Due mesi.

Inizia il terzo mese in Australia.

Mi piacerebbe fare il classico bilancio di fine mese, un resoconto. Vorrei tirare le somme per la seconda volta, insieme a voi.

La cosa strana è che anche oggi sto viaggiando verso Perth. Due mesi fa atterravo esattamente in queste ore e non potevo immaginarmi niente.

Un salto nel buio.

Sono curiosa di vedere l’effetto che mi farà vedere la città da lontano. Quei grattacieli che tanto non mi piacevano, dopo questo viaggio potrebbero darmi sensazioni diverse.

Forse mi farà bene trascorrere qualche giorno a Perth, forse non vedrò l’ora di ripartire di nuovo.

Due mesi di continua trasformazione e viaggio ininterrotto. Dentro e fuori. Verso nord e ora verso sud.

Una lunga corsa su questa striscia di cemento che separa distese infinite di natura, una continua scoperta di ciò che mi appartiene e che non pensavo potesse mai essere parte integrante di me.

Ho conosciuto un’Erica più simpatica del solito, più ansiosa del previsto e molto avventuriera. La taciturna Atmosferica e quella molto espansiva.

Per il resto solo grandi conferme. Confermo la mia solarità e il mio entusiasmo. Calma e sangue freddo. Sono sempre io, vitale, gioiosa, sempre sorridente e molto riflessiva.

Due mesi di lontananza da Casa. Inizialmente mi mancava, ora ancora di più. Guardando tutto da lontano, vedo tutto più nitido. Ho sempre più chiaro chi sono e chi voglio essere.

In questa vita vorrei fare grandi cose, ho dei piccoli progetti e idee sempre pronte a stupirmi.

Voglio comunicare e vivere di questo. Voglio regalare quello che ogni giorno sento abbondare nel mio cuore, nella mia anima. Voglio donare sorrisi e storie.

Non vorrei smettere mai di farlo.

Voglio vivere a pieno questa esperienza che ricorderò per il resto della vita. Un giorno, quando sarò grande, la racconterò con le farfalle nello stomaco ed emozione. Mi sto espandendo, mi sto moltiplicando e qui c’è tanto spazio.

L’Australia è grande.

Posso crescere a dismisura.

Momenti di silenzio mi stimolano. Penso a cose che potrei fare che mai, e dico mai, avrei sognato di pensare.

Ricordo, una settimana fa, mi sono vista che parlavo a ragazzi giovani. Uno degli impegni che potrei prendermi, potrebbe essere quello di andare a trasmettere motivazione ai più piccoli, vorrei che tutti abbiano il coraggio di sperimentare, di uscire dagli schemi imposti dalla società o magari da un’educazione ferrea. I giovani devono viaggiare prima di avviarsi pretendendo di conoscersi.

Non serve essere ricchi per potersi permettere una ricchezza interiore.

Chiunque può perseguire i propri obiettivi, come meglio crede. È giusto considerare più strade.

Questo lo devo comunicare. La sento un pò come una vocazione.

Un’altra idea è quella di mettere insieme, un giorno, alcuni dei miei articoli, forse tutti o forse quelli per me più importanti.
Potrei scrivere un libro.

Perchè no.

Vorrei anche fare tesoro delle magnifiche fotografie che ritraggono spettacoli colorati. Sì, potrei chiedere a chi ha il talento della pittura, di realizzare dei quadri. Poi vorrei raggrupparli in una grande sala, e vederli tutti esposti in una mostra.

Che ne pensate?

Queste idee sbocciate nella mia testa, si svilupperanno. So che se me ne prenderò cura, potrò farle crescere e annusarne il profumo una volta fiorite.

La cosa certa è che quello che sto scrivendo rimarrà. È scritto e rimane qui per chiunque voglia leggere. Mi sono presa questo impegno senza fatica, sto liberando la mia passione.

Finalmente.

L’idea di lavorare nel grande mondo della comunicazione, organizzare eventi e continuare una strada coerente con le mie precedenti esperienze lavorative. Quella è sempre viva dentro me.

Quando riesci ad uscire dai confini di ciò che consideri normalità, puoi riscoprirti o ancora di più, puoi conoscerti davvero. Puoi anche convincerti che davvero sei quel che credevi oppure puoi trovarti costretto a ripartire da zero.

Due mesi. Qualche settimana di ambientazione, un mese di lavoro come cameriera, l’inglese è migliorato, venti giorni di viaggio e ora, per la seconda volta ritorno a Perth.

E ora?

Scopriamolo insieme.

Erica, anzi Atmosferica.


Quel gabbiano bianco stava lì. Le folate di vento non lo spostavano di un millimetro. Lui voleva stare su quelle pietre ad osservare l’infinito.

Tramonti nuovi.

 

Stavo da qualche giorno aspettando un segnale, una sorta di chiamata. Lo dice sempre la mia mamma, se sai portare pazienza, la risposta arriva. Basta saperla cogliere ed ascoltare.

Da quando sono qui, vi ho sempre parlato di questa città attraverso articoli seri e quasi malinconici. Non pensate che questa specie di tristezza sia data dalla mancanza di casa. Quella inevitabilmente c’è e spesso bussa alla porta anche senza invito. È data dalle sensazioni che vivo qui, solo ed esclusivamente da quelle.

Dal tono con cui vi parlo e vi descrivo Perth, avrete ben potuto capire che non la sento una città che mi potrebbe appartenere. L’ho sempre sentita troppo vuota, calma e lenta. Quando guardo i grattacieli mi chiedo sempre come pensava di riempirli chi li ha progettati. Non ci sono abbastanza persone, non percepisco spazio mancante tanto da innalzare la città verso il cielo. Le trovo solamente costruzioni di facciata, da fotografia, da sogno.

Perth, grattacieli, città moderna, nuova e illuminata la notte.

E poi?

Null’altro.

Appena fuori solo spazi deserti.

Francesca e Mattia mi hanno fatto tornare l’energia che stavo perdendo. Mi stavo adagiando alla troppa tranquillità e chiudendo in pensieri poco stimolanti.

Loro, i ragazzi di cui vi ho parlato pochi giorni fa, arrivati a Perth la settimana scorsa, mi hanno davvero ricaricato le pile! Stavo andando a fare un po’ di spesa, quando li ho incontrati per caso.

Ho espresso a loro la mia voglia di evadere, la voglia di scoprire e spaziare nell’infinità delle bellezze australiane. È bastata la seguente domanda di Francesca per riaccendere i miei occhi:

“Ma se tipo ti dicessimo: ‘tra due settimane partiamo’, tu cosa risponderesti?”

