilità di capire lo Yoga, in un momento in cui tutto era fermo.
Io ero in movimento ma tutto il resto fermo. Immobile.
Pensieri pesanti, respiro poco sciolto e corpo sempre in tensione. Piattezza emotiva, un momento difficile e duro, la città schiacciava ogni spinta e la forza veniva a mancare.
Ho provato ad avvicinarmi a lui, mi chiamava e ho accettato il suo invito. Ero pronta e l’ho capito.

Mi ha fatto comprendere che è importante ascoltare il proprio corpo, mi ha fatto sudare, mi ha fatto espellere tossine ed energie negative, mi ha liberato l’anima e mi ha fatto venire ancor di più, la voglia di coltivare la più bella relazione d’amore. Quella con me stessa.

Muovo il mio corpo, libero le tensioni, mi concentro sul presente e sul respiro. Inspirazione ed espirazione, sono fondamentali. A volte anche con la bocca aperta. Quanto è bello buttare fuori tutto, così, con un respiro. Non che abbia imparato del tutto eh… Ancora adesso qualche volta mi dimentico di respirare.

Apnea.

Mi sono innamorata di me stessa e sono felice di trovare libertà e rinascita in una disciplina che potrò coltivare nel futuro dove vorrò, quando e con chi.

Ricordero per sempre, però, come e dove tutto ciò è avvenuto. Una magia che mi ha salvato, una chiamata che ho sentito chiara.

Sto bene grazie al mio corpo e al mio istinto. Sto bene grazie ad una scoperta che non è una città, non è una persona o un oggetto prezioso.
Sto bene grazie alla vita, al mio mondo e alla mia continua crescita interiore.

Sydney, in questo caso, è un contorno gustoso e anch’esso mai provato prima. Forse anche lei aiuta a rendere tutto speciale, anzi… Sicuramente.

Non sono i grattacieli possenti e non è lo spettacolo che vedo ogni sera dal balcone di casa. Non sono delle scarpe nuove che nel giro di pochi mesi saranno consumate e non è l’autunno in arrivo che presto finirà. Non sono le foglie che ancora non cadono o il freddo che freddo non è e forse non sarà mai.

È Sydney e io sono una viaggiatrice in sosta. È senz’altro il mare che sento urlare tra un respiro e l’altro, è quel posto che ogni volta che ci vado mi sembra magico. Ancor più della volta prima. Il mare con la luce e con il buio. Il mare e basta.
È la vita che è una grande opportunità ed è il mondo che va ascoltato perché ha molto da dire.

Erica, anzi Atmosferica.

Che domenica Bestiale.

Sai che a volte mi piace sedermi per terra??
In casa lo faccio spesso, soprattutto quando i divani e le sedie sono pieni. Si vede tutto dal basso, dal suolo, dal contatto.
Osservo ciò che accade intorno a me come se fossi invisibile e la mia attenzione viene catturata da cose che quando sono in piedi non vedo.

Adesso sono seduta sul pavimento, abbiamo una moquette grigia in soggiorno. Una vera merda.
La moquette l’ho sempre odiata, sarà anche morbida ma trattiene troppa polvere, troppo sporco invisibile ma che poi finisce nel mio naso senza che me ne accorga. Tipo in questo momento, acari volanti stanno sicuramente sguazzando nei miei polmoni. Io che sono allergica alla polvere, io che dovrei evitare di sedermi così, con le gambe incrociate e la schiena appoggiata al muro.

Ma voglio farlo. Mi piace sentirmi invisibile.

Oggi il tempo era bello e ho visto un gabbiano spiccare il volo a pochissimi centimetri dal mio naso. Anzi, una gabbiana.
Caspita non sarà mica sempre lei!
Secondo me mi segue, sarà mica quella curiosona di mia mamma che vuole sempre sapere tutto e se potesse trasformarsi in una gabbiana, mi seguirebbe in ogni dove, anche solo per starmi vicino e trasmettermi il suo amore.


Mammina tranquilla che lo sento molto.

