Australia. Nozioni di base.

Oggi scrivo per te che mi hai chiesto informazioni di carattere generale sulla’Australia, per te che stai pensando di fare un’esperienza analoga alla mia ma non sai come soddisfare alcune tue curiosità, per te che stai decidendo se accettare o meno una proposta di lavoro che ti porterebbe a vivere qui, dall’altra parte del mondo.

Cercherò con questo articolo di essere il più esaustiva possibile. Parlerò dell’Australia in generale e delle sue città in maniera più o meno approfondita. A Perth ho vissuto per un mese e mezzo, Adelaide, Melbourne e Canberra le ho incontrate sulla strada del mio viaggio e ora mi trovo a Sydney dove mi sono stabilizzata da una quindicina di giorni.

Mi hai fatto domande molto generiche e a seconda della città in cui tu stia decidendo di proiettare i tuoi progetti, le cose cambiano notevolmente.
Comunque…
Ci provo.

AUSTRALIA:
Questo tema posso affrontarlo in maniera strettamente personale. Ognuno qui vive la propria esperienza, in ogni caso si rivela un’avventura trasformante che si riflette in un cambiamento profondo, radicale. Parlando per me, oggi, dopo quasi cinque mesi, dico che è un Paese che ricopre le vesti di un piccolo mondo a sé stante. La sensazione che provo qui da quando sono arrivata, è quella di essere troppo lontana da tutto, in uno Stato totalmente autonomo e molto distante dagli altri continenti sia in termini di distanza che in termini di mentalità e realtà. L’Australia si basta e si vuole bastare, è molto vanitosa. Ho visto e visitato luoghi magnifici, in qualche occasione ho sentito il fiato mancare e se la tua idea è quella di viaggiare, allora ti dico VIENI PURE!
È grande, molto grande. Pensa bene alla tua meta e sappi che in caso cambierai idea, il viaggio in macchina da una parte all’altra è molto lungo. Davvero lungo. In aereo sono circa quattro ore di volo.

Quando ho deciso di partire non mi sono appoggiata ad un’agenzia. Per ottenere il visto che prende il nome di “Working Holiday Visa”, è necessario compilare un modulo sul sito del governo australiano. Al termine dell’inserimento dei dati, ti viene richiesto il pagamento di 440 AUD (dollari australiani). Non mi dilungo sul tema visto ma se hai bisogno, non esitare a chiedermi ulteriori informazioni.
Una volta ottenuta conferma per e-mail, ho proceduto all’acquisto del volo. Il sito migliore per valutare prezzi, tratte e scali, è senza dubbio Skyscanner il quale viene costantemente aggiornato con le offerte della gran parte delle compagnie aeree.

Per i primi giorni di permanenza a Perth (destinazione da me scelta), ho prenotato una stanza su Airbnb, efficiente sito attraverso cui puoi affittare una stanza da privati evitando di buttarti nella confusione degli ostelli e risparmiando di molto rispetto agli alberghi.
Ti ripeto che sto parlando della MIA ESPERIENZA PERSONALE, non è obbligatorio agire come ho ritenuto giusto fare io, al tempo della mia partenza (Novembre 2015).

Il clima ora non è più quello estivo. Parlando di Sydney, le temperature sono calate e si aggirano sui 25 °C. Molti viaggiatori, infatti, si stanno spostando nel Queensland, Stato di Brisbane dove il caldo persiste. Più si sale, più ci si avvicina ai tropici e più fa caldo.

PERTH (Western Australia):
È una città nuova, in fase di crescita ed espansione. Parlando di quel che ho visto, vissuto e percepito, non mi ha entusiasmata. Ci ho abitato per un mese e mezzo e non ho la presunzione di dire di conoscerla bene. Ho respirato però la sua atmosfera di pace e tranquillità, molte volte l’ho sentita malinconica e spenta. È secondo me una città per famiglie o da visitare per massimo una settimana. Il centro è piccolo, costituito da tre vie principali, l’azienda di trasporti pubblici si chiama Transperth ed effettua un servizio efficiente in tutte le zone limitrofe. Un’applicazione per smartphone e una tessera magnetica ricaricabile, rendono gli spostamenti veloci e semplici. Quattro linee di bus gratuite, circolano nei quartieri più centrali.

Non ti consiglio di andare a Perth se hai voglia della pienezza di una città movimentata e grande. Ti consiglio di sceglierla se hai intenzione di starci per qualche periodo, per poi viaggiare verso nord, o verso sud. In questo senso l’unica vera città del Western Australia, è un ottimo crocevia o punto di partenza per un road trip più o meno impegnativo. Non mi dilungo sul tema “road trip” perché come sai, avrei TROPPO da dire.