Ho sentito il cuore battere, un brividino scorrere lungo la colonna vertebrale, il sorriso comparire sulla mia faccia e ho lasciato parlare la mia bocca:

“RISPONDEREI DI SÌ!! RISPONDEREI CHE VORREI PARTIRE! SÌ!!”

Francesca e Mattia hanno percepito la mia convinzione, la potenza che si è scatenata in mezzo secondo. tutto era tornato a girare! La mia testa!

Il cuore in gola!

Mi sono sentita viva!

Grazie Francesca!

Abbiamo deciso quindi di organizzare il nostro viaggio, il nostro itinerario. Da oggi ci troveremo per parlare, discutere e pianificare. Servirà una macchina, un piccolo van. Servirà procurarsi il necessario per dormire, una tenda, un sacco a pelo. Nelle prossime due settimane ci impegneremo a trovare uno/due/tre compagni di viaggio stranieri in modo da poter parlare inglese anche strada facendo.

Sarà una figata.

Lavorerò ancora un paio di settimane, dopodiché sarò ben felice di accompagnarmi alla scoperta del mondo. Non voglio fossilizzarmi qui solo perché ho trovato un’occupazione. Ci sono altre mille possibilità per lavorare in Australia. Abbiamo pensato anche che potremo fare delle tappe e raccimolare un po’ di soldini raccogliendo la frutta. Se becchi le zone e le stagioni giuste, sei a cavallo.

Il mio spirito chiede contatto con la natura.

No città.

Sì natura.

Animali!

Canguri.

Delfini!

Oceano.

Tramonti nuovi.

Lunghe strade infinite!

Voglio questo.

I miei compagni di viaggio sembrano volere lo stesso, anzi… sono stati loro ad aprirmi gli occhi.

Saranno due settimane decisive. Io sono carica.

E voi?

Vi terrò super aggiornati ovviamente! Intanto sapete che da oggi inizieremo a pianificare un buon itinerario.

Nessun posto magnifico deve sfuggirci di mano.

Erica, anzi Atmosferica, Francesca e Mattia.


E leggete un po’ qui…
QUANDO SARAI TRISTE…
Quando sarai triste siediti sul ciglio della strada e attendi che il vento ti porti la voce dell’ignoto. Ascolta in silenzio quello che la voce ti dice e poi alla luce del sole, chiediti se tutto ciò è possibile.
Rimani così nella calma sino a quando dal cielo scenderà la sera perché anch’essa avrà un messaggio per te.
Rimani seduto sul ciglio della strada sino a quando si accenderanno le stelle perché anche loro avranno qualcosa da dirti.
Poi verrà la notte con la sua lunga pausa di riflessione e ti verrà in mente la vita.
Allora pensa di essere sempre te stesso a qualsiasi costo e non fingere mai con gli affetti. Accetta con serenità il passare degli anni perché anche la vecchiaia fa parte della vita. Non avere paura della vita.
L’uomo dimostra di essere piccolo o grande a seconda dell’importanza che dà alle grandi e piccole cose.
Ricorda che se sei venuto al mondo hai pieno diritto di esistere ed essere felice. Cerca un dio anche se non sai dove abita e abbi sempre comprensione per tutti.
Rimani seduto sul ciglio della strada fino all’alba. Passerà qualcuno e ti chiederà se ti sei perduto, e tu allora risponderai che ti stai cercando.

Romano Battaglia

Victoria Park.

Buongiorno e buon risveglio!

Secondo giorno di riposo dopo tre giorni di lavoro. Finalmente! Tre belle giornate piene di lavoro!

Ieri mi sono svegliata con la voglia di stare all’aria aperta, respirare, camminare, ridere. Quale miglior posto se non Victoria Park? Quale miglior compagnia se non Paolo, Gabriele e la mia collega Giulia?

Con loro la risata è assicurata, potete starne certi.

Ci siamo trovati per il pranzo e, dopo divertenti scenette al giapponese, abbiamo optato per il parco. Sinceramente ho messo del mio nella decisione perché rischiavamo di girare a zonzo senza una meta e poi, Victoria Park non l’avevo mai visto.

Abbiamo preso il bus, uno a pagamento. Tre dollari una corsa ma puoi usare lo stesso biglietto per il viaggio di ritorno, se è entro due ore.

Funziona così anche con i treni 🙂

ECCO QUESTA LA RITENGO UN’IDEA INTELLIGENTE. PER ESEMPIO.

Bene, ci vedete tutti belli spaparanzati sul prato. Le mosche e le formiche ci infastidivano ma le risate all’aria aperta sono impagabili. Paolo si arrampicava sugli alberi come uno scoiattolo, Gabriele a momenti si isolava sulla riva del fiume e in altri ci immortalava puntando un timer di 10 secondi sulla sua piccola macchina fotografica. CLICK! AUTOSCATTO! Io e Giulia ripassavamo le particolarità del menù di Fast Eddy’s, il locale in cui lavoriamo entrambe. C’è la regola ferrea di studiare il menù. Solo conoscendo pietanze e ingredienti, puoi offrire un buon servizio ai clienti.

Dall’altra parte del fiume le punte dei grattacieli più alti superavano l’altezza degli alberi.

PACE!

Si stava bene! un paio di ore di relax e poi abbiamo ripreso il bus per tornare, prima che il biglietto non fosse più valido.

FURBI EH?

Il sole finalmente è tornato caldo dopo due giorni di freddo.


LAVORO:

Lo so, siete curiosi, volete news…

Ci siamo.

Sono entrata a tutti gli effetti nello staff di Fast Eddy’s. Il mio nome è comparso nei turni e questa settimana lavoro quattro giorni. Il turno è di circa sette ore con una mezz’ora di break. Siamo tutti ragazzi giovani, a parte i grandi manager che sono sulla cinquantina. Siamo tanti, il posto è grande e su due piani. Le ore di lavoro intenso in cui il locale si riempie, sono facilmente prevedibili perché sono in corrispondenza dell’inizio e della fine degli eventi alla Perth Arena, situata a pochi metri da noi.

Per rendere l’idea, è architettonicamente più affascinante del Forum di Assago ma la grandezza è quella.

Giusto per intenderci, eh 🙂

Ho socializzato con le mie colleghe francesi, brasiliane e australiane. Sai, mentre asciughi posate e bicchieri, scambi due chiacchiere, è normale e piacevole! Siamo tutti giovani, tra la ventina e la trentina. Mi ha colpito il fatto che tutte le mie colleghe siano partite con il fidanzato, tutte! Anche i colleghi!

Nessuno partito da solo, nessuno con un’amica o un amico.

L’amore, l’amore….

