McDonald’s.

Pensavate di vedere un’immagine che raffigurasse acqua cristallina, orizzonti infiniti e sabbia bianca?

Credevate per caso di godere per l’ultima volta della vista dei grattacieli di Perth?

Vi sbagliavate.

Oggi McDonald’s è la parola chiave.

In questi tre giorni trascorsi in città, di spiagge incantevoli non ne ho viste ovviamente. Sapete bene che il mare dista una decina di chilometri dal centro della città. Per raggiungerlo, conviene prendersi una giornata di relax e ci si arriva in una ventina di minuti con i mezzi.

Comunque, l’intenzione non era quella di vedere l’oceano. Abbiamo fatto il pieno nelle due settimane di viaggio sulla costa.

…E che pieno! Che mare! Che gioia!

Più si sale verso nord, più il vento si attenua e il mare diventa calmo e di un colore mozzafiato. Consiglio a chiunque sia a Perth, di non sottovalutare l’idea di esplorare la costa ovest. È piena di bellezze naturali e nel breve raggio di 1000 chilometri. Non si tratterebbe di un tragitto troppo lungo e faticoso.

Italiani! Anche voi… Se avete una ventina di giorni di ferie, tenete in considerazione il mio consiglio.

Vacanzina on the road sulla costa del Western Australia. Vi potrei suggerire in due parole una bella tabella di marcia: atterrate a Perth, state tre giorni in città anche per regolarvi con il fuso, noleggiate una macchina, salite lungo la costa per 4/5 giorni e poi… Giro di boa! Potete distribuirvi le tappe come meglio credete e sta a voi decidere se farle tutte all’andata, come abbiamo fatto noi, o se tenere qualcosa per il ritorno.

Mi sto dilungando ma è una questione che potrebbe interessare qualcuno.

Tornando a noi, vi stavo spiegando che abbiamo temporeggiato in città per tre giorni solo per fare delle commissioni. Ho salutato Jason con un GRANDE ARRIVEDERCI e per il resto, stare lì, è stato solo abbastanza traumatico.

Caldo infernale, ostello troppo grande, troppa confusione.

Non sono più abituata! AIUTO!

Pensando a quale poteva essere la cura per ogni stress causato dalla city, ieri sera è arrivata l’illuminazione:

ANDIAMO A SFONDARCI AL MCDONALD’S

Non me l’ero mai gustato tanto.
Alla cassa io e Mattia sembravamo due bambini impazienti. Non abbiamo badato a storie di diete e calorie.

Sentivamo solo lo stomaco brontolare e il fisico che chiedeva energia dopo quella giornata di caldo infernale.

Ce lo siamo goduto e non ci siamo fatti mancare il McFlurry al caramello per chiudere in bellezza.

Che bontà.

Una vera bomba.

Sì è conclusa così la giornata di ieri.


Ora siamo in viaggio.

Destinazione Wave Rock.

300 chilometri verso l’interno.

Rocce alte 20 metri a forma di onda oceanica ci faranno chiedere ancora una volta quanto sia divertente e bizzarra la natura.

Erica, anzi Atmosferica.

Ri-partiamo in due.

Buongiorno Amici.

Si aprirà da domani un altro capitolo di viaggio. Direi il terzo. Identifico il primo con l’arrivo e la permanenza a Perth, il secondo con il viaggio fino a Exmouth con Mattia e Francesca, e il terzo?

Domani si riparte, si ricomincia.

La voglia di esplorare e viaggiare, ci sta tirando verso sud. Partiremo da Perth in mattinata e dopo due tappe intermedie da turisti, procederemo alla ricerca di un lavoro nelle farm (aziende agricole).

Ri-partiamo in due. Francesca ha preso la decisione di fermarsi in città, dove vuole iniziare la “Sua esperienza australiana” senza nessun tipo di vincolo o legame. Inizierà da oggi a crearsi un suo percorso coraggioso e degno di stima, vuole mettersi alla prova e con grande determinazione ha avuto la prontezza di dire:

“Io mi fermo!”

Non è detto che il viaggio debba essere sinonimo di movimento. Io per prima, una volta arrivata in città, ho iniziato un lungo viaggio soprattutto dentro me stessa, che mi ha portato a navigare nella la mia anima sin dal primo giorno.

Ovviamente rispettiamo la sua grande scelta, augurandole fortuna e positivi traguardi.

Ri-partiamo, dicevo, in due.

Io e Mattia, ci troviamo ad oggi complici e compatibili nel guardare al nostro imminente futuro. Vogliamo affidarci alla forza di questo filo invisibile che ci tira verso sud e possiamo farlo grazie alla grande opportunità che abbiamo di scegliere liberamente.

Inizierà da domani una nuova esperienza, la voglia di volercela fare ci rende ottimisti lasciando poco spazio a piccole preoccupazioni o forze negative. L’ingegnere è molto preciso come vi avevo già detto e quando si tratta di perseguire obiettivi, lo vedo più motivato che mai.

Ci spalleggiamo, ci sosteniamo, ci divertiamo e partiamo. Lo facciamo con l’idea di non precluderci niente, cercando sempre di comunicare e ad ogni step di valutare. Non posso sapere ora che succederà.

Dopo due tappe di cui vi parlerò nei prossimi giorni, inizieremo la ricerca del lavoro. Abbiamo recuperato i nomi dei paesi più densi di farm, utilizzando il grande mezzo del web. È la stagione perfetta per la raccolta di mele, pere ed avocado e partendo da Donnybrook, i paesi papabili rimarranno Manjimup e Busselton dove a partire da fine Gennaio, la raccolta si intensifica.