Gli affitti a Perth sono i più bassi. Io stavo in una stanza condivisa in Hay Street, una delle tre vie centrali. Il costo era di 155 AUD alla settimana con Wi-Fi e spese incluse. Per una singola o per una matrimoniale, il prezzo sale a circa 180/200 AUD a testa. Molte sono le case e le opportunità di convivenza, sta a te cercare la situazione che più ti aggrada. Molte pagine Facebook pubblicano annunci continui, il trucco è tenerle sotto controllo quando il periodo prescelto per la tua partenza inizia a farsi vicino.

ADELAIDE, MELBOURNE, CANBERRA:
Su queste città non posso esprimermi più di tanto. Sono passata in ognuna per pochi giorni e posso parlarti solo di quelle che sono state le mie impressioni.

Di Adelaide ricordo il traffico, la struttura rettangolare del sistema viario, la zona di Chinatown, parecchi bus, pochi tram e la via pedonale che mi ha fatto ripensare a Perth. Zero grattacieli, pochi palazzi e tramonti mozzafiato nella zona ovest che si affaccia sul mare. Gli ultimi tramonti memorabili li ho visti lì. Se vuoi leggere gli articoli che ho scritto nei giorni di permanenza ad Adelaide, basta che digiti il nome della città nella sezione di ricerca del sito.

Di Melbourne posso dirti che mi è piaciuta un sacco! Città viva, movimentata, frizzante e alternativa. Tram moderni e altri più datati, costruzioni e facciate colorate danno un tocco di magia e la folla attraversa sulle strisce pedonali esibendo i look più particolari e bizzarri. Concordo con il luogo comune secondo cui Melbourne è una città dallo stile Europeo. Anche lì ci sono stata davvero per poco, se vuoi leggere cos’ho scritto a riguardo, inserisci “Melbourne” nella barra “CERCA”.

Canberra, infine, è una città politica e composta, silenziosa e pulita, centro delle decisioni governative. Non mi ha dato emozioni particolari, ho visitato il Parlamento ed è stata una gita interessante. Nulla di più.

SYDNEY:
Eccoci qui, nello Stato del New South Wales.
In pochi minuti ti ho fatto fare un tour pazzesco!
Ti gira la testa?
Sydney è molto grande e io personalmente devo ancora capire quanto sia vasta. Nasce su una baia e decine di ponti collegano i quartieri che popolano la costa. Qui percepisco molta ricchezza, molta vita, molta Asia, una continua crescita, esibizionismo, esagerazione e tanto turismo. Il costo della vita è molto più alto rispetto a Perth, quasi doppio. Se nel Western Australia pagavo 155 AUD per una stanza in condivisione con un’altra ragazza, qui ne spendo 190 per un letto in una camera da quattro. Puoi fare i tuoi conti e capire che se volessi avere una stanza tutta mia, l’affitto arriverebbe a toccare i 350 AUD alla settimana.
Per quanto riguarda i trasporti pubblici, bus e treni/metro viaggiano a tutte le ore. L’azienda si chiama Opal la quale offre un servizio efficiente attraverso l’applicazione per smartphone e la tessera magnetica ricaricabile presso uno dei molti Convenience Store della città aperti 7 giorni la settimana, 24 ore al giorno. Muoversi in città è semplice, le vie principali toccano le estremità della zona centrale e per raggiungere una destinazione mi capita anche di percorrere due chilometri nella stessa strada. Tutto dritto.
Situazione lavoro molto favorevole.
Come ti dicevo molti backpackers si stanno spostando verso nord dove le temperature sono ancora più che estive. Nel settore della ristorazione le possibilità sono buone, nelle costruzioni anche. Importante sono la motivazione, la voglia di fare, il sorriso, una minima esperienza e un inglese base. La paga oraria parte dai 18 AUD all’ora.
A Sydney come nelle altre città, il supermercato più economico è il Coles che costituisce una grandissima catena. Subito dopo viene il Woolworths.
Come ti ho detto qui è tutto molto più caro ma ci sono delle eccezioni che confermano la regola: per un cappuccino spendi 3.50 AUD, per un abbonamento settimanale in palestra 16 AUD e se prendi spesso i mezzi, la quarta corsa è gratuita. A me capita spesso di spostarmi in bus, in treno un po’ meno e per una corsa di circa 20 minuti, il costo si aggira intorno ai 3 AUD.
Non so…
Sto cercando di farti avere un’idea.
Ci sto riuscendo?