Prima di Yoga ti stavo pensando perché sentivo uno strano calore nell’interno coscia. Gamba sinistra. Ho giusto pensato che avrei voluto parlare con te ma ancora dormivi. Mattia, l’Ingegnere Calciatore, mi ha detto che dovrebbe essere solo una leggera infiammazione del muscolo. La maestra di Yoga ha detto la stessa cosa e mi ha suggerito di fare un adeguato stretching.
Ora sto bene, non lo sento più da qualche ora.
Dicevo… Avrei voluto chiamarti ma dormivi.
La gabbiana è intervenuta, mi ha dato le spalle per qualche secondo e poi si è girata. Mi ha guardato e poi ha spiccato il volo.

Mamma… Eri tu?
Avevo davvero bisogno di te. Di uno dei tuoi consigli. Mi mancavi.

Coogee oggi era spettacolare, il mare era mosso e ad un certo punto una bolla di sapone è volata sopra la mia testa. Una bimba stava soffiando sulla spiaggia, l’ho intravista poco dopo, guardando tra i rami di un albero che copriva la vista.
Il cielo era favoloso, aperto, azzurro, sereno. Qualche nuvola sì, ma bianca.

Come va la vostra domenica pomeriggio? Mammina?

Qui tutto regolare a parte qualche acciacco.

L’Ingegnere Calciatore oggi è stato male. Sono corsa in soccorso con una Pepsi Cola. Ne aveva bisogno per digerire, per buttare giù o per tirare su. Aveva una faccia da panico ma sono certa di averlo fatto ripigliare un po’.
Parlava strascicando frasi serie ma faceva ridere, mi sembrava il Papà quando sta male.
Non riuscivo a preoccuparmi! Sembrava la fine del mondo e non sapevo come fare. Mammina mi rendo conto che quando qualcuno sta male, parlo come te. Dico le stesse cose, nello stesso modo.

“Dai…mettiti dritto con la schiena, non stare storto che se no ti senti peggio.”

“Dai…fai qualche sorso di Pepsi e limone, vedrai che digerisci.”

“Dai…però più tardi mangia qualcosa eh, non puoi vivere d’aria.”

“Dai…magari adesso ti fai una bella dormita, vedrai che poi ti senti meglio!”

“Dai fai dei respiri profondi, non stare in apnea…”

Ahahaha! 🙂

No, vabbè, sono stata brava Mammi…Giuro che poi si sentiva meglio!

Ora sono a casa, mi rilasso e mi sento bene. Lo Yoga mi fa rifiorire e respirare! Oggi la maestra mi correggeva e mi sorrideva. Ormai sono una della classe, sono integrata. Sono contenta!

Quella vetrata che si apre sull’oceano poi è sempre un’emozione unica. Quando facciamo lo stretching finale, mi concentro sul rumore delle onde e respiro con loro. Una meraviglia Mammina Mia.

Continua a seguirmi, miraccomando.
Vola ancora da me!
Se hai voglia di venirmi a trovare, ti aspetto domattina sul balcone di casa.

Erica, il tuo Granellino.

Vorrei incontrarti tra tre anni.

Eccomi!
Scusami!
Il venerdì è sempre super busy, come direbbero qui.
Significa pieno, impegnato, affollato.
Busy può essere un locale, una persona, una giornata…ecco.

Sono un po’ influenzata e il freddo sta arrivando. Mi godo la pace uggiosa di un pomeriggio d’autunno. Un sabato da cinema, una maratona di film in compagnia, commedie e drammi, lacrime e risate.
Uno sfogo e una coccola.
La vetrata è già buia e riflette la nostra immagine come uno specchio.

Ieri sera sono andata ad un evento yogi con la mia collega di lavoro, Sarah. In occasione del Full Moon Party, una serata tutta bianca accoglieva un centinaio di persone piene di energia e connessione. Un’ esperienza particolare, musica dal vivo, un giovane ragazzo ha parlato a inizio serata, un’ introduzione unificatrice e decisamente mai sperimentata prima. Dopodiché balli liberi, espressione del corpo, colori sulle facce sorridenti e pura vida.
Zero alchool.
Solo musica ed energia.