Appena arrivata in Australia, l’idea delle farm non mi sfiorava minimamente. Per richiedere il prolungamento del visto per un secondo anno, è necessario lavorare nelle aree regionali per 88 giorni. Attenzione, non bisogna per forza andare a zappare la terra. Ci sono altre mansioni che rientrano tra le attività compatibili per richiedere il secondo visto.

Noi non andremo a lavorare con l’intenzione di pensare al secondo anno in Australia. È abbastanza spiccata e decisa la voglia di tornare in Italia.

Vogliamo, però, sfruttare questa opportunità per guadagnare bene e a contatto con la natura. Abbiamo voglia di metterci in gioco e continuare a correre insieme a Vando. Ci sporcheremo le mani, sarà faticoso e il caldo insopportabile.

Giorno per giorno vi saprò dire e raccontare le sensazioni da contadina, oppure chissà magari lavorerò in un’azienda che produce formaggio.

Mai dire mai.

Concluderei con una grande citazione, suggerita da Mattia:


Va e vinci Uomo!

La vita è tensione infinita.

È volere implacabile e tremendo.

La vita è inseguire un traguardo che si sposta sempre più avanti.

Chi sono questi vitalisti?

Questi randagi eterni?

Sono ricercatori, intemperanti,

concentrati sui misteri del mondo.

Non si accontentano, vogliono vedere cosa c’è al di là dell’Orizzonte.

Oltrepassano confini ma non sono turisti,

Sono scopritori di anime.

L’infinito come limite?

No, vogliamo di più.

Aldo Rock


No, vogliamo di più.

Erica, anzi Atmosferica.

L’insofferente attesa.

Sì, lo so, vi ho sempre detto che bisogna saper dare tempo al tempo, aspettare e non essere frettolosi nell’attendere che qualcosa accada.

Ieri non ce la facevo.

Ci siamo svegliati verso le 8, anche se la sveglia naturale non sarebbe stata molto più tardi. Dovevamo aspettare il meccanico che venisse a recuperare Vando per portarlo in officina. L’appuntamento era alle 8.30.
Siamo stati costretti a campeggiare tre giorni a Exmouth senza la possibilità di muoverci per un problema alla pompa della benzina.

Il mezzo non ne voleva sapere. Non si accendeva più.

Ci siamo affidati alle parole di quell’uomo dalla divisa blu e rossa. Sarebbe arrivato il lunedì mattina.

Va bene.

Mi sembrava il classico australiano che se la prende comoda, per nulla stressato e senza problemi.

Alle 8.40 lo abbiamo chiamato per sapere se stesse arrivando.

Si è presentato alle 10.30.

Il programma di ripartire in giornata, si stava già sgretolando. Una forte insofferenza mi ha assalito e non riuscivo a trovare un modo per impegnare la mente, sfogarmi, rilassarmi.

Il lavoro non sarebbe stato lungo, ce lo avrebbe consegnato per l’ora di pranzo.

Sì, sicuramente.

Ancora una volta non ci speravo per niente e facevo bene.

Abbiamo temporeggiato in campeggio. Il personale gentilissimo ci ha detto che non c’era nessun problema. Il check out lo avevamo fatto entro le 10 come da regola quindi nessuna preoccupazione.

NO WORRIES

Per combattere quel senso di impotenza davanti all’imprevisto, mi sono seduta al tavolo della cucina comune. Mattia mi faceva compagnia ma non trovavo un modo per avere pace.

Le ore passavano e la chiamata del meccanico non arrivava. Nella mia testa avevo accettato con relax la villeggiatura forzata per tutto il fine settimana ma, l’idea di buttare via la giornata di ieri mi rendeva impaziente, mi mandava fuori di testa.

Francesca è riuscita a trovare la sua dimensione andando a rilassarsi in piscina. Era tranquilla, si è fatta un tuffo, ha letto qualche pagina del suo libro.

Io del sole non ne volevo sapere, mettere piede fuori dalla cucina voleva dire morire di caldo. L’idea di fare una nuotata, una corsa o prendere a cazzotti qualcosa erano automaticamente eliminate. Ho bevuto una Coca-Cola che mi tirasse un po’ su. Sì esatto, continuavo a muovermi ma in realtà sentivo le energie a terra.

Non riuscivo a stare seduta, non riuscivo a stare ferma.

Mattia mi guardava cercando di trovare un modo per capirmi, seguirmi, assecondarmi.

“Forse devo scrivere, sì, no… Non ce la faccio.”

Camminavo cercando un punto di appiglio, mi stiracchiavo, respiravo.

Pensavo al mio papà quando mi dice di inspirare ed espirare in quattro tempi. Riempi i polmoni, gonfia il petto, sgonfia il petto, svuota i polmoni. Ho fatto l’esercizio sdraiandomi su una panca di legno, chiudevo gli occhi e cercavo di concentrarmi.

La calma e il sangue freddo di Mattia, mi hanno stupita per l’ennesima volta. Mi sono sempre reputata una persona in grado di affrontare imprevisti, di mantenere un forte autocontrollo.

Sì, generalmente sono così.

Sotto pressione do il meglio di me.

Generalmente.

Erano le 12, poi le 12.30, poi le 13.

Sono riuscita a farmi qualche risata. Mi sono riguardata ogni video che tengo con amore nel mio computer. Le mie amiche, quanti ricordi, minuti e minuti di risate, le mie sorelle, la mia mamma. Mi sono trovata a ripensare e a rivivere momenti indimenticabili.