Un gelato (cono con due gusti) costa 4 AUD,
un ticket per l’ingresso all’acquario SeaLife 40 AUD,
quello per salire sulla Sydney Tower Eye 70 AUD,
una pagnotta costa 2 AUD,
due banane 1,50 AUD,
una cena al ristorante giapponese 25 AUD,
un abbonamento mensile telefonico costa 30/40 AUD
50 fotocopie a colori 50 AUD. Non scherzo.

Insomma…
Gli australiani si sentono molto speciali. Le attrazioni turistiche costano, gli affitti anche. Per il lavoro basta essere positivi e non arrendersi alle prime difficoltà, i trasporti sono puntuali e precisi, la città è grande e ancora devo ambientarmi.
Queste sono informazioni di carattere generale, se hai bisogno di approfondire qualche tema, scrivimi pure.

Spero di esserti stata d’aiuto!

🙂 🙂 🙂

Erica, anzi Atmosferica.

Quattro mesi a Melbourne.

Scrivervi dall’88esimo piano dell’Eureka Skydeck di Melbourne, è una figata pazzesca.

In parole spicce, mi trovo sulla punta del grattacielo più alto da cui è possibile vedere tutto, scrutare le costruzioni e capire la conformazione della città. Da quassù è molto facile capire quanto dista dal mare, seguire il corso del fiume che la attraversa e spaziare oltre la parte centrale dove una zona periferica molto vasta fa da contorno.

Come dice il titolo dell’articolo, inizia oggi il quinto mese di viaggio. Il quarto si conclude, quindi, con l’incontro con Melbourne…

…e che incontro!

La giornata di perlustrazione è iniziata con un giro panoramico sul tram 35. L’unica linea gratuita che compie un tour rettangolare, seguendo il perimetro della parte centralissima della città. Subito sono rimasta sconvolta dal sovraffollamento del mezzo, fiumi di parole, fiumi di persone per la strada e fiumi di diverse culture. È proprio vero che qui si respira un’aria europea tanto che questo corso d’acqua che caratterizza la scena, mi ha ricordato per un momento Londra. Sarà anche il tempo coperto e grigio, sarà che tendo sempre ad associare una città nuova con un’altra già vista e visitata, ma questo è quello che ho pensato.

Decine di costruzioni altissime mi danno l’idea di pienezza e di crescita. Qui credo facciano bene ad innalzare edifici verso il cielo, non c’è più spazio! Una sensazione del tutto opposta me l’ha data Perth, e chi mi legge dagli inizi, ricorda bene l’impressione negativa e vuota che mi davano quei palazzoni di pura facciata.

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Melbourne è viva, variegata e piena di gente di tutti i tipi. Turisti da ogni dove scattano centinaia di fotografie, ragazzoni dallo stile azzardato attraversano a passo spedito con un caffè d’asporto tra le mani, donne eleganti parlano di lavoro al cellulare, molti bambini piangono nei passeggini e le ragazze si esibiscono in lunghe sfilate.

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Questo è quello che vedo insieme a tanti colori. La cattedrale dallo stile gotico, è immersa tra costruzioni pazzesche e super moderne dove il colore fa da linea guida nel progetto. Vetrate rosa, taxi gialli, infrastrutture fuxia e blu. Pennellate qua e là rendono il tutto più sorprendente, insieme alle giostre che colorano il fiume di mille luci.

Sono felice di essere qui e di essere riuscita a farmi un’idea di questa città tanto nominata ma mai spiegata. Ho potuto constatare che mi piace e se l’istinto non mi spingesse verso Sydney, ci rimarrei qualche mese. È molto giovane e arzilla, è ben servita da efficienti linee di tram e treni, da quassù vedo lo stadio, campi da tennis e lunghi vialoni alberati. Vedo un parco, il mare e una piazza chiusa tra bizzarri edifici.

È nuova, è veloce e grande, molto grande.

Beh, è stato un potente incontro che segna l’inizio del quinto mese. Melbourne ha riacceso in me la voglia di città anche se non è ancora questo il luogo e il momento. È come se avessi conosciuto una persona che mi abbia aperto gli occhi verso un nuovo mondo. Un concetto già conosciuto ma mai approfondito o paragonato all’alternativa. È come se ora riuscissi a cogliere l’essenza della città.

Avendo vissuto in luoghi deserti e per niente popolati per questi mesi di viaggio, ora la città mi chiama. È un richiamo che sento forte e chiaro, sento l’adrenalina di una nuova sfida, voglio rivivere tra la folla veloce che cammina spedita prendendomi la calma di osservare.