Già dall’inizio, la serata si prospettava speciale. A Bondi Beach il cielo mi chiamava, colori rosati e gialli si mescolavano senza sosta, nuvole fitte ricoprivano la luna piena che già dalle 18, era sopra la mia testa. Un cielo strano che apriva una serata strana, voleva dirmi qualcosa? Mi sono lasciata accompagnare, ho catturato tutto, anche quella foto di una comune via che però mi sembrava speciale. Ho aspettato un momento in cui l’immagine fosse come volevo, ma nemmeno troppo perché il cielo sarebbe cambiato nel giro di pochi minuti. Secondi.

Ho incontrato Jennifer, una ragazza italiana. Piemontese. Non ho approfondito la conoscenza con molte persone, lei però mi parlava con gli occhi e ho deciso di ascoltarla. Ho deciso di parlare anche io. L’atmosfera era bianca in quella sala di luci colorate, però, lei già si distingueva. Era vestita di un colore prugna, marrone, scuro comunque.
Ci siamo incontrate all’ingresso e poi di nuovo dentro, dove per caso ci siamo trovate sedute vicine. In attesa dell’inizio, eravamo tutti accomodati sul pavimento, tutti molto vicini. Già si sentiva un’unione strana. Coinvolgente.
Lei vive a Sydney da qualche anno, tramite ogni tipo di visto e poi finalmente uno sponsorship, è riuscita a rimanere nella sua amata città, che tanto l’ha cambiata e fatta rinascere. È tornata in Italia poche volte, qui è sempre stata troppo bene e ha sempre cercato e creato ogni soluzione per prolungare la sua permanenza. Mi sono bastati pochi minuti per sentirmi del suo stesso colore, sulla sua stessa frequenza.

Con la sorella ha viaggiato per l’Australia a bordo di un Van, ha gli occhi azzurri e i capelli rossicci, scuri. Abbastanza lunghi. Era elegante e profonda, era timida ma estremamente aperta. Occhi accoglienti. Percepivo il suo vasto ed esplorato mondo interiore. Lei sapeva.

Qui fa la maestra di Yoga, con il suo sorriso mi raccontava di quanto è grata a questa disciplina che le ha cambiato la vita. A causa della sua timidezza, non avrebbe mai pensato di arrivare ad insegnarlo, ma con grande gioia, oggi può trasmettere alle persone tutto il benessere e la magia che lo Yoga le regala.

Le ho parlato della mia personale esperienza. Anche io mi sento grata a questa sorpresa che è venuta a bussare alla mia porta in un momento di piattezza emotiva. È entrata nella mia vita in un momento in cui potevo capirla, la aspettavo e mi ha portato aiuto e sostegno. Fisico ed emotivo. Lo Yoga mi apre e mi fa sentire leggera, la sensazione che sento nel cuore è appagante e il cambiamento nei miei occhi e nel mio fisico è già evidente. Lo vedo. Ora mi vedo.

Abbiamo parlato poi di dove viviamo, abita nella mia stessa via.

Quando le ho detto il mio numero civico, ha sgranato gli occhi.
Quando le ho detto il numero del mio appartamento, è rimasta ancor più basita.

Tre anni fa, abitava nella mia stessa casa.
Piano 22, appartamento 146A.
Dormiva nella mia stessa stanza e come ha ben detto, questa casa ha una vista spettacolare sulla baia. Non la dimenticherà mai.

È stato strano.
Ero incredula.
Mi sono quasi rivista in lei, come sei lei volesse farmi vedere un po’ di quel che sarò tra tre anni.
Come se io stessi vivendo la sua vita di tre anni fa e fossi arrivata a lei per ricordargliela, qualche scena, la sua vecchia casa.

Una sensazione assurda. Uno scambio di realtà.
Mi sono anche sempre chiesta come starei con i capelli rossicci, scuri e lunghi fin sotto le spalle.

Lei mi ha fatto vedere che starei molto bene.

Namastè Jennifer.

Erica, anzi Atmosferica.

La mia verde dimensione.

Parco di Pyrmount. Parchetto.
Si svolge così il mio sabato pomeriggio di relax con gli amici. Ho seguito l’invito dei miei coinquilini e sono venuta a godermi il verde di questo grande prato incastrato tra il il porticciolo di Darling Harbour e la strada. Un quadrato di terra circoscritto in pochi metri e vicinissimo a casa.