La Costa Azzurra, la Costa Smeralda, i concerti con Alice, Ligabue a Campovolo con Marta, le mie sorelle che mi mancano un sacco. Il mio essere sempre scoppiettante, super euforica e a volte anche troppo. Mi sono riguardata, mi sono vista cambiata. La mia testa era finalmente impegnata e stupita! Spesso non mi riconoscevo, mi coprivo gli occhi, facevo fatica a guardarmi.

Mi stavo calmando, forse avevo trovato una giusta valvola di sfogo.

Erano le 15. Va bene, rimaniamo un’altra notte qui.

Ho richiamato il meccanico. Iniziavo a pensare che se la stesse prendendo davvero comoda. Volevo la mia casa, volevo sdraiarmi e dovevo accettare di passare un’altra notte lì.

Erica, arrenditi.

Mi ha risposto dicendomi che aveva quasi finito. Il classico australiano.

“No ma fai con comodo!”

Pensavo…

“Ci manca solo che alle 16 mi dici che non hai fatto in tempo a finire e mi tocca dormire senza la mia casa.”

Ovviamente in quel caso avremmo dormito in un letto, il campeggio era super fornito anche di stanze. Ci sarebbe stata una soluzione a tutto.

Finalmente arriva la chiamata. Vando era pronto e di nuovo super energico.

Ho tirato un forte respiro. Mi sono bagnata le gambe e la faccia alla fontanella nel prato. Bevevo acqua e il sole stava per andarsene, finalmente.

Verso sera, ripensando alla giornata, ho dovuto ammettere che avevo conosciuto un’altra parte di me.

Un leggero mal di testa, mi diceva che finalmente avevo smollato la tensione. Avevo accumulato stress e non avevo saputo gestirlo.

È proprio vero che non si finisce mai di conoscersi. Ogni giorno è una scoperta e ogni imprevisto una prova.

Ora siamo in viaggio amici. Finalmente siamo ripartiti. Stamattina alle 7 abbiamo acceso i motori.

Prevediamo il rientro a Perth tra circa 48 ore.

Erica, anzi Atmosferica.

Lancelin.

Solo questa prima giornata di viaggio on the road, mi ha riempita talmente tanto che non oso immaginare quanto sarò piena alla fine di questa magica esperienza. Di tutto, assolutamente sazia di tutto.

Siamo partiti dalla città con molta calma verso l’ora di pranzo, il caldo era afoso e tra l’agitazione e l’adrenalina, si respirava tra noi un clima inspiegabile! Davvero non ve lo riesco a spiegare! Non vedevamo l’ora di accendere i motori e partire ma non volevamo farlo senza prima esserci assicurati di avere tutto l’indispensabile, senza prima aver posizionato al posto giusto oggetti, scatole e arredi che avrebbero potuto prendere il volo alla prima frenata di Vando.

Dopo pochi chilometri già si aprivano spazi verdi, spazi deserti e lunghe strade senza fine. Ho attivato al massimo i miei sensi, catturavo immagini, sensazioni e suoni. Stavo seduta sul sedile posteriore, arrivava poca aria e bevevo molta acqua. Sudavo ma stavo bene. Franci e Mattia davanti a me erano felici, lei canticchiava sorridendo, lui muoveva la testa a ritmo di musica.

Direzione Lancelin. Le Dune di Lancelin sono famose per lo spettacolo mozzafiato di sabbia fina e bianca che, grazie al vento, va a dare lineamenti delicati e morbidi al paesaggio.

Giunti a destinazione dopo un’ora e trenta circa, eravamo euforici. Avvicinati alla costa, abbiamo ritenuto opportuno goderci la spiaggia e il mare per il pomeriggio e poi, quando il sole sarebbe diventato meno caldo, saremmo andati a scoprire le dune, situate a poche centinaia di metri da noi.

Sono rimasta piacevolmente sorpresa dal mare. Le onde erano praticamente inesistenti, non c’era troppo vento e l’acqua era cristallina. Ho subito pensato che avevo bisogno di fare un bagno di quelli giusti e rifocillarmi dal caldo viaggio. Mi lasciavo cullare, galleggiavo in posizione stellare. Franci la vedevo, faceva lo stesso.

🙂

Eravamo estasiati da quello che vedevano i nostri occhi. Parecchie barchette erano ormeggiate nella baia e sulla destra un isolotto dava quel tocco in più.
Buttando l’occhio a sinistra, invece, le vele colorate dei surfisti mi hanno fatto subito pensare che il vento, da quella parte, fosse bello potente. Noi eravamo al riparo, da quella parte volavano.

Tra noi oggi è stata una giornata abbastanza silenziosa. Penso che ognuno sia in viaggio prima di tutto con la propria anima, le emozioni sono forti e metabolizzarle è impegnativo. Sono tanti i pensieri che mi frullano in testa e penso sia lo stesso per loro. Elencandone qualcuno posso dirvi che mi sento fortunata, libera e finalmente lontana dalla città. Mi manca la mamma, la mia famiglia e le mie amiche e vorrei che tutti potessero essere qui con me anche solo per un secondo. Sono curiosa, non vedo l’ora di andare alla scoperta del nuovo e tenerlo poi stretto stretto tra i miei ricordi di quando sarò più grande. Mi sento a contatto con la natura, con il vero. Poche cose sono necessarie e mi accorgo di quante piccolezze e stupidate sempre considerate di prima importanza, siano diventate secondarie.