Sono pronta e consapevole che tutto ciò che vediamo, è il riflesso di quel che siamo. Una città ti sorride se sei tu il primo a sorridere, altrimenti, ti verrà solo voglia di scappare.

Erica, anzi atmosferica.

Non era mica finita…

Essì cari amici miei, la Great Ocean Road non era mica finita…

Abbiamo campeggiato ad Apollo Bay per la notte. Pioggia torrenziale e mare impetuoso sono stati i protagonisti in questa sosta e vi giuro che non è semplice vivere in un Van, quando appena apri la porta, qualsiasi cosa che sta sul ciglio si bagna inevitabilmente, si è costretti a dormire chiusi dentro senza nemmeno lasciare che uno spiffero faccia circolare un po’ d’aria e tutto diventa più stretto e scomodo.

Quando piove è davvero difficile.

Stamattina abbiamo quindi proseguito la gita, percorrendo la restante parte di strada che ci mancava per ultimare lo scenico tragitto. Le sorprese a quanto pare non erano finite! Da Apollo Bay la strada costeggia il mare offrendo un panorama del tutto diverso da quello visto ieri. Oggi l’oceano era costantemente alla nostra destra, a pochi metri da noi.

Scusate ma lo devo dire…

Era davvero infinito!!

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Ad ogni tornante, l’orizzonte si faceva sempre più ampio e mi sembrava quasi di percepire la sfericità della Terra. Difficile spiegarlo a parole ma se mi affacciavo sul mare, sembrava che l’orizzonte davanti a me fosse più lontano degli orizzonti di destra e sinistra. Non so, una sensazione davvero sferica, Atmosferica.

🙂

Ad un certo punto…

Qualche macchina parcheggiata sul lato destro, segnalava un punto interessante. Cosa si nascondeva dietro quei cespugli?

La conformazione della strada lasciava pensare che ci fosse una piccola spiaggia ma nulla di nuovo o degno di una meritata fotografia.

Non appena superati i cespugli che oscuravano la vista, mi sono emozionata. La baia era interamente ricoperta da piccoli, medi e grandi ammassi di pietre, sassi. Credo che ogni persona passata di lì, abbia contribuito con la propria opera d’arte. Un gruppo di ragazzetti creativi, avrà dato vita a questa iniziativa che con il tempo, si è alimentata fino a ricoprire tutto lo spazio disponibile.

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Ero stranita, curiosa e soprattutto avrei voluto anche io aggiungere un pezzo al “puzzle”. Così ho fatto. Ho raccolto qualche sasso qua e là, dove avanzavano. Mi sono accovacciata e per qualche minuto mi sono impegnata nella mia traballante costruzione. Mentre assemblavo quei tondeggianti piccoli massi, mi chiedevo come fosse possibile che tutte le altre costruzioni, sicuramente artigianali, potessero reggere senza crollare alla prima folata di vento.

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Non ne ho la più pallida idea ma sono sicura che tutta quella meraviglia, mi ha fatto sentire speciale. Speciale per il semplice fatto che ero lì, speciale perché ci ho messo del mio con il cuore e speciale soprattuto perché percepivo voglia di unione e condivisione. Un accordo segreto, un progetto mondiale, un’intesa particolare tra i viaggiatori della Great Ocean Road. Quanti artisti lungo la via!

Beh, fantastico.

Mi sono sentita parte di tutto ciò e questa in pole-position è la mia piccola costruzione.

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Con molta gioia e un filo di stanchezza, ho il piacere di comunicarvi che sono connessa da Melbourne. Non ci siamo ancora addentrati nel pieno movimento della città ma devo dire che il fitto traffico alle porte, ci ha già permesso di capire qualcosina di questa metropoli. Che intasamento! Ho già visto un paio di tram, bianchi e verdi. Hanno la forma simile a quelli di Milano, mi riferisco a quelli arancioni per intenderci.

Domani vi saprò dire qualcosa di più sicuramente, intanto godetevi ancora per un po’ questo spettacolo!

Erica, anzi Atmosferica.

Il meglio di me.

Ecco che in un batter d’occhio, mi trovo a scrivervi dal Victoria, la Regione che ospita la città di Melbourne. In pochi giorni ci siamo lasciati alle spalle il Western Australia e il South, posizionandoci così ai posti di blocco per una nuova meta. La strada che ci separa dalla grande città si chiama Great Ocean Road e anche solo il nome può dirvi molto. È uno dei tratti più spettacolari dell’Australia a cui è difficile rinunciare scegliendo così di percorrerlo non badando a strade alternative, più brevi.

La connessione Wi-Fi in questo campeggio di Warrnambool è potente e stranamente di durata giornaliera. Posso così prendermi la calma di scrivervi e sbizzarrirmi più tardi sul web facendo un sano zapping tra siti di mio interesse.