Osservo Fabio, Victor e Giuseppe che si scambiano palleggi, una ragazza si esercita in acrobazie da barman qui dove il suolo è morbido e non c’è pericolo per bicchieri e bottiglie rotanti. Un ragazzo sulla panchina legge un libro, due amici asiatici mangiano sushi e bevono una Coca-Cola. Lui e lei fanno esercizi sincronizzati tutti vestiti di colori fluo.
Quanto mi piace osservare.
🙂
Mi rilassa.

Comunque…
Come stai?
Io molto bene!
Ieri non sono riuscita a scrivere perché mi sono lasciata trasportare dagli eventi. Finito lavoro alle due del pomeriggio, sono andata per negozi alla ricerca di un paio di fuseaux sportivi e super colorati. Avevo voglia di attrezzarmi adeguatamente per la mia nuova attività fisica. Un po’ come i ciclisti che devono indossare le loro tutine aderenti, i nuotatori un costume comodo, cuffia e occhialini olimpionici, i motociclisti senza la loro tutina in pelle non viaggiano e i calciatori non giocano senza scarpette e parastinchi. Il tennista deve avere la sua racchetta, il corridore le sue scarpe e la ballerina classica le sue punte.
Embè?
Io devo avere un paio di fuseaux super colorati, elasticizzati e adatti al mio nuovo yoga.

Così, dopo un bel giro per negozi e dopo aver valutato le varie offerte (troppe), ho optato per i migliori. Colorati di blu, azzurro, bianco e verde. Costosi ma troppo belli. E visto che le cose o si fanno bene, o non si fanno, ho abbinato un top traspirante. Una vera figata.
Appena li indosso mi viene voglia di mettermi nella posizione del guerriero.
La conosci?
🙂
Non la conoscevo nemmeno io fino a una settimana fa. Basta che digiti “posizione guerriero yoga” in un qualsiasi motore di ricerca e capisci.
Se mi conosci, oltre a capire ti fai sicuro una bella risata.

image

Vabbè. Comprata l’attrezzatura adeguata, ero pronta. Alle 18 iniziava la lezione.

È stato di nuovo diverso. Terza lezione, terza maestra. Il fatto di provare diversi metodi e tipi di yoga mi piace. La linea guida di base è la stessa, poi cambiano i metodi di insegnamento e di approccio. Cambia la voce, la musica di accompagnamento e di conseguenza l’atmosfera.
Al termine della lezione la sensazione di leggerezza e apertura è pazzesca. Sento la testa sgombra da ogni pensiero pesante e i polmoni aperti, le gambe affaticate ma un benessere fisico e mentale che mi fa volare.

Tornata a casa, i coinquilini stavano preparandosi per uscire. Ovviamente dovevo unirmi al gruppo senza scuse quindi il tempo di mangiare qualcosa per cena e via. Ero molto aperta e dopo la prima mezz’ora di pura stanchezza, ho sentito l’energia tornare in circolo, la batteria di nuovo verde.

Il verde è il mio colore ultimamente.

Quarto chakra, ricordi? Quello del cuore.

Ad ogni modo, è stata una serata davvero piacevole. Ho conosciuto nuove persone e ascoltato storie. Ho ballato e mi sentivo incredibilmente bene! Riscontri positivi e buona energia, testa leggera e apertura.

Avrò trovato la mia dimensione?

I prossimi giorni saranno decisivi per scoprirlo!

Erica, anzi Atmosferica.

Tre emozioni.

Parola d’ordine di oggi è:
Emozionati.

Parola d’ordine nel senso che è un ordine.
Un imperativo.
Quando a scuola studiavo questo tempo verbale, la maestra diceva che generalmente è seguito da un punto esclamativo.

E allora…

Emozionati!

Piangi per te stesso, ridi di te stesso, sorprenditi e vivi la tristezza. Abbandonati ed emoziona te stesso. Sto sforzandomi di lavorare principalmente su questo, dopo aver superato giorni di piattezza emotiva ed emozionale. Quando ci ero dentro, non me ne rendevo conto come ora. Sto andando alla ricerca di forti emozioni che mi facciano liberare grandi respiri e perché no, piangere un po’.