Dopo una breve siesta in compagnia di Vando parcheggiato all’ombra di un grande albero, abbiamo deciso di passare la notte a Lancelin. Un campeggio distava 500 metri da noi.

Il tempo di chiedere all’ingresso se ci fosse disponibilità e via…abbiamo pagato 40 dollari per lo spiazzo alla signorotta ed era fatta. Avevamo una casa!

I cinque minuti a piedi per raggiungere le dune, sono stati suggestivi. In lontananza vedevo queste colline dai lineamenti morbidi e non capivo quanto fossero distanti. Potevano essere mille metri come cento. Non ne capivo la grandezza e non avevo metri di paragone.

Credo di avere difficoltà ad esprimere a parole quello che vedevo e sentivo. Un mix di brividi e batticuore. Non vedevo l’ora di essere lì, ai piedi di quello spettacolo e salire su! Salire su fino al punto più alto. Sentire la sabbia sotto ai piedi e giocare tra i dislivelli.

Eravamo distanti l’uno dall’altro almeno una cinquantina di metri. Ognuno se la godeva in solitaria e in silenzio.

Vedevo Franci seduta sulla sabbia lassù, non capivo quanto distante fosse. Mattia, invece, correva verso un punto per lui fantastico per scattare una foto.

Io stavo lì, ho appoggiato lo zaino, mi sono levata le infradito e guardavo l’orizzonte. Lontano vedevo il mare, queste colline di sabbia fina erano davvero incredibili! Sembrava un pezzo di deserto, una fetta di paradiso, non ve lo so spiegare!

Rientrando in campeggio, di nuovo silenzio. Eravamo scossi, senza parole. Penso che questo posto sia stato magico per tutti e tre. Si sentiva solo il rumore dei nostri passi e del tallone che sbatteva sulla suola delle infradito.

Vando ci aspettava a braccia aperte. Quando lo vedo parcheggiato da lontano, mi emoziono e penso:

“Sto davvero per fare il giro dell’Australia su un Van. Lo sto già facendo!”.

Abbiamo fatto una doccia, ci siamo cucinati la pasta e abbiamo apparecchiato con tovagliette a righe nere e bianche il nostro tavolino rosso. La nostra candela, anch’essa rossa, riscaldava l’Atmosfera e tra noi continuavano i momenti di silenzio. Una musica di sottofondo ci coccolava e alle sette e trenta è calato il sole.

La giornata ci ha salutato con un tramonto rosa, arancione e giallo. Le nuvole bianche erano contornate da un rosa più intenso e si sentiva l’odore del mare.

Ciao Lancelin, grazie dei tuoi silenzi.

Erica, anzi Atmosferica.


Tutte le foto le carico quanto prima sulla pagina Facebook.

Ciao Perth.

Cara Perth, questo è un Ciao e non un addio. Tra un paio di settimane saremo di nuovo da te, nonostante tu non mi sia mai piaciuta fino in fondo, ti voglio ringraziare.

Non ti ho mai sentita mia e mi hai accolto con un grande silenzio. Forse hai fatto apposta, mi hai fatto uno scherzo. Mi aspettavo molto più rumore da te, molto più forte, ma quello della mia anima lo superava di netto.

Un mese e mezzo a parlarti, un lungo periodo a farti domande. Devo dire che a tuo modo mi sei stata vicina, mi hai coccolata e mi hai perlomeno ascoltata.

Nonostante tu non sia il mio prototipo di città, è stato piacevole stare in tua compagnia. Sei stata a tuo modo profonda ma non rispecchi le caratteristiche che ricerco e non hai delle qualità per me fondamentali.

Ti dico arrivederci con i miei due nuovi amici. Sì, posso ringraziarti per avermi fatto incontrare loro, quello sì.

Grazie!

Mi hai fatto anche divertire, mi hai portata a ballare. Siamo uscite a cena e mi hai offerto qualche aperitivo.

Grazie Perth, ma ora devo andare…

🙂

Penso che Vando mi potrà offrire di più, anche in mezzo al niente. Anche se non ci saranno tutti quei grattaceli per i quali tanto ti vanti, Lui mi regalerà più emozioni.

Forse non mi porterà in bei locali, non mi offrirà comodità e grandi spazi ma penso che una birretta su una spiaggia in sua compagnia, varrà più di qualsiasi offerta tu mi possa fare.

È un arrivederci Cara Perth. Spero di tornare a festeggiare con te il mio compleanno. Il 14 gennaio.

Ti farebbe piacere?

Potresti organizzarmi una festa e riunire tutti i miei nuovi amici. Inglesi, brasiliani, francesi, australiani e italiani.

Eddddaaai, che ti costa?

Fammelo un regalo!

Ora devo salutarti. Grazie di tutto e miraccomando fai la brava!

Erica, anzi Atmosferica.

Meno Uno.

Tra canzoni, poesie e pensieri mi sono persa.

Forse volete tutti un po’ di news sostanziose sulla mia vita qui e sui miei piani.

Forse volete sapere del lavoro. Bene, dopo quattro settimane, ho dato le mie dimissioni. Ovviamente lo dico in tono scherzoso. Ogni datore di lavoro, soprattutto i gestori di bar e ristoranti, qui sono abituati ad avere come dipendenti folli viaggiatori che vanno e vengono. Siamo in tanti a cercare un’occupazione giusto per guadagnare qualche spicciolo per poi partire di nuovo, ad essere in continuo ascolto verso quelli che sono i nostri sogni di viaggio e a voler essere protagonisti delle nostre avventure proprio come ce le immaginiamo. Ho quindi avvisato Eric, il grande boss, dicendogli che la mia partenza si stava avvicinando. Mi ha guardato con i suoi occhi azzurri e la sua risposta è stata: “Ok, no problem! Enjoy Australia!”