In cucina gli chef sono più grandi e tutti australiani. Si vede che lavorano lì da anni.

Mi piace l’idea di essere in tanti! Ricordo che l’altra sera, mentre stavo lavorando e correndo da un tavolo all’altro, mi sono fermata un attimo e ho proprio pensato: “Ma quanti siamo?”

Ho fatto la conta. Stavamo lavorando in 22.

Sono entrata come runner (colei che corre, portando piatti) ma dopo un giorno sono stata eletta cameriera. Hanno giudicato il mio inglese all’altezza.

EVVAI!

Vi avevo parlato del fatto che è un posto aperto 24 ore ma al momento non mi hanno ancora chiesto di fare orari bizzarri. Solo sabato lavorerò fino alle 2 di notte.

Capirai…

Che problema c’è!!


Oggi vorrei correre al mare, che ne dite?

Erica, anzi Atmosferica.

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Incontri casuali.

Frankito, questo ragazzo conosciuto per caso una sera dei giorni passati, è argentino e vive in Australia da tre anni. Ha ottenuto la cittadinanza e uno dei suoi business è quello di affittare le cinque stanze della sua grande casa sul mare a viaggiatori e beckpeckers (ragazzi con lo zaino in spalla).

La big house si trova più a sud, fuori dalla città, nella zona di Rockingham e più precisamente di fronte alla Penguin Island, una piccola isoletta intorno alla quale trovano casa delfini, pellicani e piccoli pinguini.

Se cliccate QUI, vi rimando a un link di TripAdvisor dove potete guardare qualche foto.

C’è da leccarsi i baffi.

Frankito, ragazzo particolare dal baffo arricciato (giusto per rimanere in tema), mi ha raccontato di lui e qualcosa sui suoi innumerevoli viaggi in giro per il mondo. Si definisce un traveller nature lover (viaggiatore amante della natura), insegna kitesurf come altri ragazzi che vivono lì e la sua teoria è: “Perché vivere in città e non a 30 minuti di treno da essa?”

Ho incontrato questo particolare personaggio in un momento in cui una parte di me desidera esplorare, uscire da questa città per vedere cosa c’è fuori. L’ho incontrato nel momento giusto. L’ho chiamato.

Oggi andrò a vedere dove abita, a respirare l’aria di quel posto e ad immaginarmi lì, con il mio computer a scrivere sul mio Blog la mia storia.

Sono curiosa ed è giusto che io vada a scoprire, a vedere e a valutare un ipotetico trasferimento in quella zona. L’idea di svegliarmi la mattina e vedere il mare fuori dalla finestra è un desiderio ricorrente da qualche giorno. Pace e rumore delle onde.

Chi me lo vieta?

Ora che il lavoro sembra stia prendendo il piede giusto però, preferisco rimanere qui per un periodo. Da Fast Eddy’s è andata davvero bene ieri sera. Sono positiva perché mi hanno chiesto di tornare domenica mattina (domani) e da lunedì comparirà il mio nome nella tabella dei turni.

Il lavoro è pagato bene, siamo tutti ragazzi giovani e si lavora senza nervosismo. Il locale è sotto casa, sono assunta in regola e le ore dopo le 19 sono pagate di più. Il week end è pagato ancora di più.

Mi sembra un giusto compromesso, un bel lavoro di movimento con colleghi francesi, inglesi, brasiliani e australiani. I due grandi capi mi guardavano lavorare, mi sentivo osservata ma mai in soggezione o in difficoltà.

Ok, dunque… oggi andrò in perlustrazione alla scoperta di posti lontani tra i delfini! Vivere in una casa a due passi dal mare penso che sarebbe il sogno di tutti, no?

Valutiamo amici lettori, valutiamo.

Nulla mi impedirà di spostarmi.. quando il mio cuore mi vorrà portare altrove.

Dopo tutto sono qui per viaggiare!

Erica, anzi Atmosferica.

Velocemente.

Oggi mi sono svegliata con questa parola in testa. Ho pensato che potesse essere il titolo perfetto dell’articolo. No, non ci potrebbe essere titolo più azzeccato. Non è stato piacevole svegliarsi con questo fiume di parole che mi parlavano, mi interrogavano e volevano a tutti i costi essere ascoltate e avere delle risposte. La testa che andava veloce, correva non so dove. Non mi accade spesso di non riuscire a scandire immagini e sensazioni. C’era un sovraffollamento.

I Pensieri. Li lasciavo andare senza perderli mai di vista come i bimbi piccoli quando iniziano a muovere i primi passi. Corrono di qua e di là, balbettando paroline a caso, ma per loro il senso c’è. Allora è giusto lasciarli gironzolare senza meta e senza capire una mezza frase tra quelle che urlano con così tanta fermezza e decisione.

Ieri è stato il primo giorno di lavoro da “The Cutting Board”, è andato bene ma sempre tutto molto veloce. Come avrete capito oggi sarà una parola ricorrente. Ho lavorato poche ore, tre. Mi sono sembrate tre minuti. Ho capito che il mio ruolo lì, serve a coprire il momento circoscritto al pranzo. Essendo il locale all’interno di un palazzo di uffici, apre alle 6:00 la mattina e chiude alle 16:00 quindi la fascia oraria in cui ho lavorato io, 10:30/13:30, è il momento clou della giornata.

Il tempo andava veloce, la gente correva, le mie colleghe sembravano dei robot. Non so come mai, ma ho percepito una velocità estrema che l’altra volta non avevo captato.

Mi sono presentata puntualissima, anzi, in anticipo. Sono entrata dal retro e la prima cosa che ho visto sono state le 10 montagne di piatti, pentole, teglie e scodelle accatastate senza un criterio nel lavandino. Dentro di me ho pensato: “Se qualcuno tocca con mezza piuma un solo piatto di questi, crolla tutto. Devo fare qualcosa. ADESSO LI LAVO IO.”

Salutate la manager, le colleghe e i ragazzi in cucina, MI SONO MESSA A SGRASSARE I PIATTI. Dopo un’ora di lavaggi e autolavaggi, mi sentivo un eroe. Il getto del lavandino era fortissimo e avevo acqua ovunque, persino nelle scarpe. Ogni 5 minuti, arrivava un cuoco a sciacquare coltelli o padelle e anche lì, OLEEÈ..

Sembrava di stare ad Acqualand 🙂

(Potete immaginare la mia risata)

Era tutto grandissimo! Le pentole, il lavandino, il getto d’acqua e il contenitore del detersivo. Una tanica!

Dopo la prima ora così, sono stata chiamata al banco. Schierate una di fianco all’altra, eravamo pronte all’attacco.