…ti starai chiedendo…

“E come fai??”

Guardare un bel film è già un’idea. Fatti consigliare un titolo da un amico o da una sorella! Potrebbe anche essere un modo per creare contatto e connessione. Più di una volta mi è capitato di chiedere un titolo di una canzone, di un film. Quale modo migliore per emozionarsi pensando a una persona speciale?
Ho appena finito di vedere “Aloha”, conosci?
Beh, un paio di lacrimuccie sono scese. Mi sono lasciata travolgere dalla storia, dall’amore e dalle incomprensioni, dal linguaggio dei segni, dalle parole degli occhi e dall’adrenalina spaziale. Se hai voglia di emozionarti e spendere due ore piacevoli senza impegnarti in un film più complesso, te lo consiglio!

Per emozionarmi vado al mare.
Mi ci porto con un bus rosso, nella borsa un telo mare, una bottiglia d’acqua, gli occhiali da sole e un po’ di musica rilassante. Mi sdraio sul prato, mai completamente, e guardo l’orizzonte. Il chakra del cuore si apre, é quello delle relazioni e dell’apertura. Sai, a me si concentra tutto lì. Nella bocca dello stomaco. Quando sono arrabbiata, nervosa, chiusa, impaurita o tesa, sento un grande nodo lì, che blocca anche il respiro. Quando sono emozionata, felice, in sintonia con la natura, in pace con me stessa e in equilibrio con ciò che mi circonda, sento in quel punto un leggero turbinio di energia buona.

Verde.

Spazi ventosi e ariosi mi aiutano a liberare e sciogliere, mi aiuta cantare e ridere.

Il trucco sta nell’ascoltarsi. Metti una mano nel punto del quarto chakra e prova a sentire il tuo respiro, il tuo battito cardiaco. Chiudi gli occhi.
Quello è il punto dell’equilibrio. Il centrale di sette.

Un terzo modo per emozionarmi, l’ho trovato nello yoga. Non ti so dire se è la novità o se davvero mi emozionerà sempre ma le sensazioni che provo sono quasi indescrivibili.
Dico “quasi” perché vorrei provare a trasformare in parole.
Ieri ho provato una nuova tipologia, la maestra era un’altra e la sala piena. L’atmosfera era calma e soffusa, delle candele sulla lunga vetrata liberavano profumi e già ancor prima di iniziare, mi sentivo nel posto giusto. Un esercizio di stretching prima di quelli più faticosi, mi ha fatto entrare nella mia dimensione. Sono stupita perché nonostante si è in gruppo, ognuno vive la propria esperienza, strettamente personale. Lei ha intonato dei mantra che di tutta risposta il gruppo, cioè noi, doveva ripetere. Un canto in sanscrito che richiamava il contatto con l’universo. Lei aveva una voce profonda ed angelica, liberava un’energia unica.

Momenti di pura emozione.

Momenti in cui stai lì, sdraiata sul tappetino blu con un cuscino sotto la testa.
Momenti in cui ti chiedi…
“Ma davvero sto facendo tutto questo? Ma davvero mi sta facendo così bene? Ma davvero sono riuscita a raggiungere una tale sensazione di benessere?”

Tra sudore e respiri a bocca aperta, lo yoga risulta faticoso ma estremamente liberatorio. Ogni muscolo trova il suo momento e quel punto lì, alla bocca dello stomaco, si scioglie completamente. Si apre. Si libera.

Beh, queste sono le mie emozioni. Spero che anche tu abbia i tuoi segreti per liberarti dalla tensione di una “giornata no”, per sentirti in equilibrio anche dopo una litigata o per piangere quando è da troppo tempo che non versi una lacrima.

Se non ci avevi mai pensato, trova i tuoi angoli di pace in cui liberare le tue emozioni. Prenditi il tempo di vivere fino all’ultimo respiro ogni tua emozione.

Che sia gioia
che sia dolore
sempre di emozione si tratta.

Erica, anzi Atmosferica.

Grazie Vita.