Ho lavorato come cameriera, hanno subito avuto fiducia in me tanto che mi facevano anche riscuotere il conto alla cassa. Ho avuto le mie piccole soddisfazioni, qualche mancia da chi mi aveva preso in simpatia e sosteneva che il mio servizio fosse stato EXCELLENT.

WOW! Thank you!

Ho servito i clienti sempre con un grande sorriso, è stata indubbiamente una nuova esperienza che mi ha formata e ho imparato come si lavora qui in grandi locali molto affollati. Il metodo di lavoro è totalmente diverso da quello seguito in Italia e il clima nei momenti di stress anche. Anche sotto pressione, nessuno perde il buon umore.

Ciao Fast Eddy’s, ci rivediamo nella prossima vita.


A casa con Lewis tutto procede bene. Siamo diventati amici e mi dispiace molto dover abbandonare questa mia prima casetta sulla costa ovest con vista mozzafiato. Tanti tramonti rimarranno nelle mie memorie fotografiche, le chiacchiere sul balcone al calar della sera e qualche notte insonne a causa dei miei troppi pensieri. Chissà quale sarà il mio prossimo alloggio e chissà soprattutto di che tipo sarà! Non sapere dove dormirò da domani non mi preoccupa. So che insieme ai miei compagni di viaggio, sarà divertente.

Questi giorni prima della partenza mi hanno resa ancora più convinta della mia decisione. Sono felice di partire con Mattia e Francesca. Lui è davvero forte, ci facciamo un sacco di risate per stupidate e per quel che riguarda i suoi gusti musicali è davvero UN GIUSTO. Ci scambiamo sguardi di intesa ed è diventato il primo giudice dei miei articoli. Ogni giorno attendo il suo voto, da 1 a 10. Fino ad ora sono arrivata a toccare un otto e mezzo pieno. È severo l’Ingegnere! Francesca con quei suoi riccioloni sbarazzini è davvero un sole. Ricercherò sempre la sua risata contagiosa e la sua comprensione da Donna a Donna. Mi piace parlare con lei e confidarmi, è dolce e anche con lei l’intesa è molto forte.


Nella foto vedete Perth illuminata, fotografata in una delle mie passeggiate di rientro a casa. Sulla destra vedete la Perth Arena contornata di luci e il palazzo di mezza misura al centro dell’immagine è Casa Mia! Sì! Vi ho fatto vedere anche la mia reggia! Io sono lassù, al tredicesimo piano e vedo tutto dall’alto. Ma proprio tutto!

Ho scrutato il mondo dai piani alti e ho capito tante cose. Una di queste è sicuramente la voglia di viaggiare.

I want to travel!


Si parte amici, domani si parte! Oggi dobbiamo ultimare l’arredamento del Van e fare un planning per domani. La mattina saremo impegnati a Perth per le ultime commissioni prepartenza ma nel primo pomeriggio ci metteremo a bordo del nostro mezzo e ci faremo guidare verso Lancelin.

Le dune di Lancelin si trovano a 127 chilometri a nord rispetto alla città. Un paradiso di sabbia bianca e lucente, sta lì a ridosso dell’oceano indiano.

Insieme a noi, potrete godere dello spettacolo.

Erica, anzi Atmosferica.

Van o Jeep?

This is the question.

È stata la domanda che ci siamo posti ieri pomeriggio dopo aver incontrato un ragazzo italiano che sta vendendo il suo Pajero Wagon gpl 4×4.

Il fatto di poter provare una Jeep, sportiva, enorme, con le ruote giganti, 4×4, ci gasava parecchio. Ci immaginavamo già percorrendo strade infinite, a bordo di quel trattore.

Non ci siamo lasciati ingannare dall’euforia, sembravamo tre carabinieri. Eravamo in un parcheggio, davanti a King’s Park, una zona ariosa libera dal traffico dove poter provare il mezzo. Eravamo super pignoli, ogni esclamazione del ragazzo veniva esaminata, c’era tra noi uno scambio di sguardi pazzesco, volevamo documenti originali, delle prove che testimoniassero che quella macchina fosse stata realmente comprata da lui e quando. Diceva di averla revisionata da poco ma non aveva la ricevuta del meccanico.

Benissimo.

Abbiamo deciso così, insieme al ragazzo, di fare un giretto dal nostro meccanico di fiducia o meglio, dal meccanico di fiducia di Mattia e Francesca, conosciuto nei loro innumerevoli giri alla ricerca della compagna di viaggio numero QUATTRO.

Il meccanico ha controllato la macchina.

La riposta è stata che era una carriola 🙂 .

Il vecchio Pajero era più di là che di qua, te credo che costava solo 2800 dollari (trattabili).

IL PAJERO È STATO ELIMINATO.

L’idea della Jeep sta scemando sempre più. Vogliamo più spazio, il materasso sta diventando una priorità e lo spazio per rilassarci nel momento del bisogno è una nostra esigenza. Preferiamo comprare un mezzo più costoso, con meno anni e meno chilometri, e partire sicuri e senza pensieri!