Halo, how are youu?!

Hey, ladies…Can I help youuu?!

Hi guuuys..

Le porte degli uffici si sono aperte, velocemente bisognava servire, velocemente far pagare i clienti e velocemente tornare in posizione!

Ho tenuto botta amici, sono stata al passo.

A un certo punto, per magia, più nessuno.

Vuoto.

Il nulla.

Un po’ come a scuola quando suona la campanella che segna la fine della ricreazione. In 30 secondi tutti in classe, i corridoi deserti e nell’atrio la desolazione!

Non mi sono fermata. Ho controllato le bibite nei frigoriferi, ho asciugato piatti e posate e li ho posizionati al loro posto. In cucina iniziavano a calmarsi e non si sentivano più spadellate e olio che friggeva. Un attimo di calma.

La fame mi ha assalita!

Senad (SCINEID) è venuta da me dicendomi che potevo andare e che oggi (martedì) non sarei dovuta andare. Mi farà sapere per il turno di domani (mercoledì).

Non mi è piaciuta molto questa mossa.

Perché avvisarmi dall’oggi al domani per tre ore di lavoro?

Per questa volta non ho detto niente. La prossima volta vediamo che succede e poi valuterò..

Velocemente ho raccattato borsa e maglia, mi sono tolta il grembiule e ho iniziato a correre verso casa. CHE FFFAAAME!

Guardo il telefono.

→ Messaggio

La manager di un locale, Fast Eddys, mi aveva appena scritto chiedendomi se fossi stata disponibile per una prova oggi (martedì) dalle 19 alle 21. OH YES. Cadeva a fagiolo.

Ho velocemente risposto che per me era OK!

🙂


Oggi è una giornata fantastica! Il cielo è blu, il vento non è fastidioso e la temperatura è perfetta per un’oretta di relax al sole.

Alle 14 andrò ad accogliere Paolino che ora sta volando sopra all’oceano. Inizia oggi per lui un’avventura mozzafiato, una nuova vita e un’esperienza che lo cambierà profondamente. Ancora non può sapere cosa lo aspetta ma è questo il bello, no?

Come se la data di oggi, 1 Dicembre 2015, segni una nuova nascita per lui. Con grande motivazione ha lasciato tutto quello che aveva scegliendo per se stesso un cambio radicale e quella che era per lui l’idea di felicità.

Bene Paoliiino, in bocca al lupo e fai vedere chi sei!

Ti aspetto! 🙂

Mi fa strano pensare che arriva dall’Italia, e forse solo ora mi sto rendendo conto di quanto la mia casa sia lontana.

Brrr.. che brivido, è una sensazione indescrivibile, ve lo assicuro.

ITALIA

Selezionate la parola e magicamente apparirà ITALIA 🙂

Che bel nome!

Erica, anzi Atmosferica.


Ps: Ho creato su Facebook la pagina di Atmosferica. Potete accedere direttamente da QUI e cliccando sul “MI PIACE” rimarrete sempre aggiornati sulle storie che adoro scrivere per voi! CIAO! 🙂

Trova le differenze.

Buongiorno e buon inizio settimana a tutti quanti!

Oggi voglio portarvi un po’ qui con me per farvi scoprire e conoscere ciò che c’è di diverso qui, in Australia.

Premetto che la città in cui sono è davvero una minuscola parte della grande isola oceanica, quindi, forse è meglio intenderle come differenze tra Milano/Lecco e Perth.

Facciamo così?

Siete d’accordo?

Tenete presente che Perth si estende su una superficie di 6000 km² e conta una popolazione di circa due milioni di abitanti. Per capire la differenza tra la densità di una città australiana e una europea, potrei prendere l’esempio di Roma la quale ha una popolazione di due milioni e mezzo di abitanti ma una superficie di 1250 km².

Pazzesco vero? Roma ha 500 mila abitanti in più di Perth ma una superficie sei volte inferiore.

Densità della popolazione a Perth: 314 abitanti per km²

Densità della popolazione a Roma: 2200 abitanti per km²

Ecco perché il traffico non esiste! C’è spazio per tutti!

Per quanto riguarda la lingua parlata in loco, posso dirvi che l’australiano è molto più comprensibile di quanto mi aspettassi. Sarà che sono abbastanza sveglia e veloce nell’apprendimento ( 🙂 ), ma se mi concentro e cerco di estrapolare le parole fondamentali alla comprensione, ci arrivo. Qui non ho ancora avuto il piacere di fare amicizia con australiani ma come ben sapete ho incontrato sulla mia via inglesi, irlandesi e cinesi.

YESS.

Quindi mi trovo a dover dialogare con australiani solo nei negozi, in banca, nei supermercati e AL LAVORO! Sicuramente ora sperimenterò ogni giorno l’english australiano e poi saprò dirvi meglio.

Posso dirvi già ora che come lingua è molto contratta, abbreviata e molti vocaboli vengono storpiati ma…pensavo peggio onestamente.

Vogliamo parlare ora delle strade? Ok, è tutto al contrario.

Ricordo il giorno in cui sono arrivata qui. Jason è venuto a prendermi all’aeroporto e tra il jet-lag e i sensi di marcia ribaltati, avevo la nausea. Una delle mie prime frasi è stata proprio: “Oh santo cielo, io, qui, non guiderò mai!”

La cosa a cui bisogna fare attenzione è l’attraversamento pedonale. Io per togliermi ogni dubbio guardo a destra e a sinistra perché amici, guardi dalla parte sbagliata e sei stirato.

Basta un errore. Solo uno.

Ora, dopo più di due settimane, quando giro in macchina sono meno stranita. Ogni tanto cerco di immedesimarmi alla guida e provo a pensare cosa farei se fossi al posto dell’autista. Beh certo, anche il posto del guidatore è dall’altra parte.

Tutto è speculare!

Passiamo ai pagamenti. Qui tutti pagano con la carta che il più delle volte è un PayPass. Basta appoggiare la carta sul Pos e in 10 secondi il pagamento è andato a buon fine. Ovunque puoi pagare in questo modo, in qualsiasi negozio e per qualsiasi cifra.

Una cosa buffa è che, dopo aver pagato, il negoziante ti chiede:

“Do you want a copy?”

Tradotto:

“Ne vuoi una copia (dello scontrino)?”

Esatto, ti chiedono se vuoi la ricevuta. La cosa assurda, però, è che qui nessuno la vuole la copia. Il 90% delle volte la risposta è “No, thanks.”

Al contrario dell’Italia dove molto spesso devi chiederla tu.

DELLA SERIE:

Com’è strana la vita, com’è strano il mondo.