Oggi me la godo.

Siamo partiti stamattina da Mount Gambier (Sembra anche a voi un nome francese?) dove abbiamo passato la notte e prima di riaccendere i motori, abbiamo visitato il Blue Lake. Un lago formatosi nella bocca di un vulcano che mette a tacere ogni possibile lamentela o borbottìo. Sulla ringhiera lucchetti colorati, di amici o innamorati, hanno attirato la mia attenzione diventando parte integrante del paesaggio, della visione.

Una giornata grigia e umida ci ha accompagnato fino a qui, per 187 chilometri verso sud-est.

Per combattere con il problemino di cui vi ho parlato ieri, mi sono piazzata alla guida, ricercando stimoli creativi nella concentrazione. Quando si viaggia, tutto passa veloce ma può succedere che pensieri birichini, vogliano essere ancora più veloci azzardando con un sorpasso sulla sinistra (Qui è vietato!!). Ti trovi così sorpreso e impotente davanti a un azzardo del genere, vai su tutte le furie ma devi placare l’istinto di accelerare per corrergli dietro.

È difficile ma devi, altrimenti finisci per farti male.

Nel tragitto abbiamo deviato per Portland, un paesino sulla punta di una piccola penisola, attraversando valli verdi coperte dalla nebbia. Eh sì, una fitta nebbia. Il paesaggio era collinare e la strada seguiva le sue curve, mucche nere nere pascolavano nutrendosi di sana erba e pecore grigie grigie si intonavano con il cielo. Non avrei mai pensato di imbattermi in banchi di nebbia del genere ma appunto per questo, è stato suggestivo. Sorprendente.

Sulla punta di Portland, ho visto l’orizzonte dell’oceano annebbiato e ho iniziato a “canticchiare” inconsciamente quella poesia di Carducci che la Maestra Enza mi aveva fatto imparare a memoria alla scuola elementare.

“La nebbia a gl’irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar.”

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La prima strofa faceva così e continuavo a ripetere quella perché parlare de  “l’aspro odor dei vini” o dello spiedo che gira sui ceppi accesi scoppiettando, mi sembrava del tutto fuori luogo.

🙂

La Maestra Enza.

Che ricordi che ho rispolverato…

Mi voleva bene ed ero la sua seconda preferita dopo la Bonfanti, la sua cocca nonché mia migliore amica. Ricordo che quando aveva bisogno di un quaderno di italiano per ricordare a che punto si fosse fermata con la spiegazione la lezione precedente, chiedeva sempre il suo. Il mio lo chiedeva solo quando la Bonfanti era assente.

Iniziai così a scrivere come lei e a comportarmi come lei perché sotto sotto, avrei voluto essere io la cocca della Maestra Enza. Ricordo che era una signora di mezza età e portava occhiali da vista con lenti spesse spesse. Sulle sue labbra non mancava mai un filo di rossetto e sulle sue unghie uno smalto rosato. Quando si arrabbiava faceva abbastanza paura e quando si lasciava andare a momenti di dolcezza, mangiava il suo Pocket Coffee che custodiva golosamente nel taschino.

Al momento di imparare le poesie a memoria diventavo matta. Mia mamma mi aiutava e ricordo che ripetevo la stessa manfrina più e più volte, commettendo più e più volte gli stessi dannati errori.

Invece che dire…

“Va l’aspro odor dei vini..”

dicevo…

“Va l’aspro odore del vino…”

Banale errore che toglieva poesia alla poesia. Non riuscivo ad immedesimarmi nello scrittore, nella sua mente, nelle immagini da lui descritte. Studiavo come fossi una macchinetta, senza capire il significato di quei versi in rima che mi facevano impazzire per lunghe ore. Al momento dell’interrogazione, mi batteva il cuore, mi sudavano le mani e ripetevo meccanicamente quel che avevo ripassato fino alla noia, la sera precedente.

Volevo essere perfetta, almeno come la Bonfanti. Volevo prendere un bel voto e tornare a casa soddisfatta dalla mamma. Ogni volta però, qualcosa mi bloccava e non riuscivo mai a dare il meglio di me.

Vorrei incontrare la Maestra Enza, vorrei farle leggere una poesia scritta da me. Magari quella che ho scritto quando “Il deserto, mi ha parlato.” oppure quella che ho scritto su “Una panchina blu e bianca…” in quel poetico 4 Dicembre. Vorrei recitargliela e prendere finalmente un voto, il mio voto.

Il meglio di me.

Erica, anzi Atmosferica.