Oggi è il turno del Van. È del 2001 e ci verrebbe consegnato direttamente dal meccanico dopo un controllo accurato e un refill di tutto ciò che potrebbe mancare. Il prezzo qui si alza notevolmente, siamo sui 5000 dollari ma si tratta di un mezzo giovane, revisionato da un meccanico e più facile da vendere alla fine della nostra PICCOLA E BREVE GITARELLA.

Ci stiamo informando anche per quel che riguarda la trattativa dell’acquisto vero e proprio. L’Ingegnere e la Contabile ci tengono ad avere in pugno la situazione. Assicurazione, chiamata “REGO”, ultima revisione e documenti per il passaggio di proprietà della macchina saranno sicuramente questioni importanti tra oggi e domani.

Vi saprò dire che ne sarà del Van che vedremo nel pomeriggio. Io già mi ci vedo, loro secondo me pure.

Musichetta e vento tra i capelli.

CAN’T WAIT!! La sentite un po’ di adrenalina??

Erica, anzi Atmosferica

Partiamo in tre.

Sono due macchine da guerra i miei compagni di viaggio. Ma poi, siamo un trio perfetto o no?

Ci siamo visti per fare il punto della situazione, per mettere insieme le idee e per buttare giù una bozza di quel che vorremmo fare. È stato davvero impressionante come con intelligenza e realismo, ci siamo trovati d’accordo su tutto.

I pezzi del puzzle si incastravano uno dopo l’altro, le idee venivano accettate e condivise. Piccole lamentele o esigenze accolte, rispettate e assecondate.

Eravamo seduti al tavolo, a casa mia, ieri.

Io, Francesca e Mattia. L’energia dell’adrenalina ci univa e dalle nostre teste stava per uscire fumo. Si poteva sentire il rumore degli ingranaggi nei nostri cervelli in riunione. E CHE CERVELLI!

Abbiamo l’Ingegnere Mattia e la Segretaria Francesca. Sono super precisi, puntuali, svegli, veloci e intuitivi. A me è stata assegnata la parte della Creativa/Scrittrice. Che figata! Quanto mi sento bene in questo ruolo, a mio agio e per niente affaticata. Ad ogni modo, potrò correre in aiuto all’Ingegnere, ogni volta che ce ne sarà bisogno e affiancare la Segretaria contabile.

Potrei farvi un elenco puntato, per essere un minimo schematica, degli argomenti trattati:

  • Dobbiamo iniziare da oggi ad informarci per l’acquisto di un van, una jeep. Deve poter portare tre persone, avere l’aria condizionata funzionante e un attacco USB. Non deve mancare lo spazio per un materasso, sul quale poterci riposare e sotto cui metteremo attrezzature da viaggio e valige. Mattia e Francesca, si sono dati da fare già parecchio ve l’ho detto che sono veloci, svegli e se hanno un obiettivo….Non ce n’è per nessuno! Ieri sono andata al lavoro e quando sono uscita avevano già tre contatti, un programma per la mattinata e le idee molto più chiare rispetto a sette ore prima.
  • Questione itinerario. Inizialmente percorreremo tutta la costa puntando verso nord. Posti spettacolari ci stanno attendendo. QUI , se avete voglia di curiosare, potete accedere alla sezione “Places to go (Western Australia)” del sito australia.com proprio come abbiamo fatto noi. È davvero utile e ricco di informazioni. Ci ha fornito quindi una lista completa di ciò che non potremo perderci del Western Australia e le fotografie rendono l’idea. Andate a vedere!!
  • Dormiremo in camping attrezzati, gratuiti o a pagamento, o in ostelli. Insomma ci inventeremo qualcosa. Abbiamo scaricato un’ applicazione a pagamento che si chiama “Wiki Camps Australia” che segna sulla mappa geografica tutte le possibili zone di sosta. Veramente geniale! In corrispondenza di ogni area camping, attraverso delle piccole icone colorate, si può sapere se è a pagamento, se si possono portare animali, se c’è connessione Wi-fi, a quanti chilometri dista dalla tua posizione attuale e le previsioni di tempo della zona per i giorni a seguire, se si può grigliare o se è attrezzata per pic-nic, se ci sono docce, un bel panorama e se ci sono Cabins / On-site Accomodation.
  • LA CALMA e il rispetto dei tempi e tempistiche saranno molto importanti. Saranno gli ingredienti che assicureranno la buona riuscita del tutto. Ci fermeremo per più giorni quando sentiremo il bisogno di farlo, lavoreremo, prenderemo il sole, ci divertiremo e le decisioni verranno prese a maggioranza.
  • Patti chiari e amicizia lunga! Saremo un gruppo formato da singoli individui. Ognuno dovrà sentirsi libero di esprimere bisogni e necessità. Ognuno di noi sarà in viaggio principalmente con se stesso, quindi, ascoltare la propria voce interiore prima di tutto.
  • Il quarto compagno di viaggio è già stato escluso ancora prima delle selezioni. Una new entry straniera e magari di sesso maschile, potrebbe rovinare l’equilibrio. Potrebbe essere pericoloso. E poi, come dice mio papà, le persone si devono incontrare non cercare.

Questi sono i punti salienti fissati tra ieri e stamattina. Più tardi un ragazzo italiano viene a farci vedere il suo Pajero in vendita e inizieremo a valutare! Preferiamo optare per una macchina un po’ più costosa ma più confortevole, piuttosto che andare a risparmiare su quella che sarà la più potente, protettrice, memorabile compagna di viaggio!

Erica, anzi Atmosferica.

Tramonti nuovi.