Sto tornando da Coogee.
Non voglio aspettare di arrivare a casa per scrivere perché devo fissare queste sensazioni adesso. Ora. Sul bus M50.
Dopo il lavoro, verso le due di pomeriggio, ho deciso bene di andare verso il mare. Ero già stata a Coogee in un pomeriggio nervoso e confuso, oggi avevo la serenità di ritornarci.
Già l’altra volta, avevo visto una scuola di Yoga, proprio lì, affacciata sul mare.
Una grande vetrata dava sull’oceano e sempre in modo confuso avevo pensato che sarebbe stato bello provare, salire quelle scale e chiedere informazioni.
Beh, non ero entrata. Non ero pronta.

Oggi, sono andata con l’intenzione di capire se stavo davvero meglio. Volevo vedere lo stesso mare e la stessa spiaggia, volevo riportarmi davanti alla stessa scuola e capire se davvero mi sentivo meglio. Più predisposta insomma.

Sono arrivata verso le tre e trenta, una mezz’ora di bus è passata leggera con le canzoni di Mengoni a tenermi compagnia. Caro Marco, sei ormai la colonna sonora dei miei viaggi. I pensieri erano leggeri. Stavo bene.

Mi sono rilassata per un po’ sul prato verde a ridosso della spiaggia, guardavo l’orizzonte e nel frattempo constatavo che ero in equilibrio con la vita. Una pace profonda e una calma piatta.

Ho ringraziato me stessa. Ero tornata dove dovevo tornare.
IMG_7271

Devi sapere che sono sempre frizzante e molto spesso vorrei riuscire a incanalare la mia energia senza disperderla in modo sbagliato o senza trattenerla nello stomaco.
La parola “Yoga” è volata alle mie orecchie più volte negli ultimi giorni, questa disciplina mi ha sempre incuriosita ma credo di non essere mai stata pronta.

Fino ad oggi.

È così che mi sono avvicinata alla scuola, un edificio verde su due piani. Sulla parete all’esterno sono riportati in maniera ordinata, originale e chiara gli orari di tutti i corsi. Gesso bianco su uno sfondo nero.
IMG_7276

Alle 17 sarebbe iniziata la lezione per principianti. Era il mio momento. Una voce silenziosa mi ha invitato ad entrare e in pochi secondi mi sono trovata dentro. Profumo e pace.

Quella vetrata che dava sul mare era come una visione perfetta. Quando mi immaginavo una sala dove praticare Yoga, non dico che sognavo proprio quella visione ma quasi.
Il mare, il sole, un parquet chiaro e cuscini a volontà.
IMG_7273

La maestra era, anzi, è una ragazza bionda e giovane. Il suo accento australiano era stranamente comprensibile e ben scandito. Seguivo le sue istruzioni partendo dalla respirazione.
Fondamentale nello Yoga e nella vita.

Posizioni faticose ma rilassanti mi distendevano i muscoli, le braccia facevano forza ma il corpo ringraziava. Lasciavo entrare l’energia da quella vetrata e la musica soft mi cullava. Rilassavo i polmoni e il collo, mi allungavo su quel tappetino blu.

Avevo bisogno di una guida, un’esperienza nuova. Pochi minuti sono bastati per entrare in un mondo tutto mio ma aperto all’ascolto.

Al concludersi della lezione, l’indicazione della maestra mi chiedeva di stare sdraiata con le braccia distese lungo i fianchi, i palmi rivolti verso l’alto e il collo rilassato.
Proprio in quel momento, quando la luce si è fatta soffusa, è arrivata lei che con le sue mani calde mi ha massaggiato le tempie.
Un profumo di olio essenziale mi è rimasto sulla pelle e mi è entrato nel naso.
Il sole stava salutando.
Un tocco magico. Giuro.
IMG_7272

Con le sue parole mi ha fatto concentrare su ogni singola parte del mio corpo. Dovevo liberare ogni tensione e sciogliere ogni nodo.
Piedi, caviglie, gambe, fianchi, pancia, petto, collo, braccia, mani, dita.
Con gli occhi chiusi dovevo sentire il contatto con la terra e ascoltare il mio corpo e il suo equilibrio.

Era quello che cercavo.

Namastè e Grazie Vita.

Erica, anzi Atmosferica.