Ho visto pochissimi anziani e altrettanti bambini. Le stagioni sono al contrario, i dollari australiani sono plastificati e sembrano soldi finti del monopoli. Un euro vale un dollaro e 47 centesimi, le monete hanno grandezze strane e mi ci devo ancora abituare. La moneta da due dollari è più piccola di quella da un dollaro e la moneta da cinquanta centesimi è più grande di queste due messe assieme.

MA VERAMENTE?

Sì, veramente.

Per pagare i parcheggi ci sono le macchinette identiche a quelle che ci sono in Italia e i taxi sono bianchi. Qui ci sono tre linee di bus gratuite le quali fanno dei giri molto circoscritti alle zone centrali della città, ma… dici poco!

In Italia un servizio di trasporti così ce lo possiamo scordare.

Yellow Cat Line

Blue Cat Line

Red Cat Line

GRATIS!

Il costo della vita è abbastanza caro ma l’importante è non strafare. Se sei un fumatore incallito qui sei fregato perché un pacchetto di sigarette costa 23 dollari circa quindi prima di venire fatti due conti perché, o smetti di fumare, o un giorno ti troverai a dover decidere se comprare le sigarette o se pagare l’affitto.

🙂

Al supermarket frutta e verdura di ogni genere, pane bianco, nero e marrone! Cetrioli enormi e molte tipologie di insalata. Una bottiglia di acqua da un litro costa anche più di tre dollari (più di due euro) però la cosa buona è che quando vai a mangiare in molti locali puoi portarti la tua acqua altrimenti, molto spesso, l’acqua servita con brocche è gratuita. Soprattutto per colazione, brunch e lunch.

Qui il cielo è più grande tanto che viene chiamato BIG SKY. È raro vedere nuvole nel cielo e se anche ci dovessero essere, sono leggere e non fitte (vedi foto) poi sono talmente alte che non le noti nemmeno. Il cielo in Italia è basso e piccolo, c’è meno ossigeno ed è meno azzurro. Qui non potrai mai avere quella sensazione di soffocamento che viene in Lombardia quando la nebbia è fitta o i nuvoloni bassi bassi quasi pronti a schiacciarti.

Da questa parte ovest dell’Australia abbiamo il tramonto, sull’altra costa est possono vedere il sole che nasce dal mare noi possiamo assistere alla sua caduta. In Italia si può vedere tutto, nessuno ha l’esclusiva di niente. Ovunque sei, vedi il sole che nasce e che va a dormire (quasi ovunque).

In tutta questa grandezza però bisogna saperci stare, bisogna saperla accettare ed apprezzare. Non tutti siamo fatti per vivere in un grande mondo al contrario ma nemmeno in un piccolo paese dove a volte senti il cielo cadere.

Tutti siamo qui per vivere, per vivere bene. Siamo qui per sognare, per sognare in grande.

Ma prima di tutto per valorizzare e proteggere quello che di più piccolo e prezioso abbiamo.

Erica, anzi Atmosferica.


Ps: quello in foto è il palazzo in cui abito.

🙂

Buone Nuove!

Avete ragione amici, dobbiamo assolutamente riprendere le fila del discorso LAVORO.

(Vi piacciono le statue dei businessmen che camminano spediti con tanto di cravatte e cappotti svolazzanti?)

Due giorni fa, mi sveglio di soprassalto alle ore 10:00, non avevo sentito la sveglia, ero confusa, guardo il telefono.

Jason – Chiamata persa

Messaggio di Jason: “Chiamami!”

Oh santo cielo, Erica ripigliati, alzati, lavati, svegliati! Sono le 10, non puoi perdere le ore mattutine in questo modo! Sono le più produttive, le più fresche, le più lucide!

OK.

Chiamo Jason.

Con modo agitato e veloce, mi dice che Senad (pronunciato SCINEID 🙂 ), la manager del “The Cutting Board” presso l’edificio in cui lavora in Pier St, sta cercando una ragazza per la sede di St Georges Terrace.

Mi dice di presentarmi quindi al secondo indirizzo e di chiedere della manager del posto.

Volete ridere? Anche lei si chiama Senad.

Due “The Cutting Board”

Due manager

Due Senad, pronunciato SCINEID.

Jason, è uno scherzo? Stai mettendo alla prova il mio self-control?

Mi sono lavata, mi sono vestita e sono andata.

Su Google maps, il “The Cutting Board” di St Georges Terrace, risultava essere ubicato al numero 200. Otto minuti a piedi. Perfetto!

Arrivata al posto, chiedo di Senad a una cameriera molto disponibile che mi chiede con quale delle due Senad volessi parlare. Le dico che sto cercando la manager del “The Cutting Board” di St Georges Terrace e che so che l’altra omonima sta nel locale di Northbridge in Pier St.

Questa dolce ragazza, fa un sorriso e mi dice: non lavora qui. Devi andare all’altro “The Cutting Board” a pochi metri da qui.

Quando ha detto A POCHI METRI, ho tirato un sospiro di sollievo.

Per farmi capire bene dove fosse QUESTO TERZO “THE CUTTING BOARD, NELLA STESSA VIA, mi ha pure disegnato una piccola mappa su un foglietto. Davvero gentilissima.

Sì Erica, sembra uno scherzo ma non ti curar di loro, ma guarda e passa.

🙂

Sono uscita, ho attraversato la strada, ho camminato fino all’incrocio e ho svoltato a destra. Sono entrata nel megagigante palazzo, ed ECCOLO….

Mi sono presentata a Senad, la quale con un grande sorriso mi ha detto semplicemente: “Oh ciao! Molto piacere! Sì, Senad (l’altra) mi ha parlato di te! Ti va di venire domani mattina alle 10.30?”

Mi sentivo gongolare. La mia testa è partita per un viaggio senza fine. Davvero era stato così facile? Davvero la fortuna era di nuovo dalla mia? Avevo il mio Curriculum super colorato in mano, pronta a presentarmi più energica che mai, ma non mi ha chiesto nulla.

Lei è stata molto più scoppiettante di me! Una bomba!

L’indomani, cioè ieri, mi sono presentata per le 10:15 (Ovviamente), dopo avermi detto velocemente di posare la borsa e prendere un grembiule, Senad mi ha spiegato un miliardo di cose in mezz’ora. La mia testa era una macchina da scrivere, non dovevo perdermi una parola e se anche non capivo esattamente ogni vocabolo che usciva dalla sua bocca, riuscivo a stare al passo guardando i suoi gesti e leggendo qualsiasi parola vedessi, ovunque!

I miei occhi rubavano, catturavano.