 

Stavo da qualche giorno aspettando un segnale, una sorta di chiamata. Lo dice sempre la mia mamma, se sai portare pazienza, la risposta arriva. Basta saperla cogliere ed ascoltare.

Da quando sono qui, vi ho sempre parlato di questa città attraverso articoli seri e quasi malinconici. Non pensate che questa specie di tristezza sia data dalla mancanza di casa. Quella inevitabilmente c’è e spesso bussa alla porta anche senza invito. È data dalle sensazioni che vivo qui, solo ed esclusivamente da quelle.

Dal tono con cui vi parlo e vi descrivo Perth, avrete ben potuto capire che non la sento una città che mi potrebbe appartenere. L’ho sempre sentita troppo vuota, calma e lenta. Quando guardo i grattacieli mi chiedo sempre come pensava di riempirli chi li ha progettati. Non ci sono abbastanza persone, non percepisco spazio mancante tanto da innalzare la città verso il cielo. Le trovo solamente costruzioni di facciata, da fotografia, da sogno.

Perth, grattacieli, città moderna, nuova e illuminata la notte.

E poi?

Null’altro.

Appena fuori solo spazi deserti.

Francesca e Mattia mi hanno fatto tornare l’energia che stavo perdendo. Mi stavo adagiando alla troppa tranquillità e chiudendo in pensieri poco stimolanti.

Loro, i ragazzi di cui vi ho parlato pochi giorni fa, arrivati a Perth la settimana scorsa, mi hanno davvero ricaricato le pile! Stavo andando a fare un po’ di spesa, quando li ho incontrati per caso.

Ho espresso a loro la mia voglia di evadere, la voglia di scoprire e spaziare nell’infinità delle bellezze australiane. È bastata la seguente domanda di Francesca per riaccendere i miei occhi:

“Ma se tipo ti dicessimo: ‘tra due settimane partiamo’, tu cosa risponderesti?”

Ho sentito il cuore battere, un brividino scorrere lungo la colonna vertebrale, il sorriso comparire sulla mia faccia e ho lasciato parlare la mia bocca:

“RISPONDEREI DI SÌ!! RISPONDEREI CHE VORREI PARTIRE! SÌ!!”

Francesca e Mattia hanno percepito la mia convinzione, la potenza che si è scatenata in mezzo secondo. tutto era tornato a girare! La mia testa!

Il cuore in gola!

Mi sono sentita viva!

Grazie Francesca!

Abbiamo deciso quindi di organizzare il nostro viaggio, il nostro itinerario. Da oggi ci troveremo per parlare, discutere e pianificare. Servirà una macchina, un piccolo van. Servirà procurarsi il necessario per dormire, una tenda, un sacco a pelo. Nelle prossime due settimane ci impegneremo a trovare uno/due/tre compagni di viaggio stranieri in modo da poter parlare inglese anche strada facendo.

Sarà una figata.

Lavorerò ancora un paio di settimane, dopodiché sarò ben felice di accompagnarmi alla scoperta del mondo. Non voglio fossilizzarmi qui solo perché ho trovato un’occupazione. Ci sono altre mille possibilità per lavorare in Australia. Abbiamo pensato anche che potremo fare delle tappe e raccimolare un po’ di soldini raccogliendo la frutta. Se becchi le zone e le stagioni giuste, sei a cavallo.

Il mio spirito chiede contatto con la natura.

No città.

Sì natura.

Animali!

Canguri.

Delfini!

Oceano.

Tramonti nuovi.

Lunghe strade infinite!

Voglio questo.

I miei compagni di viaggio sembrano volere lo stesso, anzi… sono stati loro ad aprirmi gli occhi.

Saranno due settimane decisive. Io sono carica.

E voi?

Vi terrò super aggiornati ovviamente! Intanto sapete che da oggi inizieremo a pianificare un buon itinerario.

Nessun posto magnifico deve sfuggirci di mano.

Erica, anzi Atmosferica, Francesca e Mattia.


E leggete un po’ qui…
QUANDO SARAI TRISTE…
Quando sarai triste siediti sul ciglio della strada e attendi che il vento ti porti la voce dell’ignoto. Ascolta in silenzio quello che la voce ti dice e poi alla luce del sole, chiediti se tutto ciò è possibile.
Rimani così nella calma sino a quando dal cielo scenderà la sera perché anch’essa avrà un messaggio per te.
Rimani seduto sul ciglio della strada sino a quando si accenderanno le stelle perché anche loro avranno qualcosa da dirti.
Poi verrà la notte con la sua lunga pausa di riflessione e ti verrà in mente la vita.
Allora pensa di essere sempre te stesso a qualsiasi costo e non fingere mai con gli affetti. Accetta con serenità il passare degli anni perché anche la vecchiaia fa parte della vita. Non avere paura della vita.
L’uomo dimostra di essere piccolo o grande a seconda dell’importanza che dà alle grandi e piccole cose.
Ricorda che se sei venuto al mondo hai pieno diritto di esistere ed essere felice. Cerca un dio anche se non sai dove abita e abbi sempre comprensione per tutti.
Rimani seduto sul ciglio della strada fino all’alba. Passerà qualcuno e ti chiederà se ti sei perduto, e tu allora risponderai che ti stai cercando.

Romano Battaglia

Velocemente.

Oggi mi sono svegliata con questa parola in testa. Ho pensato che potesse essere il titolo perfetto dell’articolo. No, non ci potrebbe essere titolo più azzeccato. Non è stato piacevole svegliarsi con questo fiume di parole che mi parlavano, mi interrogavano e volevano a tutti i costi essere ascoltate e avere delle risposte. La testa che andava veloce, correva non so dove. Non mi accade spesso di non riuscire a scandire immagini e sensazioni. C’era un sovraffollamento.

I Pensieri. Li lasciavo andare senza perderli mai di vista come i bimbi piccoli quando iniziano a muovere i primi passi. Corrono di qua e di là, balbettando paroline a caso, ma per loro il senso c’è. Allora è giusto lasciarli gironzolare senza meta e senza capire una mezza frase tra quelle che urlano con così tanta fermezza e decisione.

Ieri è stato il primo giorno di lavoro da “The Cutting Board”, è andato bene ma sempre tutto molto veloce. Come avrete capito oggi sarà una parola ricorrente. Ho lavorato poche ore, tre. Mi sono sembrate tre minuti. Ho capito che il mio ruolo lì, serve a coprire il momento circoscritto al pranzo. Essendo il locale all’interno di un palazzo di uffici, apre alle 6:00 la mattina e chiude alle 16:00 quindi la fascia oraria in cui ho lavorato io, 10:30/13:30, è il momento clou della giornata.

Il tempo andava veloce, la gente correva, le mie colleghe sembravano dei robot. Non so come mai, ma ho percepito una velocità estrema che l’altra volta non avevo captato.

Mi sono presentata puntualissima, anzi, in anticipo. Sono entrata dal retro e la prima cosa che ho visto sono state le 10 montagne di piatti, pentole, teglie e scodelle accatastate senza un criterio nel lavandino. Dentro di me ho pensato: “Se qualcuno tocca con mezza piuma un solo piatto di questi, crolla tutto. Devo fare qualcosa. ADESSO LI LAVO IO.”

Salutate la manager, le colleghe e i ragazzi in cucina, MI SONO MESSA A SGRASSARE I PIATTI. Dopo un’ora di lavaggi e autolavaggi, mi sentivo un eroe. Il getto del lavandino era fortissimo e avevo acqua ovunque, persino nelle scarpe. Ogni 5 minuti, arrivava un cuoco a sciacquare coltelli o padelle e anche lì, OLEEÈ..

Sembrava di stare ad Acqualand 🙂

(Potete immaginare la mia risata)

Era tutto grandissimo! Le pentole, il lavandino, il getto d’acqua e il contenitore del detersivo. Una tanica!

Dopo la prima ora così, sono stata chiamata al banco. Schierate una di fianco all’altra, eravamo pronte all’attacco.

Halo, how are youu?!

Hey, ladies…Can I help youuu?!

Hi guuuys..

Le porte degli uffici si sono aperte, velocemente bisognava servire, velocemente far pagare i clienti e velocemente tornare in posizione!

Ho tenuto botta amici, sono stata al passo.

A un certo punto, per magia, più nessuno.

Vuoto.

Il nulla.

Un po’ come a scuola quando suona la campanella che segna la fine della ricreazione. In 30 secondi tutti in classe, i corridoi deserti e nell’atrio la desolazione!

Non mi sono fermata. Ho controllato le bibite nei frigoriferi, ho asciugato piatti e posate e li ho posizionati al loro posto. In cucina iniziavano a calmarsi e non si sentivano più spadellate e olio che friggeva. Un attimo di calma.

La fame mi ha assalita!

Senad (SCINEID) è venuta da me dicendomi che potevo andare e che oggi (martedì) non sarei dovuta andare. Mi farà sapere per il turno di domani (mercoledì).

Non mi è piaciuta molto questa mossa.

Perché avvisarmi dall’oggi al domani per tre ore di lavoro?

Per questa volta non ho detto niente. La prossima volta vediamo che succede e poi valuterò..

Velocemente ho raccattato borsa e maglia, mi sono tolta il grembiule e ho iniziato a correre verso casa. CHE FFFAAAME!

Guardo il telefono.

→ Messaggio

La manager di un locale, Fast Eddys, mi aveva appena scritto chiedendomi se fossi stata disponibile per una prova oggi (martedì) dalle 19 alle 21. OH YES. Cadeva a fagiolo.

Ho velocemente risposto che per me era OK!

🙂


Oggi è una giornata fantastica! Il cielo è blu, il vento non è fastidioso e la temperatura è perfetta per un’oretta di relax al sole.

Alle 14 andrò ad accogliere Paolino che ora sta volando sopra all’oceano. Inizia oggi per lui un’avventura mozzafiato, una nuova vita e un’esperienza che lo cambierà profondamente. Ancora non può sapere cosa lo aspetta ma è questo il bello, no?

Come se la data di oggi, 1 Dicembre 2015, segni una nuova nascita per lui. Con grande motivazione ha lasciato tutto quello che aveva scegliendo per se stesso un cambio radicale e quella che era per lui l’idea di felicità.

Bene Paoliiino, in bocca al lupo e fai vedere chi sei!

Ti aspetto! 🙂

Mi fa strano pensare che arriva dall’Italia, e forse solo ora mi sto rendendo conto di quanto la mia casa sia lontana.

Brrr.. che brivido, è una sensazione indescrivibile, ve lo assicuro.

ITALIA

Selezionate la parola e magicamente apparirà ITALIA 🙂

Che bel nome!

Erica, anzi Atmosferica.


Ps: Ho creato su Facebook la pagina di Atmosferica. Potete accedere direttamente da QUI e cliccando sul “MI PIACE” rimarrete sempre aggiornati sulle storie che adoro scrivere per voi! CIAO! 🙂