Fortuna che avevo fatto una bella colazione. Energie sotto controllo!

Il lavoro che dovevo fare era: accogliere il cliente che si sarebbe avvicinato al di là della vetrina, servirlo mettendo il suo pasto in un piatto o in un contenitore per il take-away, chiedergli se volesse qualcosa da bere, farlo pagare e salutarlo augurandogli una buona giornata.

Dopo un monologo esplicativo sembrato infinito, mi ha chiesto:

“Hai domande?”

La mia testa era un frullatore, ma la mia risposta è stata:

“No, tutto chiaro. Devo solo fare pratica e tutto andrà bene!”

(Il trucco è sempre quello di farsi vedere svegli e veloci. Sempre!)

Dietro al banco con me c’erano altre 6 ragazze, alle 12 in punto i lavoratori sono usciti dagli uffici, i giochi hanno avuto inizio! Ero carica e mi sentivo all’altezza. Il fatto che ci fosse una vetrina, mi permetteva di avere anche una comunicazione visiva con il cliente. Se non captavo ogni sua singola richiesta, riuscivo comunque a farmi capire.

Ho imparato in 10 minuti una cinquantina di nomi e vocaboli. Verdure, salse di ogni genere, pollo, insalata, patate, pesce, purè, prosciutto, riso, condimenti, take-away, piatti, forchette, pagamenti con carta o con contanti, coltelli, tovaglioli, Pepsi Cola, Pepsi Cola Max, PayPass, chicken, fish, chips, rise, greek salad, mayo, spicy mayo, knives, tomato, bye-bye, have a good day!!!

AIUTO!

È stato divertente quando, in un momento di calma, le mie colleghe cercavano di invitare i passanti a consumare il pasto da noi.

Lo facevano salutando tutti con un grande sorriso.

“Haloooo, how are youu!?”

“Hi, can I help you??!”

Le guardavo inizialmente stranita ma poi mi sono buttata. Avevo la fortuna di essere la più alta, quindi riuscivo a cercare il contatto con le persone al di sopra della vetrina.

Mi sono lanciata! Il mio inglese era ottimo ragazzi!

Non vi ho detto che il locale si trova al piano terra di un grattacielo di uffici. Nella stessa area ci sono almeno altri 15/20 posti dove i lavoratori possono decidere di pranzare. Tutto avviene molto velocemente e quindi l’obiettivo è essere molto convincenti quando le persone passano perché, da lì a due metri, trovano ristoranti e fast-food di ogni genere..cinesi, giapponesi, vietnamiti e di tutto e di più.

Mi veniva bene!

Mi immaginate all’opera?

HALOOO, HOW ARE YOUUU?!?

🙂

Fantastico.

Bene, alle ore 13.30 è terminata la mia prova.

Senad mi ha chiesto:

“Come ti sei trovata? Com’è andata?”

Con un bel sorrisone le ho risposto:

“Molto bene! È andata molto bene!”

AHAHAHAHA

“Ok! Ritorni lunedì mattina alle 10.30?”

“Certo!”

“La paga è di 17 dollari all’ora e generalmente paghiamo di mercoledì o di venerdì, Ok?”

(E me lo chiedi pure se va bene?)

“OK!!”

Sorriso.

Sorriso.

“Ci vediamo lunedì allora!”

“Ok, ciao!”


Sono uscita da quel posto che volevo urlare, saltare e cantare. Era ancora troppo presto per poter chiamare qualcuno in Italia.

HO UN LAVORO!

I HAVE A JOB.

LAVORO!

MONEY!

Sono venuta a casa, non c’era nessuno. Volevo abbracciare qualcuno con cui condividere e trasmettere la mia gioia. Raccontare! Parlare!

Ce l’ho fatta!

Ho fatto due salti sul letto, ho cacciato un mezzo urlo e mi sono finalmente affacciata al balcone guardando la città con occhi nuovi.

Erica, anzi Atmosferica.

Tramonti niente male…

Ecco a voi un tipico tramonto australiano from the top.

Ebbene sì, questa è la vista di cui possiamo godere noi 3 amici. Ogni sera, ad una certa ora, inizia il film. L’unica cosa che puoi fare è prendere una sedia, posizionarla sul terrazzo e accomodarti.

I colori scorrono veloci, si inseguono e si confondono rendendo ogni attimo diverso, incantevole.

Serve giusto una canzone Atmosferica di sottofondo, nient’altro.

Lewis in questo è bravo.  Fortunatamente e stranamente abbiamo gli stessi gusti musicali e questo incanto di cielo si sposava bene con la canzone da lui scelta, Hello di Adele.

Se volete chiudere gli occhi immaginandovi un tramonto, il più bello che abbiate mai visto..cliccate pure QUI e lasciatevi andare. È un modo anche per sentirvi vicini a me e per immedesimarvi un po’ in quel che vivo.

(Mamma, ascoltala! 🙂 )

Abitando in alto, abbiamo la fortuna di poter godere di questo spettacolo ogni giorno. Quasi quasi aspetto con impazienza questo momento che mi da ancora più calma di quella che la città già mi trasmette. È come se fosse un regalino di fine giornata, un premio per aver amato la vita anche oggi.

E allora, Erica… lasciati cullare e coccolare da questa quiete e non viverla male. Forse hai vissuto sempre con troppa frenesia e non ti sei mai fermata a pensare realmente. Questo posto ti sta facendo bene Erica Bella, impara ad apprezzare la distensione, i tramonti e i silenzi.

Mi hanno colpito molto le parole di mia sorella Elena ieri sera e ve le riporto con piacere:

” …Comunque, a proposito del fatto che vorresti spostarti, secondo me devi vivere la tranquillità a cui non sei abituata. Se sei lì vuol dire che ti serve un po’ di calma e poi si vedrà. Per ora non prenderla come una cosa che ti sta stretta ma come un momento per meditare. Ohmmmmmmm..”

Sì, ha scritto anche Ohmmmmmmm..

Capito la sorellina di sedici anni? La donna è in gamba.


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Quanto sono belle?

Sono due fiori sempre in primavera. Sbocciano ogni minuto, ogni secondo. Ogni volta che le guardo vedo qualcosa di diverso, una gestualità nuova o un’espressione adulta.

Sono partita con la consapevolezza che perderò un periodo importante nella loro crescita, nella loro vita. Più o meno lungo, ma lo perderò.

So quanto l’adolescenza sia complessa, delicata, è una metamorfosi continua e un susseguirsi di forti emozioni difficilmente gestibili. Se penso ai miei 15-16 anni, mi passano davanti agli occhi immagini indimenticabili, i primi amori, le prime uscite, le prime delusioni e qualche bravata con le amiche.

Ci sarebbe da aprire un altro blog chiamato “Adolescenza di Erica”

oppure..

“Atmosferica Adolescenza”

Come preferite 🙂

Ma torniamo a loro! Elena e Eliana, 16 e 15 anni, un 1999 e un 2000, un’ariete e uno scorpione, un marzo e un ottobre, una danza e un canto, un’ energia inesauribile e una dolce calma.

Due talenti, due anime buone dagli occhioni luminosi, due donnine responsabili con le idee molto chiare su cosa è giusto e su cosa non lo è, su cos’è la buona educazione e il senso del dovere.

Scriverei papiri, l’amore che provo per loro è indescrivibile.

Sono cosciente del fatto che quando tornerò le troverò cresciute e cambiate..ma fa parte della vita, del flusso delle cose. Cercherò da qui di estrapolare, di farmi raccontare, di partecipare anche da lontano, di consigliare e di essere comunque un sostegno confidando nell’aiuto di mamma, papà ed Elisa, la mia sorellona più grande.

Sì, perché scrivo soprattutto per loro.

Erica, anzi Atmosferica.


Ps: Per quanto riguarda il lavoro qualcosa si sta muovendo. Mi dispiace ma per scaramanzia non dico niente. Pensatemi intensamente e trattenete ogni curiosità! Già domani potrò dirvi di più.

Fremantle on the Westcoast Jet.

Prima di perdermi in lunghi racconti sulla giornata di ieri, voglio parlarvi, come promesso, della mia gita a Fremantle (Freo per gli amici). È una cittadella di porto situata più a sud di Perth e più spostata verso il mare in corrispondenza della foce del fiume Swan.

Tempo di percorrenza in treno: 25 minuti – Linea Blu.

I pensieri e varie impressioni mi assalgono sin dal viaggio in treno costato 4.50 AUD (circa 3 euro), mezzo di trasporto che sembra più una metropolitana. Due file di sedili, una in fronte all’altra, e grandi vetrate. Pulito, tutto molto pulito. Silenzioso, nuovo e sedili molto comodi e accoglienti.

Ciò che mi ha affascinata di più nel viaggio è stato forse vedere l’oceano. Lo vedevo laggiù mentre il treno scorreva veloce. Il mio pensiero è stato: ” Che strano vedere l’oceano da qui. Io dal finestrino sono abituata a vedere il lago di Lecco, o meglio ancora, il lago di Oggiono”.

Foto??

E foto sia 🙂

Image (2)

Scusate la pessima qualità della foto, ma questo è quello che offre la casa.

Arrivata a Fremantle, ho percorso con molta calma la via centrale che prende il nome di Market St perché porta all’unico supermercato della cittadina. Ho camminato guardando le persone, captando il più possibile e ho cercato di immaginare per alcuni minuti di vivere lì. Tanti decidono di spostarsi a Fremantle e credo che il motivo sia il fatto che è un luogo più raccolto, più intimo dove puoi ambientarti in poco tempo e hai l’oceano a due passi.

Tanti Coffee Bar, shops di ogni genere, ristoranti e molti negozietti asiatici.

MMM.. No, credo che io non ci vivrei. Mille volte Perth.

Decido poi di spostarmi verso il mare, percorro una traversa di Market St e mi trovo davanti un parco. Era domenica, c’era in corso una bella festona con tanto di gazebo e profumo di salamella. Sentivo la musica e vedevo una ruota panoramica.

È proprio vero e strano come… Posto che vai, ruota che trovi. 🙂

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La mia amica Marta può ricordare la ruota al concerto di Ligabue a Campovolo. Chiara e Sissi possono ripensare a quella di Saint Raphael in Costa Azzurra, Alessandra starà guardando quella di Londra, Alice starà solo ripetendo nella sua testa: ” Prima o poi, la ruota gira per tutti”.

AHAHAHA. Giusto?

Bene, spostandomi verso il mare, vedo il porto e un grande cantiere navale. Sto passeggiando sotto al sole a picco ma non ho caldo perché il vento è sempre presente.

Vedo un gommone supergigante e supercolorato parcheggiato davanti alla banchina di legno. Un cartello diceva ‘WESTCOAST JET, One of Australia’s BIGGEST & MOST POWERFUL. Open ocean jet boats right here in Freo!”

Mi sono fermata a guardare. Una quindicina di persone a bordo, un signorotto sulla cinquantina mi chiede se voglio salire, io gli rispondo con un “Non lo so, forse salgo al prossimo giro!”

Ero incuriosita, a tratti terrorizzata.

Niente da fare. Tempo 30 secondi ero seduta. Passa il ragazzo a verificare che tutti avessero le cinture, proprio come sugli aerei.

.. “Ma perché mai devo mettere la cintura?”..

Il gommone parte, il signore baffuto alla guida mi sorride come dire..”Adesso ti faccio vedere io!!!”

OH SANTO CIELO.

Velocità lenta, musica di sottofondo. Panorama, sole, oceano, happy people. Cosa vuoi di più.

Tempo due minuti, uscito dal porto, ha iniziato a sgasare come un matto! La musica Rock’n Roll a tutto volume. Mi sono girata verso di lui e sono esplosa in una risata delle mie…
Ero troppo gasata!
È stato strano perché l’unica compagna di avventura che avevo e sentivo era la mia risata…
eppure, mi stavo divertendo un sacco.
Tra curve a 360° e frenate improvvise, per far spettacolo davanti a galeoni in sosta, vestiti, capelli e scarpe erano totalmente inzuppati di acqua salata.
WOW, AMAZING.

Una volta riapprodati, ho salutato il signore e dopo averlo ringraziato con un grande sorrisone, mi sono spiaggiata ad asciugarmi. In quelle condizioni non potevo di certo circolare, ne tantomeno tornare alla stazione dei treni.
🙂

Davanti a me avevo questo spettacolo.

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Una goduria per i miei sensi.


VOLETE SAPERE DI IERI?

Vi parlo della giornata di ieri brevemente. Vi ho lasciato dicendovi che avrei dato il CV alla manager del Gordon St Garage.

Così ho fatto. Mi ha detto che al momento non cercano personale ma che non esiterà a contattarmi nel caso di bisogno.

Ok, perfetto! Io continuerò a venire qui a bere il mio cappuccino. Sapete, ho bisogno di crearmi una sorta di routine per non sentirmi troppo persa. È giusto crearsi delle piccole abitudini e degli appuntamenti in modo da mantenere uno schema mentale, una linea da seguire quando tutto il resto manca.

Città nuova, lingua nuova, persone mai viste. È giusto crearsi dei momenti in cui si sta bene e ci si sente a proprio agio. Questo posto è a soli 600 mt da casa quindi 8 minuti di camminata e sono qui.

La musica di sottofondo mi regala concentrazione e…oggi ho pure fatto la foto al cappuccino prima di mescolarlo. Volete vedere?

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Una volta uscita da qui, ieri, sono andata in giro per la città a consegnare CV. Non ne ho distribuiti tanti ma solo 4/5. Ho osato solo dove le energie positive mi dicevano: “Yes, questo posto merita!”

Ho scrutato attentamente ogni negozio, Coffee Bar e ristorante sotto casa e ho lasciato un paio di resume in due ristoranti, ho chiesto della manager in una boutique di vestiti che mi ha subito attratta e ho consegnato il CV anche al Coffee Bar sotto casa.

Dopo due ore circa, ero sul fiume a passeggiare e ricevo una telefonata. Il numero non era salvato, quindi..alta probabilità che fosse una telefonata di lavoro.

Il manager di Gramercy Bar & Kitchen mi voleva vedere per un colloquio. A causa dell’agitazione della prima telefonata non ho capito molto bene dove dovevo andare. Sapete cos’ho fatto?

Ho copiato su Google il numero di telefono con il quale mi aveva chiamato e..TA TAAANN..Mi è comparso l’indirizzo preciso del ristorante.

Hay street, 777 – Central Park.

WOW! ERICA SEI UN GENIO.

Mi sono presentata con un big smile 🙂 e dopo alcune domande mi ha chiesto di presentarmi dopo altre due ore per una prova. AHAHAH

Ma quante cose inaspettate mi sta regalando questa vita??

Bene. Prova fatta amici. Mi sono impegnata, ero arruolata al banco, ho imparato un sacco di cose in pochissimo tempo. Il modo di lavorare australiano è totalmente diverso dal nostro. Persino il modo di spillare la birra è differente!

Mi hanno detto che mi faranno sapere in una settimana.

No Problem!

Questo test per me è stato uno stimolo. Ho visto che se mi faccio avanti, qualcosa succede. È ovvio che se stai fermo, il lavoro non ti viene a bussare alla porta e le occasioni non entrano dalla finestra.

Sono carica.
Inizia ora la mia giornata.
Vediamo di rendere anche questo giorno unico e pieno di sorprese come i giorni passati!

Ci sentiamo domani, Spero!

Erica, anzi Atmosferica.

Mentre tutto tace.

Mentre da voi tutto tace, per me la giornata è cominciata. Sono seduta al grande tavolo in legno del Gordon St Garage e ho appena bevuto un cappuccino, sono le 10 di mattina e finito di scrivere consegnerò il mio CV.

Chiederò della manager, mi presenterò con grande sorriso, le dirò che sto cercando lavoro e che è già la terza volta che vengo qui. Lo trovo un posto particolare e alla mano, per questo lavorare qui sarebbe bello.

(Mi sto esercitando insieme a voi 🙂 , sto facendo un lavoro di traduzione simultanea nella mia tasta e sto sperando che andrà tutto bene).

Se anche non andrà, di posti in cui mi vedrei bene ce ne sono parecchi ma a patto che… NON SIANO POSTI ITALIANI.

A volte, camminando davanti a ristoranti italiani, sento le voci dei camerieri che parlano la mia lingua. Lì inizia una lotta tra il mio conscio e il mio inconscio.

Il mio conscio dice: ” Erica! Continua a camminare! Non devi parlare italiano e non devi cercare lavoro in locali gestiti da italiani! Erica, procedi grazie.”

L’inconscio?

Siete curiosi di sapere come scalpita il mio inconscio?

Bene.. Il mio inconscio inizia a urlare e a dimenarsi: “Ericaaaa! Che figata!! Una voce amica!! Vai a scambiare due chiacchiere, cosa aspetti?? Wooow! Un posto gestito da italiani!! Pensa che figata!! Sarebbe troppo semplice!! Sarebbe troppo facile!! Nuovi amici, soldi, casa, gioia, serenità, comprensione!!”

AHAHAHA 🙂

Che ridere.

No amici. Forza e coraggio. Non devo cedere. Non adesso.

Volete vedere il mio cappuccino??

Mi sono ricordata di fotografarlo solo dopo averlo mescolato. Ma giuro che aveva un’aria italianissima e buonissima.

Vi starete chiedendo cosa penso ora..dopo averlo bevuto..

Penso che era buono davvero!! Attimi italiani gustosi!!

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Passiamo a un altro tema: LA STANZA.

Dopo aver condiviso le mie riflessioni sull’arte dello scrivere, ieri sono tornata a casa con l’intenzione di riposarmi un po’ per poi uscire di nuovo.

Ero distesa sul letto e, facendo zapping tra annunci di camere in affitto, vedo delle fotografie che ritraggono il palazzo in cui sto ora. Lewis, stava annunciando che da sabato, la stanza sarà libera.

Non vi dico la mia testa.

Un momento di pausa.

Erica rifletti.

Ok. Avevo appena letto che.. al 13° piano del mio stesso palazzo, questo ragazzo avrebbe messo in affitto una stanza a partire da sabato.

Ok.

Erica, scrivigli! Tu sei al primo piano, lui al tredicesimo. Prendi l’ascensore, schiacci il numero 13 e vai a vedere di che si tratta! Forza.

Ok, così ho fatto. Gli ho scritto privatamente, lui mi ha detto..Vieni pure a vedere!

Tempo 3 ore e ho confermato ma non prima di aver avuto l’approvazione di Jason il quale ha voluto vedere con i suoi occhi la stanza e ha voluto conoscere il ragazzo. Oh Jason! Il mio angelo custode! L’affitto costa meno di un ostello, conosco la via e la zona, sono super centrale e sembra davvero un’ altra botta di fortuna!! Da domenica mi sposterò quindi al 13° piano. Non vedo l’ora di farvi vedere che razza di panorama si vede dal balcone della camera!

Unica nota: Condividerò la stanza con un’altra ragazza, al momento ignota.

Vediamo!! Sono molto curiosa.

Ora vi saluto perché è giunto il momento di chiedere del manager. Che la fortuna sia con me..anzi, che continui a stare con me!

Ps. Grazie per tutti i messaggi che mi state lasciando qui o privatamente! È davvero emozionante sentirvi così vicini. Siete tanti, tantissimi!

Ps.1: Devo raccontarvi della mia gita a Fremantle! Non posso rimanere indietro adesso! Non adesso! 🙂

Torno presto!

Erica, anzi Atmosferica.